Recensione: Gods Of Thousand Souls [Reissue]

Di Daniele D'Adamo - 6 Marzo 2012 - 0:00
Gods Of Thousand Souls [Reissue]
Band: Empatic
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Uscita in origine (10.12.2010) per l’impronunciabile, almeno in Italia, etichetta polacca Wydawnictwo Muzyczne Psycho, l’opera prima degli Empatic, “Gods Of Thousand Souls”, è ora ripresentata (10.02.2012) dalla label austriaca Terrasound Records. L’operazione si può dire interessante, poiché consente di esplorare più in profondità un Mondo quasi a se stante: quello del death metal Made in Polonia. Il Paese che si affaccia sulle gelide acque del Mar Baltico è, assieme a Gran Bretagna e USA, il maggior produttore attuale di metal pesante, anzi… mortale. Sì da determinare le condizioni per definire una corrente dotata di un’oggettiva autonomia stilistica che potrebbe prendere il nome, per esempio, di ‘polish death metal’.

Comunque sia, difficile che una band polacca sbagli l’uscita discografica e gli Empatic non sfuggono a questa regola aurea, anche se – come si vedrà più avanti – ci sono alcuni intoppi non irrilevanti, nella loro opera. Rispetto a quanto di buono ascoltato ultimamente in materia (Sphere), i Nostri propongono un death metal ancorato meno tenacemente al black e più vicino alla melodia. Lo swedish di In Flames e compagni è assai distante da quanto presente in “Gods Of Thousand Souls”, tuttavia la pressione sonora – pur elevata – concede in questo caso spazi a momenti ove non è la claustrofobia a farla da padrona. Fa capolino, allora, una certa volontà di cercare soluzioni pregne, sì, di potenza ma anche di ragionevolezza. Un raziocinio che, forse, è la peculiarità principale che forma la base del progetto Empatic. Così facendo, Maciej Rochaczewski e gli altri danno l’idea di avere sempre sotto controllo la situazione ma insinuano, anche, un senso di artificiosità che non si armonizza perfettamente con la ferale immediatezza del death metal.     

Queste considerazioni, in ogni caso, sono relative e non assolute: il sound degli Empatic è possente, grezzo, brutale anche se non estremo. Al posto dei blast beats impera il mid-tempo ma con ciò non si deve pensare a “Gods Of Thousand Souls” come a un tentativo di copiatura di “Are You Dead Yet?” (2005) dei Children Of Bodom. Rochaczewski è un vocalist dall’ugola roca e indelicata che fonda il proprio stile sulla cattiveria, utilizzando il growling in primis e, qua e là, anche l’inhale. Sono pochi i passaggi puliti, che invece si trovano con più facilità nel guitarwork di Jakub Bednarski e Przemysław Cikacz, duo dalla mano pesante in sede ritmica ma capace d’improvvise quanto fini aperture melodiche nelle fasi soliste. È qui, difatti, che si può percepire maggiormente il concetto di death metal melodico. Włodzimierz “Włodas” Wałaszek, basso, e Jaroslavus “Yopeque” Slivkus, batteria, pilotano il gruppo con mestiere senza strafare, evitando comunque di cadere nella trappola della ‘doppia cassa a tutti i costi’.

La relativa calma con la quale il combo di Ostrołęka affronta le difficoltà del songwriting lo aiuta da un lato, giacché consente di approfondire al massimo le possibilità inventive di ciascuna canzone, lo penalizza dall’altro poiché toglie un po’ d’immediatezza all’iniziativa. E, questo… rimuginare, può essere la causa del maggior difetto di “Gods Of Thousand Souls”: una fastidiosa discontinuità stilistica presente nella processione dei brani. Anche passando molte volte il CD sotto il laser non si riesce ad avere una visione definitiva ma soprattutto completa della musica degli Empatic, con la conseguente impossibilità di mettere a fuoco con immediatezza il marchio di fabbrica dell’ensemble mitteleuropeo. Alcuni pezzi sono più che buoni anzi ottimi (“Dreamer”, “Fulfilled Dreams”), altri anonimi (“False Friend”, “So What?”).

Come si può dedurre dalla disamina di cui sopra, in definitiva, si può considerare “Gods Of Thousand Souls” tranquillamente sopra la sufficienza. O meglio, qualcosa in più per via di un’indiscutibile preparazione tecnica degli Empatic, bravi a sviluppare un sound poderoso, crudo ma allo stesso tempo elegante. Manca la capacità di saper scrivere con regolarità su standard qualitativi alti e ciò può essere dovuto al fatto che trattasi di un debut album. Oppure no. Ai posteri l’ardua sentenza.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Green Mile 4:13       
2. G.O.T.S. 4:26       
3. False Friend 2:47       
4. The Game 4:55       
5. Tomorrowland 4:19       
6. VS 5:48       
7. So What? 4:10       
8. Dreamer 5:55       
9. Fulfilled Dreams 4:34       
10. Empatic 3:16
11. Enola Gay (OMD cover) 2:43               

Durata 47 min.

Formazione:
Maciej Rochaczewski – Voce
Jakub Bednarski – Chitarra
Przemysław Cikacz – Chitarra
Włodzimierz “Włodas” Wałaszek – Basso
Jaroslavus “Yopeque” Slivkus – Batteria

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