Recensione: Extinguish All Existence

Se c’è un’azzeccata commistione fra la musica e le parole, allora è il caso di “Extinguish All Existence” quarto full-length in carriera dei finlandesi Enragement.
Invero, è piuttosto anomalo che da tali terre germoglino band che praticano il brutal death metal, giacché più note per le languide emozioni che permeano il melodic death metal. Emozioni che nel caso in ispecie sono di tutt’altra matrice, dato che lo stile dei Nostri è spaventosamente furibondo. Una vera e propria mazzata sui denti che non lascia prigionieri e che non conosce alcuna pietà ma solo rabbia. Rabbia necessaria a raggiungere, metaforicamente, l’obiettivo del platter: rasare al suolo tutto e tutti.
LP che sembra uscito dagli assolati deserti del Texas, o della Florida o infine da New York City, patria dello slam death metal. Insomma un prodotto alieno rispetto alla sua provenienza ma che funziona non bene, benissimo. Il combo scandinavo, difatti, interpreta il sottogenere del metallo della morte in maniera pressoché perfetta. La potenza erogata è pazzesca, contenuta entro i limiti umani dalla grande bravura dei membri che compongono la band. Il percorso di totale annichilazione della materia che parte da “Vorarephilia” per terminare con la title-track è una specie di orrorifica discesa negli inferi, ove il calore ambientale innesca la quantità di energia necessaria a spingere il sound del disco oltre i limiti della follia.
Buona l’idea di non affidare le linee vocali a una sola persona. Così facendo, di conseguenza, si hanno tratti scavati da poderose bordate di growling che sublimano nell’inhale, nonché percorsi tappezzati dal sangue che spurga dalle ugole che si cimentano con feroci harsh vocals. Chiaramente assente il cantato pulito, del tutto estraneo a questa fattispecie sonora. S’è detto buona poiché così facendo si evita accuratamente la monotonia e quindi il rischio di noia.
Semplicemente impressionante il lavoro svolto dalle due chitarre di Atte Ojanne e Tuomas Iivanainen, irreprensibilmente affiatate nell’elaborare un riffing estremamente complesso, che scorre via verso la barriera del suono grazie agli innumerevoli interventi dei blast-beats del drumming di Lasse Sannikka. Anch’esso titolare di un talento in grado di regalare un’alternanza pressoché continua del ritmo che, benché sia tirato per le braccia al massimo delle possibilità naturali, materializza un metronomo che da il là a una successione di battute sciolte e scorrevoli. Anche in occasioni degli stop’n’go partoriti da micidiali quando poderosissimi breakdown.
In talune occasioni, di conseguenza, si tende a lambire il territorio del ridetto slam death metal, purtuttavia i quattro scellerati di Helsinki emergono dalla marea di note eruttate dalle loro stesse bocche da fuoco per scatenare la furia degli elementi senza soluzioni di continuità. Riferendosi a un suono sempre e comunque enorme, dall’altissimo numero di watt e dalla pressione schiacciante dei tantissimi decibel che fuoriescono dalle varie tracce.
In mezzo a tanto macello, è proprio “Extinguish All Existence“, la canzone, che, superata la fase di sterminio, lascia intravedere un lato più movimentato dello stile-marchio di fabbrica di Atte Ojanne & C., lasciando un po’ di spazio ad aperture più atmosferiche, senza soddisfare mai, neppure per un secondo, pruriti melodici. Il resto del gruppo dei brani segue fedelmente i contorni del suddetto marchio di fabbrica, dando al platter, nel suo insieme, una travolgente sensazione di solidità. Fra di essi non ci sono particolari vette in cui la composizione dia luogo a segmenti memorabili ma, del resto, è proprio la compattezza citata che rappresenta uno dei dettami di base del brutal death metal. Malgrado tutto questo, però, si riescono a cogliere le differenze fra le singole song, soprattutto quando si fanno strada mid e up-tempo.
In estrema sintesi si può affermare che “Extinguish All Existence” sia un buon album di brutal death metal. Maturo e al passo con tempi, con gli Enragement che palesano una professionalità di tutto rispetto e una devozione alla causa senza limiti.
Daniele “dani66” D’Adamo