Recensione: Kick Down The Barricades

Di Roberto Forghieri - 9 Marzo 2014 - 20:43
Kick Down The Barricades
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Julian Angel è un poliedrico strumentista che ha dichiarato il suo amore incondizionato per l’hair metal di fine anni 80.
Due gli album incisi da solista (“Angel-Rock.Com” del 2001 e “Choreography Sucks” del 2007) prima di fondare i Beautiful Beast di cui ci apprestiamo a conoscere la terza opera, disponibile a seguire i precedenti “Adult Oriented Candy” del 2011 e “California Suntan” del 2012.
Al fianco di Julian Angel (voce e chitarre) troviamo Frank McDouglas al basso e Ramy Ali alla batteria.
“Kick Down The Barricades” è quindi un album di hard melodico di chiara matrice ottantina, per cui messi i paletti, possiamo proseguire all’ascolto della “Bellissima Bestia” di “Giuliano Angelo” (concediamoci un pizzico di ironia!).

“Bad Boys Never Dance” è una canzone che potrebbe aprire un cd di Icon o dei primi Dokken. O ancora dei Keel o dei Rough Cutt: la voce di Julian è un po’ Vince Neil, un po’ Alice Cooper.
“Big Stuff” si avvicina invece di più ai Mötley di “Theater Of Pain” e “Dr. Feelgood”, ma pure ai Poison dei primi tre album: una party song da classico video “band-sul palco e ragazze in bikini”.
“Can’t Stand The Fiction“ è poi un altro easy listening–rock’n’roll da strada assolata, Ferrari cabrio e bionda platinata, mentre “Shock’em Dead” paga dazio al secondo lavoro dei Crüe, “Shout at the Devil”, segnalandosi per un solo di Angel straripante.

“The Night Cries For You” è il momento “ballad” e quindi abbracciamoci e facciamo l’onda, dondolandoci a destra e sinistra, sono ammessi zippos accesi: insomma, roba classica da “eighties”…
La saltellante “Unsexy” è quindi un tributo ad “Unskinny Bop”, cui manca solo un pizzico di capacità di trascinare che è prerogativa del grande successo dei Poison.
“Kick Down The Barricades” invece, oltre a dare il titolo a tutto il lavoro, si porta su sonorità alla Guns’n’Roses con un intro che ricorda “Paradise City”, per poi indirizzarsi ancora una volta verso lidi cari a Sixx e compagni.
Ancora Guns, per “Shake Me Back Home” che questa volta però “tirano” verso suoni più caldi: il nome che sovviene in questo caso è quello dei Cinderella (quelli di “Heartbreak Station”). Angel si ritaglia uno spazio ben sfruttato con il solo forse più ispirato di tutto il cd.

“High On Love” è puro divertissement che con una certa leggerezza, si dimostra essere il brano più accattivante di questo “Kick Down The Barricades”.
Siamo arrivati in fondo: resta da ascoltare “Six In The Red”,  ultimo viaggio a ritroso nel tempo dei Beautiful Beast, sempre in bilico tra Mötley, Ratt ed il meglio espresso da quegli anni.

Via, non è necessario andare troppo oltre: siamo certi che avete capito a chi è principalmente indirizzato questo “Kick Down The Barricades”, quindi…Take It Or Leave It!

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