Recensione: London Apoclypticon – Live at the Roundhouse

Di Andrea Bacigalupo - 15 Febbraio 2020 - 15:12
London Apoclypticon – Live at the Roundhouse
Band: Kreator
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Thrash 
Anno: 2020
Nazione:
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85

Per centocinquanta volte la bandiera dell’odio è stata issata in alto su un pennone, toccando i cinque continenti. E’ questo il numero di concerti che i Kreator hanno tenuto durante il ‘Gods of Violence Tour’, che è culminato a Londra con la fragorosa performance che si è tenuta il 16 dicembre 2018 alla Roundhouse, leggendaria sala da concerti dalla forma circolare, costruita nel 1847, che ha accolto artisti del calibro dei Pink Floyd, Genesis, Rolling Stone e Led Zeppellin, giusto per citarne qualcuno.

Questa importante tappa è stata scelta per immortalare la furia live che i Kreator sanno scatenare sui palchi incidendola su supporto magnetico, disponibile, Via Nuclear Blast, dal 14 gennaio 2020.

Inoltre, le versioni in pacchetto CD – Blu-Ray raccolgono le esibizioni tenutesi in Cile nel 2018 e nella Repubblica Ceca, come Headliner del Masters of Rock, nel 2017.

In questa sede ci occupiamo del CD relativo all’assalto perpetrato alla città sul Tamigi.

Che dire: ‘la forza è potente’ nei Kreator, che la scatenano con insana violenza, riversandola ferocemente sulla folla, facendoci dimenticare che sono passate ben più di tre decadi dalla loro entrata in scena con quella furia sonora che è ‘Endless Pain’.

Certo di lava ne è passata sotto i ponti: Rob Fioretti è stato più volte sostituito, Ventor è uscito e rientrato, si sono alternati diversi chitarristi e Mille Petrozza non ha più la stessa voce di quando aveva vent’anni, ma i Kreator del nuovo millennio impattano da paura con il loro Thrash, ritornato vero dal 2001 con ‘Violent Revolution’, fatto di melodica violenza, di riff abrasivi, ritmi marziali e caustici e tanta tecnica micidiale: un martello demolitore in pratica.

Non c’è quindi da meravigliarsi se la setlist pesca soprattutto dal lavoro dell’ultimo ventennio, regalando pochi momenti nostalgici del passato, ma obbligatori, pena decapitazione, ed escludendo pressoché totalmente la produzione degli anni ’90, periodo in cui la band prese la via, non proprio riuscita, della sperimentazione.

London Apoclypticon’ scatena un sound incessantemente pesante e pungente ed emana parecchia energia, mostrando una band in gran forma che non si risparmia, grazie, anche, ad una produzione che, non totalmente raffinata, riesce ad esaltarne bene le qualità artistiche.

Si entra nel girone dei violenti dell’inferno personale dei Kreator con l’intro ‘Choir of the Damned’, da ‘Pleasure to Kill’ del 1986, per poi passare alla ferocia di ‘Enemy of God’, dall’album omonimo del 1985: potenza, cambi di tempo, un refrain collerico e tanto di Twin-Guitar: è un esplosione di rabbia e violenza.

E’ ‘Hail to the Hordes’ a rappresentare, per prima, l’ultimo lavoro in studio, ‘Gods of Violence’ del 2017, dinamica, molto Heavy Metal, con melodie che richiamano i conterranei Running Wild.

Awakening of the Gods’, dallo storico EP ‘Flag of Hate’ del 1986 ci riporta bruscamente indietro, quando tutto era nuovo: veloce, potente, irascibile, è un brano che non perdona.

Ci fa fare invece un piccolo salto in avanti ‘People of the Lie’, pezzo forte dell’album ‘Coma of Souls’, dato alle stampe nel 1990.

La scaletta prosegue intensa e martellante … non dà tregua: la potente ed epica ‘Gods of Violence’, la scura ‘Satan Is Real’, ‘Phantom Antichrist’ introdotta da ‘Mars Mantra’ e ‘Fallen Brother’, sono devastanti, ma su tutte ‘Flag of Hate’, in ‘Endless Pain’ del 1985 ed uscita anche come singolo, è una vera esecuzione di massa, iperveloce e marziale, non fa prigionieri.

Il periodo sperimentale degli anni ’90 è rappresentato solo dalla semi ipnotica ‘Phobia’ da ‘Outcast’ del 1997.

Seguono ‘Hordes of Chaos’ e ‘Violent Revolution’, entrambe Title Track degli album usciti rispettivamente nel 2009 e nel 2001.

Ma la botta finale, la grande mazzata, è data dalla sempiterna ‘Pleasure to Kill’, classico del 1986 che rappresenta l’essenza del Thrash.

Il concerto termina con la marziale e breve ‘Apocalypticon’, da ‘Gods of Violence’, che segna la fine di un’esibizione violenta, cruda ed incandescente … viva quanto un cuore pulsante.

Certo, qualcosa da ‘Terrible Certainty’ ed ‘Extrene Aggression’ non avrebbe guastato, ma i brani validi sono tanti e la durata di un concerto sempre poca: qualcosa deve essere escluso per forza.

London Apoclypticon – Live at the Roundhouse’ chiude un periodo, ma i Kreator non si fermano: un nuovo tour li attende con partenza a marzo 2020 dall’europa dell’Est per estendersi poi nel continente.

Una macchina da guerra, un rullo compressore, una forza della natura. Grandi Kreator!!!

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