Recensione: …For Death

Di Giuseppe Abazia - 10 Aprile 2009 - 0:00
…For Death
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Anno: 2009
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63

C’è da dire che stavolta i Depressed Mode sono stati onesti: prima dell’uscita di For Death, hanno diffuso un comunicato in cui gli ascoltatori vengono avvertiti che il genere da loro suonato non è più funeral doom (non che lo fosse mai stato, a dire il vero), ma death-doom sinfonico. A voler essere pignoli ad ogni costo, dovremmo sottolineare che nemmeno stavolta ci hanno azzeccato completamente, essendo il death-doom molto diverso da ciò che loro propongono (è decisamente più corretto parlare di gothic-doom), ma almeno ci hanno preso per quel che riguarda il sinfonico. Insomma, se prima i Depressed Mode erano una rivisitazione in chiave gotica degli Shape Of Despair, adesso sono una rivisitazione dei Dimmu Borgir. In chiave gotica, ovviamente.

Benchè l’originalità proprio non riesca a diventare una delle loro caratteristiche, rispetto al precedente Ghosts Of Devotion i miglioramenti sono stati notevoli. L’ombra dei loro colleghi Shape Of Despair s’è fatta molto meno opprimente, e liberi dagli schemi di un’etichetta, quella del funeral (?), che evidentemente gli stava stretta, i Depressed Mode sono riusciti a confezionare un album che, sebbene non brilli assolutamente per originalità, si lascia ascoltare molto più piacevolmente rispetto a quanto fatto in passato. Le canzoni sono più veloci, più movimentate, e soprattutto ben differenziate l’una dall’altra: qualcuna è più orientata sul versante black, qualcuna più sul versante doom, e in un caso particolare si può addirittura parlare (finalmente) di funeral doom. Si passa con disinvoltura dal mid-tempo ai blastbeat, da sezioni dove sono le chitarre a predominare a frangenti dove le orchestrazioni sinfoniche fanno da padrone, da growl a voce pulita ed ancora a voce femminile; di carne al fuoco ne è stata messa molta, ed è chiaro l’intento del gruppo di rendere il proprio stile quanto più vario possibile. Impeccabile come sempre la produzione, estremanente potente e dai suoni cristallini, in grado di donare ad ogni sfaccettatura del sound il giusto risalto.
I Depressed Mode, dunque, hanno compiuto diversi miglioramenti; ciononostante, restano una band mediocre. Perchè? Perchè continua a mancar loro quel briciolo di identità, di personalità, di peculiarità in grado di far emergere un gruppo. Se prima sembravano i cugini più veloci degli Shape Of Despair, adesso sembrano i cugini più lenti dei Dimmu Borgir. Durante certi passaggi, specialmente quelli più sinfonici, è impossibile non provare un forte senso di deja-vu e riconoscere evidentissimi richiami – al limite del plagio, talvolta – ad una certa scuola di black melodico, pomposo e orchestrale. Insomma, se prima i Depressed Mode attingevano a piene mani da una scena, adesso attingono da un’altra.

Stavolta la sufficienza è raggiunta, For Death è molto migliore di Ghosts Of Devotion, ma ciò ugualmente non consente ai Depressed Mode di venir fuori dal loro limbo di anonimia. I musicisti coinvolti sono dotati di buone capacità, ma ciò non è sufficiente a promuovere a pieni voti un platter sul quale pesa eccessivamente la propria natura derivativa, poco originale e poco coraggiosa. For Death è un passo avanti, ma un passo non abbastanza lungo da poter permettere una valutazione più entusiasta di fronte ai comunque evidenti miglioramenti, e mi ritrovo così a ribadire lo stesso concetto già espresso a conclusione della recensione di Ghosts Of Devotion: speriamo che i Depressed Mode in futuro smettano di accontentarsi di copiare altre band più famose, e trovino l’ispirazione per imporsi con un loro sound.

Giuseppe Abazia

Tracklist:

1 – Death Multiplies (04:32)
2 – She’s Frozen (05:45)(mp3)
3 – Loving a Shadow (06:58)
4 – The Scent (06:26)
5 – Prologue to the Thousand Skies (02:03)
6 – Tunnel of Pain (04:40)(mp3)
7 – A Glimpse of Tomorrow (04:51)(mp3)
8 – A Sigh… (03:21)
9 – …For Death (07:16)(mp3)

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