Recensione: Live In Studio

Di Enzo - 12 Novembre 2002 - 0:00
Live In Studio
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Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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60

Ci sono band che hanno fatto la storia del metallo, band come i Metal Church del grande David Wayne, che sembra che siano sempre
via via più dimenticate dal grande pubblico. Queello dei Metal Church era un ferrigno e metallico power/thrash (anche se può sembrare riduttivo
definirlo così) americano, power che ha nulla da spartire con le centinaia di band europee e non che imperversano oggi sulla faccia del pianeta,
la maggior parte delle quali anche abbastanza scontate nelle idee musicali e nel sound. Perchè questa breve introduzione? Semplice, perchè i
Nameless Crime in questo loro secondo demo lasciano intravedere chiaramente le loro influenze che caratterizzeranno il prossimo album
d’esordio, ovvero, puro, semplice ed incondizionato US power degli anni 80 sull’influenza dei maestri Metal Church.
I Nameless Crime sono una band napoletana davvero promettente dell’underground italiano, e questo lo avevamo già annunciato nella
trattazione del loro precedente demo. In questo nuovo demo dal titoloLive In Studio sono presenti due tracce che compariranno nel
prossimo full-lenght. Il primo pezzo è Nameless Crime(live in studio version), irrompente fin dal massiccio inizio, il muro sonoro è
davvero d’impatto, ed i riff sono ben assimilabili dopo i primi ascolti. Certo non digeribili dall’inizio, in quanto il tipo di sound non è il massimo
della melodia sinfonica a cui tanti ci hanno, male, abituato. La voce del nuovo singer Manda sembra essere all’altezza della situazione, forse con
qualche piccolo accorgimento sulla pronuncia, il feeling tuttavia si mantiene alto durante lo svolgimento del pezzo. Sempre ottima la prova del
chitarrista Marco Ruggiero che nel gran bell’assolo dimostra a tutti di saperci davvero fare. Forse colpa della versione live e della produzione
non esaltante, la batteria risulta abbastanza sottotono e dal sound poco “splendente”, ma è certo un difetto del tutto marginale in un demo.
Il secondo pezzo Last Tears Of The Blind(live in studio), parte con una cavalcata di riff che crea un crescendo di vera potenza sonora.
Pezzo caratterizzato da un incedere puramente thrash che mi porta alla mente album quali The Dark, dei Metal Church. L’assolo iniziale riesce ad
essere più bello e complesso del precente brano. Verso la fine del pezzo tornano irrompenti le melodie pesanti e massicce dell’inizio della song
che pongono fine a questo piacevole e puramente metallico brano. La terza traccia è una cover, trattasi di Hail And Kill (degli incoverizzzabili per
me) Manowar, cover che per altro fa bella presenza anche nel tributo italiano fatto ai King, recensito su queste stesse pagine. Il brano è eseguito
all’altezza della situazione, ed in particolare, la voce del cantante è davvero in gran forma! Mi aspetto sicuramente di vedere se dal vivo renderà
così bene. Bhe, i tempi per un debut sono maturi, e certo il prossimo full-lenght son sicuro che renderà felici tutti gli amanti delle sonorità tanto
care alla band di David Wayne.

Tracklist:
Nameless Crime
Last Tears Of The Blind
Hail and Kill

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