Recensione: Funeral Radio

Di Francesco Maraglino - 26 Aprile 2020 - 11:51
Funeral Radio
77

I Witches of Doom nascono a Roma nel 2013, grazie alla profonda passione per il lato più tenebroso del rock di Federico Venditti (ex Ossimoro) alla chitarra, Danilo Piludu alla voce, Eric Corrado alle tastiere, Jacopo Cartelli al basso e Andrea Budicin alla batteria.
La band si fa le ossa calpestando le assi dei rock club romani, per poi realizzare il proprio debutto discografico, intitolato “Obey”.
Dopo un tour nei paesi baltici e svariati concerti in Italia, i Witches of Doom tornano in studio per il secondo disco, che porta il nome di “Deadlights”.
Im questi giorni, invece, è giunto il momento per il nuovo full-length per il combo capitolino, che s’intitola “Funeral Radio”.
Ancora una volta le “Streghe” danno qui lustro al proprio suono gotico e catacombale, che ha le sue radici nell’(hard) rock plumbeo di ogni decennio dai seventies in poi.

“Funeral Radio” snocciola qui, dunque, brani come la oscura eppure grintosa, eretta su cadenzati riff di chitarra e synth, Master of Depression o come la più dinamica Coma Moonlight, o, ancora, come la title track (a suo modo innodica) Funeral Radio, anch’essa trafitta da  riff scanditi e passaggi più nervosi (tra i quali di affaccia ad un certo punto un pianoforte suggestivo ma anche sinistro).

Ghost Train è, invece, una semiballad che oscilla tra psichedelia roots e fosco southern rock, mentre Hotel Paranoia è permeata da fangoso doom, ma è pure a modo suo paradossalmente catchy.

Altrove l’album accelera verso territori più hard nonché memori di istanze “ottantiane”, come avviene nell’ energica  Sister Fire (impregnata di echi lontani di Cult e Danzig ) e in una Queen of Suburbia carica di  riferimenti al Goth di gente come Sister of Mercy e, ancora, Cult.

In definitiva, in “Funeral Radio” i Witches of Doom hanno successo nel forgiare un suono oscuro e possente temperato nel doom ed in tutto ciò che è stato “dark sound” dagli anni settanta ad oggi, eighties inclusi.
Le influenze di Black Sabbath, Paradise Lost, di certi Doors, Type 0 Negative, Danzig, Sister of Mercy si esprimono qui al meglio, anche grazie ad un songwriting di qualità ed un suono che rimarca non solo la profondità caliginosa, ma anche la passionale energia della proposta artistica della formazione romana.

Francesco Maraglino

Ultimi album di Witches Of Doom