Recensione: Delirio n. 1

Di Giorgio Vicentini - 2 Giugno 2005 - 0:00
Delirio n. 1
Band: Subhuman
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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82

Delirio n° 1 è tra-sci-nan-te e stracarico di vigore, divertente, potente, ficcante e perfino sarcastico e simpaticamente “stro*zeggia*te” nei testi, con una mia totale adorazione per le parole di “Il Vecchio Bastardo”; mi capita raramente di “gasarmi” così tanto con il thrash/death, ma torniamo calmi ed andiamo con ordine.

I Subhuman nascono nel 2001 in quel di Pisa, partendo da basi thrash metal successivamente arricchite da inserti death, indicazioni riportate da loro stessi in sede biografica ed ampiamente condivisibili dopo neppure una manciata di canzoni e di mazzate sui denti prese a suon di ritmiche secche e grugniti/scream in italiano. Mi prende davvero di sorpresa questo demo che mi piace considerare un EP di sei pezzi su venti minuti, perché non mi sarei mai atteso un prodotto tanto maturo, serio e perfettamente collaudato, sintomi di una notevole classe accompagnata da un mare di sforzi apprezzabili.

Dicendo sforzi, intendo prima di tutto il packaging, che potrebbe non piacere nella sua grafica, ma che si presenta oggettivamente completo e professionale, con tanto di cd audio e non CD-R. In secondo luogo faccio riferimento al lavoro esaltante del chitarrista della band Matteo Buti dietro la consolle, tutt’altro che improvvisato produttore di sonorità potentissime, con una chiarezza e pulizia invidiabili, sapientemente sezionate con tagli secchi che danno un tocco chirurgico a più d’un passaggio brutale. Ci sarebbero band che pagherebbero per avere suoni così per il loro full lenght, altroché auto produzione.

Se dovessi fare dei paragoni citerei su tutti i Testament, forse l’esempio più completo dell’unione tra death e thrash, estremizzati ed affettati con il machete nelle ritmiche, scandite in un costante effetto tellurico e martellante. Forse sto per dire una bestemmia, ma in alcuni passaggi ho risentito la stessa sensazione di dura e fredda precisione di Far Beyond Driven. Ho ascoltato e riascoltato il disco infinite volte volte, l’ho sentito a pezzi e tutto d’un fiato, rimanendo anche deluso che fosse già finito, con una voglia matta di alzare il volume ancor di più per farmi investire dalla loro energia. Un sestetto di componimenti estremamente consistente, con tanto di intro parlate, una ironico/sessual/blasfema e l’altra ironico/sessual/feticista, batteria veloce e vispa, basso tosto e vibrante ed una coppia di chitarre veloci ma anche perfette in assoli melodici e misurati. Ottima l’idea e la sostanza dei testi in italiano, altra nota rimarcata dagli stessi Subhuman come punto in più d’originalità. 

Come già detto, eleggo a pezzo D.O.C. la cattivissima “Il Vecchio Bastardo” seguita ad una lunghezza dal macigno ritmico “g.g.” e dalla squassante “Delirio 112”, tre esempi di cosa siano capaci i brani incisi. Bella l’idea della cover dei Faith No MoreSurprire You’re Dead”, che ha fatto storcere il naso ai pattoniani cui l’ho fatta sentire, ma che trovo azzeccata vista la durezza della ritmica originale abbondantemente marcata anche nel suo rifacimento. Purtroppo, cede un po’ la voce a confronto con l’originale, ma trattandosi di un esperimento lo trovo ampiamente apprezzabile.

Band con i contro “C”, quadrata ed incazzata, che suppongo capace di un onorevole massacro anche in sede live. Per me più che promossi con un disco che non posso che definire “da chilo”.

Tracklist:
01. Estinto Naturale
02. g.g.
03. Il Vecchio Bastardo
04. Vigliaccheria
05. Surprise, You’re Dead!!!
06. Delirio 112

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