Recensione: Hiiekoda

Di Gaetano Loffredo - 18 Novembre 2007 - 0:00
Hiiekoda
Band: Metsatöll
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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64

Dall’Estonia con furore. Loro sono i Metsatöll e quello che stiamo per commentare è un disco uscito nel 2004, Hiiekoda, pubblicato anche in doppio vinile nell’anno corrente.

Il folk metal da osteria dei Metsatöll, così voglio definire, nasce nel 1990 ma prende forma soltanto nove anni dopo con “Terast mis hangund me hinge” (letteralmente: acciaio ghiacciato nelle nostre anime). Nel duemila, con l’innesto in line up dell’amico Varulven, il terzetto diventa quartetto e nasce la concreta possibilità di mettere in piedi qualche show locale: il passaggio obbligato che ha permesso di acquisire un minimo di esperienza sul campo. Il rilancio discografico porta il titolo di Hiiekoda (2004), momento cruciale del gruppo baltico.

Cominciamo a dire che settanta minuti sono tanti, forse troppi, e per riuscire a cogliere l’essenza di questo Hiiekoda viene richiesta un’attenzione al limite dello spasmodico: arrivare fino in fondo, a causa di una graduale ripetitività dell’operato, è un’impresa . Il “carnet” è comprensivo di brani acustici, strumentali, metal battagliero misto folklore che si rifanno in particolar modo alla tradizione musicale estone. Diciotto pezzi in totale.

L’unilateralità della proposta, elemento che acquista valenza ai fini di un giudizio complessivo, non inficia il singolo brano e nella massa troverete più di uno spunto degno di nota.
Qualche esempio? La doppietta Ma Laulaks Seda Luguda/Lahinguvaljal Naeme, Raisk!, intro più opener, è tutta da ascoltare, e sebbene il cantato in lingua madre non permetta di comprendere i testi, potrete perlomeno intuirli da un’atmosfera festosa e goliardica che si trasforma, a comando, in heavy metal barbaro e gagliardo. Si tratta, in poche parole, del leitmotiv di Hiiekoda.
Saaremaa Vagimees è poi un crescendo “cerimoniale”, le movenze folk sempre più consistenti e paradossalmente accostabili a quelle dei ben più celebri Finntroll, la più marcata tra le influenze dei Metsatöll.
Permettetemi un ultima menzione, quella di Raiun Kui Rauda, un pezzo “eroico” che sfocia nel viking più epico, rappresentato da una componente folk così particolare che riesce a distinguerlo stilisticamente da tanti altri gruppi pseudo-convenzionali.

Non farete fatica ad accettare e ad apprezzare la musica di questi quattro baldi guerrieri. Hiiekoda è un viaggio non irresistibile che registra qualche incidente di percorso, ma nel complesso accettabile. Suggerisco alla Nailboard Records di investire sulla proposta del gruppo estone che se in grado, in futuro, di aumentare la propria “incidenza” professionale, potrà togliersi qualche soddisfazione in più. Ne riparleremo più avanti.


Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.Ma Laulaks Seda Luguda
02.Lahinguvaljal Naeme, Raisk!
03.Rauavanne
04.Saaremaa Vagimees
05.Hundi Loomine
06.Kui Meid Sotta Sormitie
07.Sojahunt
08.Merepojad
09.Merimees Menneb Merele
10.Hundi Suda Sees
11.Velekeseq Noorokosoq
12.Raiun Kui Rauda
13.Alle-aa
14.Eestimaa Vabadiku Laul Puu Oksa Peal
15.Sajatus
16.Kotkapojad
17.Hiiekoda
18.Ussisonad

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