Recensione: Keeping It True

Di Stefano Ricetti - 8 Agosto 2023 - 8:09
Keeping It True
Etichetta: Pure Steel Records
Genere: Heavy 
Anno: 2023
Nazione:
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70

Ci eravamo occupati degli svedesi Mindless Sinner recentemente, su queste stesse pagine truemetallare a sfondo nero, in occasione dell’uscita delle musicassette di Master Of Evil e Turn On The Power licenziate sul mercato fra il 2019 e il 2020 dalla label Jawbreaker Records in collaborazione con Turborock Productions.

Rispettivamente il debutto su Ep e il primo full length del combo di stanza a Linköping, Östergötland, sempre in terra di Svezia.

Un insieme di materiale interessante per chi non si accontenta mai di andare a riscoprire tutto quanto faccia parte della storia dell’heavy metal mondiale. I Mindless Sinner fanno infatti parte di quel novero di band da culto che non è mai riuscito a raggiungere i livelli di fama di Heavy Load, Torch e Axewitch, tanto per citare altre tre band di colleghi svedesi permanendo in ambito ortodosso.

Master Of Evil del 1983 e Turn On The Power del 1986 incarnano il periodo full heavy metal del gruppo, che poi, a partire da Missin’ Pieces del 1989 abbracciò sonorità legate all’hard rock di stampo commerciale cambiando addirittura il proprio nome nel più semplice Mindless. Su full length poi uscirono, tornando alle varie pubblicazioni, The New Messiah nel 2015 e Poltergeist nel 2020, entrambi a nome Mindless Sinner, segnando una sorta di ravvedimento postumo.

Ravvedimento ampiamente certificato anche dal recente Keeping It True, Cd oggetto della recensione, ripubblicato dall’inossidabile etichetta tedesca Pure Steel Records. Originariamente, infatti, vide la luce nel 2018 per la Mind Records, in modalità semi-artigianale. Trattasi della registrazione fedele della prestazione degli svedesi tenuta dal vivo sul palco del Keep It True festival 2015 il 24 di aprile di quell’anno. Dieci pezzi che guardano decisamente all’indietro, alle radici della band, quelle tutto borchie e metallo, saccheggiando non a caso i sopraccitati Master Of Evil e Turn On The Power.

Ha quasi dell’incredibile constatare che a Lauda si esibì la formazione originale dei Mindless Sinner, quella dei primi anni Ottanta, quindi Christer Göransson – voce, Magnus Danneblad – chitarra, Jerker Edman – chitarra, Tommy Viktorsson – batteria e Christer Carlson – basso, l’unico a volere cercare il pelo nell’uovo, non presente nel periodo di Master Of Evil. Al basso vi era Anders Karlsson, infatti.

Keeping It True racchiude quarantacinque minuti di metallo fumigante di stampo straclassico. I Mindless Sinner mettono su strada tutti i cavalli dei quali dispongono secondo la loro ricetta conosciuta: bordate miste a melodia. La convinzione espressa dai cinque svedesi è palpabile così come la risposta in termini entusiastici da parte del pubblico (“Broken Freedom” lo testimonia ampiamente), tipica di quando ci si ritrova di fronte una band di culto. Dai solchi di  Keeping It True l’acciaio sgorga che è un piacere, con le imperfezioni connaturate a un prodotto catturato in presa diretta senza addomesticamenti di sorta successivi.        

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

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