Recensione: Hell Injection

Di Matteo Bovio - 17 Luglio 2002 - 0:00
Hell Injection
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Anno: 2001
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83

Ahhhhh!!!!!!!! Era tempo che aspettavo un simile prodotto!!!! E, lo ammetto, me lo sarei lasciato sfuggire senza accorgermene, se il caso non mi avesse fatto assistere ad un loro live show: evento dopo il quale ho dovuto assolutamente comprare questo loro tremendo esordio. L’aggettivo tremendo in questo caso è usato con accezione positiva, perchè Arkhon Infaustus altro non è che violenza, cattiveria, odio e follia: sono tutto quello che il loro Black/Death devastante si propone di essere.

Intransigenza con la I maiuscola è uno dei loro punti forti: niente di niente si può trovare in questo cd che non sia estremismo nella sua forma più pura. Classica formazione con però due vocalist (uno dei chitarristi e bassista) che andando a pescare dal black più folle e misantropo (e qui il paragone con i Bestial Warlust è di dovere) sfornano queste temibili 9 tracce .

La tecnica passa in secondo piano, a emergere è soprattutto l’attitudine; sicuramente un anacronismo, visto i tempi che corrono, ma quelli che come me sono un po’ nostalgici non potranno non impazzire per la gioia. A rendere il tutto ancora più bello è lo spietato utilizzo di riffoni tipicamente Death, i quali incattiviscono il sound all’inverosimile. Senza badare a troppe raffinatezze, gli Arkhon Infaustus macinano riff dopo riff le resistenze di chi ascolta, e lo fanno senza badare troppo ai particolari: la loro attitudine non è certo quella di una prog band, in quanto alla tecnica viene contrapposta la grezza brutalità di chi nel suono cerca innanzitutto la violenza.

“Ineffable Hell Commander” è l’unica traccia in cui i nostri mollano il piede dall’acceleratore: e si presenta come un incrocio tra atmosfere noise e parti doom. Niente di più azzeccato per rendere tutto ancora più insano e schizofrenico. E non a caso è stata la canzone con il quale hanno introdotto le date del loro tour che ha toccato anche la vicina Bresso… In tutte le altre tracce a far da padrona è spesso una velocità che sfugge a qualsiasi controllo o criterio razionale, una voglia di devastare letteralmente l’ascoltatore senza concedergli spazio alcuno di ripresa. Per descrivere il loro suono potete immaginarvi i Morbid Angel suonare più sporco e veloce possibile, con l’attitudine magari dei Sadistik Exekution… Non mancano poi parti in cui il riffing si fa paurosamente Old Style, come nella sesta “The Whorehouse Coven”.

Particolarmente estremi i vocalizzi che sono affidati al bassista per quel che riguarda un crudele screaming, e al chitarrista per il growling. I due si alternano e si sovrappongono senza badare troppo all’ascoltabilità, ma puntando ancora una volta sulla violenza. E’ inutile proseguire, credo che abbiate capito a cosa siamo davanti: Hell Injection è un lavoro d’elitè, nel senso che può essere apprezzato solo dai pochi desiderosi di riportare in vita le sonorità di un passato non troppo lontano cronologicamente ma sempre di più attitudinalmente… In pochi riescono in questa paurosa impresa, e gli Arkhon Infaustus appartengono alla ristretta cerchia.
Matteo Bovio

Tracklist
1. Brethren Of Flesh
2. Domination Xtasy
3. Dead Cunt Maniac
4. The Ominous Circle
5. The Silent Voices Of Perversion
6. The Whorehouse Coven
7. Hokus Demons
8. The Black Succubus Whores
9. Ineffable Hell Commander

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