Recensione: Into The Enchanted Chamber

Di Gaetano Loffredo - 30 Giugno 2005 - 0:00
Into The Enchanted Chamber
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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82

Ingredienti:
– Freedom Call, 220 gr.
– Gamma Ray ed Helloween, 100 gr.
– Uno spicchio di sinfonia dei Rhapsody.
– Mezzo cucchiaio di colonna sonora alla Enrico Pentolaio (Harry Potter).
– Un cucchiaino di velocità alla Dragonforce.
– Due cucchiai di “sviolinate” alla Elvenking.
– Cubetti di glucosio alla Sonata Arctica.

Preparazione:
Preparate un soffritto con trito di Freedom Call, Gamma Ray ed Helloween, versate la sinfonia dei Rhapsody ed insaporite col mezzo cucchiaio di colonna sonora alla Enrico Pentolaio. Chiudete la pentola e fate cuocere a fiamma dolce per una ventina di minuti circa. Rimestate ogni tanto in modo da controllare la densità del sughetto che chiameremo “sughetto della camera incantata”.
Scottate la velocità dei Dragonforce in acqua bollente per qualche minuto, poi scolatela e sminuzzatela (se ci riuscite). Fate infine imbiondire i due cucchiai di sviolinate alla Elvenking ed aggiungeteli al composto precedente spruzzando il sughetto qua e là. Pennellate il tutto definendo coi cubetti di glucosio alla Sonata Arctica, avvolgete, chiudete bene ed infornate per 25 minuti a forno già caldo.

Siooore e Siooori, comincio con l’assicurarvi che non sono impazzito e, vi presento con estremo piacere la new power sensation scandinava ed il loro album di debutto: Timeless Miracle – Into the Enchanted Chamber.
Gioiscano gli amanti di sonorità happy perché coloro che abbiamo di fronte hanno il potere di enfatizzare, sfiorando in qualche occasione anche il ridicolo,  tutto ciò che sino ad oggi avete ascoltato riguardo gli altisonanti nomi che vi ho, poco fa, elencato.
A dispetto di una copertina oscura ed “intimidatoria”, il quartetto svedese ci propone 12 manga songs (non posso davvero definirle in altro modo) che rapiscono sin dalla primissima nota di Curse of the Werewolf, e portano allegria fino all’ultima della lunghissima The Voyage, suite sinfonica come non se ne sentivano da molto, troppo tempo.

Uno sguardo, anche veloce, alla biografia è praticamente d’obbligo per uno di quei pochi gruppi che riescono a lasciare il segno dal debut album.
I “Trapped” (questo il nome della prima collaborazione tra i leader della band, Mikael Holst & Fredrik Nilsson) nascono nel 1995 ed ingaggiano alla batteria Kim Widfors che, lascia poco dopo, per uno split che fa crollare le fondamenta della band.
Pensate che il duo soltanto 6 anni dopo, nel 2001, decide di ricominciare a suonare e da qui la nascita degli “scapestrati” Timeless Miracle, scapestrati perchè non riescono a trovare un batterista ed un secondo chitarrista per la produzione di un 6-track-demo che ha registrato la presenza di una drum-machine. Una piccola label europea si accorge del loro sound ed un contratto viene firmato senza esitazione da entrambe le parti, consce che, a breve, l’innesto di un batterista professionista (Jaime Salazar) e di un esperto chitarrista (Sten Möller) avrebbero potuto contribuire alla realizzazione di questa meraviglia targata Massacre Records. Che dire, oltretutto, dell’apporto decisivo in fase di produzione, missaggio e masterizzazione di Anders “Theo” Theander (Majestic, Pain of Salvation, Last Tribe)?

Dicevamo riguardo alle manga songs?
Ciò di cui ci si meraviglia dopo più di un ascolto dell’intero disco è l’assoluta mancanza di brani scadenti; 10 track + 2 intro sinfoniche di qualità con obiettivi predefiniti: tutte hanno qualcosa da comunicare merito di una fisionomia precisa e distinguibile per ognuna di esse.
Gli spunti “micidiali” sono rappresentati dall’utilizzo del violino di Nina Christensen, dalla genialità nella composizione delle partiture di tastiera suonate da Nilsson e dalla voce atipica di Holst. La chiave di lettura di Into the Enchanted Chamber è tutta qui!
La spiccata capacità di regalare ai brani una qualità ad altissimi livelli nei cori e controcori del caso non fa altro che, come dicevo, enfatizzare i momenti melodici trasformando metaforicamente una bustina di zucchero nel più grande e dolce zucchero filato esistente.
Fissiamo, a questo punto, le top songs e le relative peculiarità del cd senza disperderci troppo in commenti sconfinati segnalando ancora una volta che, i minimi dettagli del lavoro presentano spunti (numerosissimi) tanto apprezzabili quanto impossibili da descrivere con carta e penna.

Curse of The Werewolf
Aperta da un dolce motivo di pianoforte, esplode fin da subito col suo tempo forsennato dettato dalla batteria di Salazar e dal cantato davvero particolare che ricorda da vicino (udite udite) il punk-rock moderno e quello dei Blink 182, l’effetto è assicurato così come il tentativo riuscito di personalizzare quello che già è stato portato agli atti.
La sezione ritmica “fa da padrona” sino a quando un solo lunghissimo di Keys apre al coro che definirei a “moto perpetuo” (avete presente uno di quei cori che canticchiate durante la notte nel dormiveglia?).

Into the Enchanted Chamber
La title track si apre con una Keyboard adibita a Trumpet per il più classico dei suoni alla Freedom Call, tastiera che lascia subito il posto alla esclusiva impostazione timbrica del frontman che ci indica il percorso fino allo splendido break alla “Rondò Veneziano” ed al duello tra la chitarra elettrica ed un magico violino, vinto per KO tecnico da quest’ultimo… Lascio scoprire a voi, il coro ultra-pacchiano ma di efficacia irresistibile.

The Red Rose
Qui i Gamma Ray sono ben rappresentati dal punto di vista sonoro, ci troviamo infatti al cospetto di un quattro quarti di origini classiche che ha nel suono della chitarra simile a quello del gruppo tedesco e soprattutto nell’ennesimo coro ruffiano (di matrice Dragonforce) i tratti rafforzativi. Il cambio di tono nell’ultima parte del brano, che si innalza irrimediabilmente, rende il pezzo originale e da gustare tutto d’un fiato.

The Gates of Hell
Ricordate quando vi parlai in precedenza di brani che sfiorano il ridicolo pur apprezzabili che siano? Questo è uno di quei casi.
Ricordate cosa fece il Turilli nazionale nel pezzo New Century’s Tarantella? Vi era apparso comico e grottesco?
Sappiate che al confronto con The Gates of Hell, il brano di Luca potremmo scambiarlo per una ballad filo-depressiva; malinconica e struggente. I nostri tirano fuori una cavalcata melodica dai contorni ancestrali sorretta dall’asse Nillson-Moeller e dalla straordinaria velocità di esecuzione con gli strumenti che paiono fare scintille sotto i “colpi” inferti dai loro possessori.

The Voyage
Eccola qua! La Killer track della durata di 14 minuti e 10 secondi che volano letteralmente traslandovi dal primo all’ultimo secondo e lasciandovi senza fiato per commentare. Cambi di tempo a ripetizione, introduzione rinascimentale (i 47 secondi di The Dark Side of Forest), solos aggressivi e folgoranti e pianoforte di commiato, tutto è il contrasto di tutto, genio e sregolatezza stampati sulla parte argentea del dischetto, tutto ciò che chi vive di “pane e power metal” sogna di trovare sotto il cuscino la mattina…

Insomma i lati negativi dove sono? La consacrazione definitiva del power di una certa fattura si è materializzata in questo fantomatico gruppo? La ricerca della happy metal band definitiva è terminata?
Ci siamo quasi ma non del tutto. La longevità è un fattore importante che deve essere considerato; e dubito che un disco simile possa tirare tanto in là nel tempo, la ricerca esasperata della melodia vincente è un grande pregio dei Timeless Miracle ma può essere considerata un difetto se si è alla ricerca di un prodotto a “lunga conservazione”, resterete tramortiti ed esterrefatti per i primi ascolti e poi, come accade però per quasi tutti i dischi in circolazione, lascerete svanire pian piano l’entusiasmo che vi ha condotti tra le sobrie e spensierate vie che caratterizzano Into the Enchanted Chamber.
Fatto sta che la qualità del disco non si discute, ho addirittura omesso decine e decine di particolari che lascerò a chiunque voglia avventurarsi la soddisfazione di scoprirseli uno ad uno.
Consiglio a tutti i power metallers, incalliti e non, l’acquisto del lavoro appuntando e segnalando ai detrattori del genere proposto di stare ben lontani dal gruppo svedese, nemmeno la curiosità dovrebbe spingerli ad assaggiare questa “pillola dolcificante”.

Me marrano, dimenticavo il piatto nel forno… Levate una volta gratinato e servite infine quanto preparato: powerata alla Timeless Miracle ;).

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
01.Curse of the Werewolf
02.Witches of Black Magic
03.Into the Enchanted Chamber
04.The Devil
05.The Red Rose
06.A Minor Intermezzo
07.Return of the Werewolf
08.Memories
09.The Gates of Hell
10.Down to the Gallows
11.The Dark Side Forest
12.The Voyage

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