Recensione: Decadence

Di - 27 Aprile 2011 - 0:00
Decadence
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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71

Sempre in bilico tra più generi, questi esordienti veneti portanti il nome di Dream Of Illusion, incorporano in formazione anche l’ex Arthemis Francesco “Frank” Valentini ed in più una serie di musicisti tecnicamente preparati per affrontare l’ardua prova della registrazione del primo full lenght. Rinchiusi nei Remaster Studio di Nick Savio, il quale si occupa anche della produzione, i cinque danno forma e colore ad un dipinto dalle mille anime e sfaccettature.

Decadence è infatti sinonimo di metal roccioso e melodico al contempo: passato e presente si fondono, così come si amalgamano vari generi dallo US metal fino all’heavy metal di matrice tedesca passando per episodi legati quasi all’hard rock o alla NWOBHM, il tutto condito da una gran dose di groove espressa dall’ottima sezione ritmica che dona un tocco di modernità al tutto.

Come termini di paragone per inquadrare almeno in parte la proposta dei Dream Of Illusion è relativamente facile tirare in ballo la verve strumentale dei Megadeth (Mystery) condita con sapienti dosi di stacchi che possono quasi ricordare il metalcore (Hysteria), piuttosto che dalla scuola power italiana (End Of The World) con il singer che riprende toni cari a Michele Luppi (Killing Touch, Thaurorod, ex-Vision Divine). Per il resto i pezzi si presentano abbastanza differenti l’uno dall’altro e le varie influenze vengono miscelate a dovere in varie dosi a seconda delle sensazioni che si vogliono suscitare.

Piacciono molto tracce come la già citata Mystery, brano estremamente trascinante che presenta un flavour vicino al thrash più melodico, ed End Of The World che invece si staglia su territori più propri del power, ma anche episodi più tipicamente heavy metal come Rocker Warrior o Born To Rock che mantengono esattamente ciò che promettono. Accanto a questi troviamo anche le sperimentazioni elettroniche che caratterizzano i 30 secondi di Interlude o canzoni meno ispirate come Spiked Rain e Two Skies, quest’ultima una ballad dai connotati non troppo originali che passano quasi inosservati rispetto al resto del disco.

Nella sua totalità il primo parto discografico della carriera di questi cinque ragazzi veronesi porta alla luce delle ottime doti in fase di songwriting, anche se condite con qualche passaggio a vuoto o calo di tensione. Essendo un esordio il bilancio è estremamente positivo in quanto si tratta di un album ben realizzato da persone coscienti dei propri mezzi, cosa da non sottovalutare mai. Decadence è quindi un lavoro consigliato a coloro i quali vogliono un assaggio di modernità pur restando con i piedi ancorati nella vecchia scuola.

Permettete ora una piccola digressione finale: ancora una volta il lavoro di Nick Savio in cabina di regia dona un sound potente, preciso e compatto ad un album. Chi ha ascoltato gli ultimi lavori di Hollow Haze, Arthemis ed il presente debutto dei Dream Of Illusion si renderà conto che ci troviamo di fronte ad un grandissimo professionista che sa esattamente come muoversi nel complesso mondo della produzione musicale fornendo alle band i mezzi necessari per raggiungere i propri obiettivi. Un plauso va quindi ai suoni ottenuti in Decadence e quindi all’operato di Nick, oltre che alla band per aver dato vita ad un disco di debutto ispirato e vario.

Andrea Rodella

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Tracklist:
1 – Intro
2 – The Crow
3 – Spiked Rain
4 – Rocker Warrior
5 – Mistery
6 – One Last Chance
7 – End Of The World
8 – Two Skies
9 – Through The Storm
10 – Born To Rock
11 – Interlude
12 – Hysteria
13 – Back To The Evil Age
14 – Outro

Durata: 53:42 min.

Lineup:
Francesco “Frank” Valentini – Vocals
Andrea Giarola – Guitar
Riccardo “Rick” De Fanti – Guitar
Marco “Mele” Melegaro – Bass
Gianluca Raisi – Drums

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