Recensione: Evil Knows Evil

Di Matteo Bovio - 8 Luglio 2004 - 0:00
Evil Knows Evil
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Anno: 2004
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60

E’ abbastanza imbarazzante e difficile parlare di questo Cd, e più in generale di questo gruppo, approdato recentemente sulla nostrana My Kingdom Music; difficile definirne le caratteristiche stilistiche, capirne gli intenti, darne un giudizio per quanto possibile obiettivo. Evil Knows Evil va ascoltato con molta pazienza, e assimilarne i contenuti è un processo piuttosto lungo. E a conclusione di tutto quello che ho trovato è stato un album ricco di idee particolari, non sempre eccezionali, e nel complesso piuttosto insipido; se si guarda al risultato bisogna constatare che la curiosità suscitata dai primi ascolti si esaurisce in fretta, raffreddata dai vaghi tentativi delle canzoni di riuscire estreme in una direzione sperimentale.

Liquidare questo album come l’ennesima uscita Black Metal sarebbe ingiusto; lodarlo per il semplice fatto di uscire dai canoni un errore. E’ comunque piuttosto difficile riuscire a dare delle coordinate. Ad esempio nella sola “As A Part Of Your Universe” ritroviamo riff al limite dell’Heavy / Thrash, velocissime sparate tipicamente Black, vaghi accenni all’approccio musicale degli ultimi Satyricon (in una chiave però molto scialba).
O ancora, la successiva “Cosmic Terror” parte in maniera violentissima; ad un certo punto si spegne in uno stacco piattissimo che va a risolvere su un riffing che sembra uscito direttamente dai primi ’80. Nulla di male in sè, ma manca veramente il legame che garantisca la scorrevolezza dell’ascolto.

Con la breve analisi di due tracce non voglio denigrare questo lavoro, che in realtà non è da buttare. I Crest Of Darkness hanno elementi decisamente dalla loro parte: non si fanno problemi ad osare e sono dei buoni musicisti. Il che è stato la salvezza del cd. Le 10 tracce di Evil Knows Evil sono infatti un inseguirsi continuo di tentativi anomali di approcciarsi al Black. Tentativi sicuramente realizzati in maniera formalmente ineccepibile, e che non scadono tutti nel banale. Non è affatto raro sentire buone intuizioni emergere all’interno delle tracce; purtroppo, sarò sincero, non ho trovato un episodio che mi soddisfasse interamente. Soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti e gli assoli, mi sembra che il gruppo abbia puntato su soluzioni in netto contrasto gli altri elementi; anche là dove il riffing si fa più malvagio, arriva puntuale quell’arrangiamento che ci sta, tanto per capirsi, come il gelato sulla pizza. E se anche la produzione fosse stata un po’ più violenta, in particolare per quanto riguarda le chitarre, certo non ci saremmo lamentati.

Potrei aver preso un’unica immensa cantonata, e gli intenti del gruppo potrebbero essere di tutt’altro tipo da quel che mi sembra d’aver inteso, ma in ogni caso il giudizio non cambierebbe. Evil Knows Evil è un tentativo parzialmente mancato di uscire con qualcosa di nuovo. Se vi accontentate di un cd poco canonico probabilmente sarete soddisfatti. Se sperate che la novità viaggi di pari passo con la genuinità delle idee fateci prima un pensierino.
Matteo Bovio

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