Recensione: Escalating Conflicts

Di Andrea Bacigalupo - 20 Dicembre 2021 - 8:30
Escalating Conflicts
Band: Exxperior
Etichetta: Iron Shield Records
Genere: Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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75

Arte come risultato dell’incontro tra genio e follia? Ascoltando ‘Escalating Conflicts’, nuovo album dei tedeschi Exxperior, disponibile dal 17 Settembre 2021, tramite Iron Shield Records, si direbbe proprio di si.

Gli Exxperior sono la malvagia creatura del polistrumentista e compositore Tom Liebings, in arte Exx Tom, personaggio che si era già fatto conoscere nel 2010 con l’album ‘Call For Sanity’ e poi nel 2014 con ‘Killing Entertainment’.

In ‘Escalating Conflicts’ il musicista si occupa di chitarra, basso, tastiere e programma pure la drum machine (… ma un vero batterista no eh!!!), affidando le parti vocali al talentuoso Falk Mittenentzwei (Bitchhammer), conosciuto anche come Bastard Priest ma che, per questo lavoro, porta lo pseudonimo di Jaxx Basilisk.

Per dare maggior spessore al platter coinvolge poi un sacco di collaboratori per assoli, voci addizionali, cori, tip tap (si, avete letto bene) e quant’altro, tra i quali citiamo Lenny Bruce dei Dust Bolt , Ryan Taylor dei Malevolent Creation e Chris Carl dei First Aid.

L’album ha la forma dell’opera metal o, si potrebbe meglio dire, del musical ed è incentrato su Jaxx, personaggio ribelle ed anticonformista che discute con incarnazioni di vari aspetti della vita che giudica negativi.

La contestazione abbraccia temi relativamente superficiali, tipo la scarsa cultura dell’odierna e statica musica pop, ma anche molto profondi e sentiti, come l’agnosticismo, il credere di vivere dentro una finzione o la freddezza di un assassino che viene giudicato in un’aula di tribunale.

Musicalmente, la trama portante è un Thrash Metal tecnico e progressive, solido e slanciato, con molti cambi di tempo ed incursioni in ambienti epici e crossover, contaminato con tutto quello che con questo genere non c’entra nulla.

Il risultato è geniale follia allo stato brado, sulla scia di artisti come Devin Townsend, Frank Zappa e Mike Patton periodo Mr. Bungle.

E’ scontatezza non scontata: il voler stupire amalgamando il Metal con contrastanti elementi sonori non è una novità, ma qui la mente creativa di Exx Tom lo fa abbastanza bene e riesce a tenere alte tensione ed attenzione.

… “Abbastanza” perché ‘Escalating Conflicts’ è parecchio lungo (più di un’ora ed un quarto), con alcuni brani che, nel loro incedere progressivo, diventano esageratamente complicati od estenuanti e con alcune sezioni eterogenee che sono prolisse e, per questo, non ottengono l’effetto voluto (in particolare alcune fasi orchestrali).

D’altronde non si può chiedere all’artista di esprimere di meno di quello che sente, per cui bisogna prendere ciò che viene.

Principalmente è la performance di Falk che aiuta l’ascoltatore a calarsi nel concept, rendendolo partecipe dei dialoghi e facendolo ragionare: parecchio versatile, sostiene la storia attraverso un ampio spettro vocale, con il suo canto teatrale che passa senza presunto sforzo dal selvaggio Hardcore all’epico o ad interpretazioni più cervellotiche e surreali. Non è solo un narratore, è l’attore principale che ha il duplice scopo di raccontare e coinvolgere.

Anche il lavoro cordofono è di alta sostanza. Senza ricorrere a produzioni ipermega galattiche Tom Liebings dà alle chitarre un suono feroce, tagliente ed aggressivo, ma anche pesante e rotondo, conferendo all’intero lavoro una tonalità grigio fumo che avvolge tutto come dentro una nebbia caliginosa.

Parlando un minimo dei brani, l’introduzione è affidata a ‘Exitiabilis Creatura’, una sinfonia spettrale che, in alcuni momenti, mi ha portato alla memoria la colonna sonora di ‘Fantasia’.

Segue ‘Escalating Conflicts … A World Goes Astray’, Thrash rabbioso e roboante con una parte centrale pazza ed orchestrazioni riempitive.

Timeless But Mindless’ comincia a mettere un puntino sulla ‘i’ di follia: Thrash con assoli di melodica, fa nascere il sospetto a noi della vecchia guardia, ma, alla fine, il pezzo piace.

A.A.A.’ è sempre Thrash, con un refrain epico e potente ed un finale che rasenta la schizofrenia, impreziosito da un penetrante coro femminile.

The Agnostic Jam’ è un pezzo pazzesco e frenetico che sfonda gli argini, con una sezione da teatro di rivista, o avanspettacolo, o qualcosa del genere, e inni gospel racchiusi tra prepotenti parti Hardcore Punk e Crossover.

La strumentale ‘Spirtituality’ fa compiere un viaggio dentro una polverosa e sconfinata nebulosa e chiude quella che può essere definita la prima parte dell’album. I pezzi successivi sono più complicati e machiavellici e la carica prog è portata all’ennesima potenza, arrivando all’esagerazione.

Così sono ‘Multidimensional Mindblow’, che è già lungo scrivere il titolo, e la pesantissima ‘A Murderer’s Excuse’, intervallate dallo stacco strumentale ‘Transformatus Erat’ che non basta e renderle digeribili.

In fondo le brutte canzoni sono altre, ma queste sono troppo cervellotiche e ci vuole lo psicologo a fianco quando le si ascoltano.

About Peace … The Presence of Justice’ è qualcosa che non si sente tutti i giorni: essendo le mie conoscenze in materia limitate al Tip Tap di Don Lurio (mitico Da-Da-Un-Pa!!!) non avrei mai pensato quanto potesse essere aggressivo questo ballo assemblandolo con il Thrash e gli assalti di Blast-Beat … veramente pazzesco, soprattutto durante l’assolo.

Mask of Men’ è un pezzo apparentemente innocuo, ma colpiscono prima la sua tragicità e poi la sfuriata finale, ‘XX’ è un Power Thrash non convenzionale e ‘Join the Brigade’ esce dalle trame prog e diventa un po’ più diretta.

Siamo in chiusura: ‘The Ethical Meaning of Success’ ripercorre nuovamente i sentieri dell’esagerazione, con una sorta di cantato Rap al suo interno, soffuso e su una base di tastiere, mentre la conclusiva ‘Anything’ è un dolce pezzo acustico completamente contrastante con quanto ascoltato finora.

Insomma, gli Exxperior ce l’hanno messa tutta per abbattere ogni barriera musicale e, sicuramente, l’impegno e le idee sono state fenomenali.

Nonostante questo, ‘Escalating Conflicts’ non è sempre scorrevole, complici principali la lunghezza di certi pezzi ed il volere andare forzatamente oltre, però, nel suo complesso, funziona (se ti danno le ferie per ascoltarlo tutto in una volta). A mio parere qualche orchestrazione pomposa in meno non avrebbe guastato, mentre le sperimentazioni inusuali possono allargare qualche frontiera.

In altre parole, un buon lavoro che poteva essere migliorato ma che merita comunque di essere ascoltato anche così, sperando che possa diventare anche uno spettacolo dal vivo. Sarebbe indubbiamente interessante.

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