Recensione: Devil’s Bridge

Di Gaetano Loffredo - 2 Agosto 2006 - 0:00
Devil’s Bridge
Band: The Prowlers
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Il power metal estrae dalla faretra un’ulteriore freccia tricolore e ci consegna questi The Prowlers, gruppo capitolino nato nell’inverno del 1996 e adagiatosi, per un periodo di tempo relativamente lungo, su cover-songs poco appaganti prima di incamminarsi sulla via che li ha visti protagonisti con brani personali.
Le influenze? Hard Rock, Nwobm, Progressive e tanto, tantissimo power metal melodico scarsamente originale ma di qualità elevata.

Il primo demo risale al 1999 ma la registrazione casalinga ha costretto i ragazzi ad entrare in uno studio professionale l’anno successivo per dare finalmente vita a “A Descent into the Maelstorm”, debutto intriso di atmosfere ispirate dalla popolare novella di E.A. Poe.
Il primo contratto coincide con la registrazione di un nuovo demo, “Soul Thieves”, ed è la Northwind Records ad assicurarsi le gesta musicali degli impavidi gladiatori che si concedono un ultimo demo (2005) prima di pubblicare con la spinta della Locomotive Music questo Devil’s Bridge.

Lo sforzo economico in fase produttiva si concretizza con l’ingaggio, da parte dell’etichetta iberica, del pluri-osannato Tommy Hansen (tra gli altri Helloween, Pretty Maids, TNT, Beyond Twilight) autore di un lavoro accurato, scrupoloso e (quasi inutile aggiungere) inoppugnabile.
Il sestetto propone, come detto, un roboante power metal reso elegante dalle raffinate sessioni di pianoforte e di tastiera e a tal proposito mi congratulo con Massimiliano De Stefano, consapevole di avere tra le mani lo strumento-guida e artefice di una prova maiuscola.
Le atmosfere pulp-fantasy ritagliate nei primi demo sono state gonfiate e cesellate a dovere, il cantato di Fabio Minchillo è di prima scelta e le due chitarre (Stefano D’Orazi e Fabio Schirato) sostengono un sound maestoso e finalmente poco artificioso.
Tra i brani pubblicati segnalo la veloce e mai scontata opener Alone in the Dark, la maideniana A Last Gaze che incamera un giro di chitarra da applausi scroscianti e la conclusiva Devil’s Bridge, divisa in tre parti e da considerarsi una suite di 10 minuti tondi nella quale c’è davvero tutto: repentini cambi di tempo, doppia voce, ritmi serrati, solenni orchestrazioni. Prima parte tecnica e di presa meno rapida, seconda scorrevole ed impregnata di melodia.

L’esperienza e le capacità ci sono, il songwriting convince nonostante una certa ripetitività e una leggera caduta dello stile compositivo nei brani meno appariscenti del disco.
A conti fatti, Devil’s Bridge resta una delle migliori uscite del settore nel 2006 e circoscritta non solo allo stivale.
Se state cercando un gruppo power metal genuino che non si proponga come l’ennesimo clone di turno, i The Prowlers fanno al caso vostro: difficile trovare di meglio in Italia (esclusi i soliti noti).

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
1.Alone in the Dark
2.Y.T.T.
3.Invisibile Prison
4.A Last Gaze
5.Fused
6.Acid One
7.Imagination Game
8.Devil’s Bridge – Prelude
9.Devil’s Bridge pt.1
10. Devil’s Bridge pt.2

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