Recensione: Live

Di Paolo Beretta - 25 Settembre 2003 - 0:00
Live
Band: AC/DC
Etichetta:
Genere:
Anno: 1992
Nazione:
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88

Adoro i Live album. Trovo bellissimo poter sentire i fans partecipare attivamente all’esecuzione dei pezzi. Mi emoziona sentire la platea in ansia poco prima dell’inizio del concerto. Certo, per la riuscita di un disco dal vivo è necessario che questo esca in un momento opportuno. La scaletta, infatti, deve essere varia e la band in un ottimo stato di forma per non rovinare il tutto. Nel 1992, dopo la registrazione nel tour del più che buono The razors edge, esce il secondo live della storia degli AC/DC. Un capolavoro che in 14 tracce riassume 20 anni di Hard rock sublime. “Angus – Angus – Angus”! Questo è l’urlo che, con forza, esce dal pubblico pochi attimi prima dell’inizio. La tensione cresce e poi il solos di Young ci dà il benevenuto. Le sue mani vanno veloci e con basso e batteria al seguito Thunderstruck esplode in tutta la sua potenza. Una vagonata di successi, una marea di riff sporchi, tantissimi cori più o meno melodici, una produzione cristallina, una prova maiuscola di tutto il gruppo. Dopo l’opener a mantenere caldo il pubblico ci pensa Shot to thrill che con i suoi ritmi assassini iniziali impreziositi da un ottimo break centrale sono puro godimento. Back in black! Un riffing così pieno e tetro è capace di scuotere gli alti piani dove Bon riposa. Subito dopo arriva Who made who che come in studio version conserva la sua ammaliante bellezza nella fase di preparazione al chorus seguito da un solos rabbioso. E dopo è il momento della pioggia metallica ce risponde al nome di Heatseeker. The Jack vede invece come protagonista assoluto la platea perdere,a forza di urlare, la voce nel coro lento ed inesorabile. Moneytalks. Sono sempre loro, i soldi, quelli che assillano la nostra vita. Gli australiani cantano una grande verità con classe in una ballad d’autore. Dopo le campane da brividi di Hells Bells ( ricordi d’infanzia ) ecco riproposte in successione Dirty deeds done dirt cheap e Whole lotta rosie che rivangano il passato, la prestioria, della band. Eccezionale Brian che non fa rimpiangere i tempi che fuono con una prova maiuscola. La fine del disco propone You shook me all night long; forse la Hit più famosa del gruppo. La Fear of the dark degli Iron Maiden ed è da pelle d’oca sentire in sede live un mare di gente urlare con passione una di quelle canzoni che ha fatto la storia della nostra musica. Ancora anni ’70 con Highway to hell e T.N.T.; due brani che non potevano mancare. I due cori sono semplicemente eccezionali. Il primo più incalzante e melodico, l’altro più rude e scarno lasciano l’ascoltatore in estasi di fronte a tanta abbondanza. A For those about to rock ( We salute you ) l’onore di lasciare i fans in un tripudio generale. Degna conclusione per uno dei Live album più riusciti di sempre. Comprarlo è un obbligo se si ama la buona musica in generale!    

01.Thunderstruck
02. Shoot to thrill
03. Back in black
04. Who made who
05. Heatseeker
06. The jack
07. Moneytalks
08. Hells bells
09. Dirty deed done dirt cheap
10. Whole lotta rosie
11. You shook me all night long
12. Highway to hell
13. T.N.T.
14. For those about rock ( We salute you ).

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