Recensione: Fight Against Time

Di Fabio Vellata - 6 Giugno 2025 - 8:30

Non verranno ricordati come un gruppo estremamente prolifico i Soul Seller, band piemontese che in più di venticinque anni di militanza, ha sin qui prodotto un numero decisamente esiguo di album .
Rimarrà impresso piuttosto, il costante sviluppo ed il tentativo di rendersi migliori nell’arco degli anni, mettendo a frutto esperienze, capacità e competenze in un percorso di crescita lento ma evidente.

Fight Against Time”. Il tempo, tiranno implacabile, è proprio il fattore contro il quale Davide Zublena e la sua crew hanno probabilmente combattuto una battaglia senza via d’uscita. Ben nove anni, infatti, sono trascorsi dal precedente ellepi, “A Matter of Faith”, un periodo molto lungo che ammettiamolo – ha fatto scivolare il nome della band tra i ricordi sbiaditi.
Eppure non è trascorso invano, giacché i risultati sono apprezzabili, concreti e tangibili.
A compimento di un disco che nemmeno stavolta potrà chiamarsi capolavoro, ma reca in se tutti i caratteri di consapevolezza e competenza che rendono autentico e credibile il lavoro di un ensemble di musicisti di qualità.
Una delle buone notizie relative a questo nuovo capitolo, è senza dubbio la conferma dell’ottimo singer Eric Concas, già apprezzato nel precedente cd ed autore di una prova senza dubbio inappuntabile.

Il campo di espressione dei Soul Seller è sempre il medesimo: un hard rock piuttosto raffinato, contemporaneo e mai eccessivamente solare. Con qualche deriva heavy e lontanissimi sentori prog.
Una campitura che come evidente, può essere pennellata in modo credibile solo da elementi con adeguata esperienza artistica. Dote che al combo tricolore non manca di certo.

Pezzi generalmente di buona ascoltabilità scorrono lungo una scaletta piuttosto corposa, rivelandosi omogenei e congruenti, fedeli alla linea stilistica improntata alle radici del rock che da sempre identifica la proposta del sestetto.
Aiuta molto la produzione secca e diretta dell’esperto Mario Percudani, utile nel dare corpo a pezzi interessanti come l’iniziale “One Wasted Paradise” (come si diceva, un melodic rock a volte un po’ cupo quantomeno nelle tematiche) o la stessa title track, animate da uno stile elegante su cui si aprono tastiere di sentore settantiano.

La nostra personale preferenza va tuttavia ai momenti in cui il “sangue” ottantiano che scorre nelle vene del fondatore Dave Zublena emerge con maggiore evidenza. “Autumn Call”, “I Can’t Stand This Heartbeat Anymore” e “Feel Alive Again”, tracce differenti tra di loro, ne sono un valido esempio in virtù di ritornelli e strofe accattivanti che, effettivamente, rendono piacevole l’ascolto.
Molto gradevoli, pur se per ragioni differenti, anche la rainbowiana “Black Raven” e l’onesto modern rock di “Falling Star”.

Buon disco senza dubbio. Come si appuntava in apertura, un nuovo capitolo che testimonia il rinnovato carattere di una band che in qualche caso può apparire leggermente ancorata a canoni un po’ stereotipati.
Ma ha dalla sua, valori e discreta inventiva utili per mettersi al riparo da eccessiva scontatezza e prevedibilità.

In crescita costante.

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Band: Soul Seller
Genere:
Anno: 2011
69