Recensione: Lost In Hollywood Again
C’era bisogno di un altro live di Graham Bonnet che suona, per l’ennesima volta, i pezzi che cantò ai tempi dei vari Rainbow, Alcatrazz e MSG? Forse proprio bisogno no, ma l’occasione per registrare questo Lost In Hollywood Again (dove l’accento va posto sia su Hollywood che su Again) era ghiotta. Trattasi, infatti, della trasposizione su disco, o quel che rimane di un disco nella fluida epoca digital che viviamo, della prestazione tenuta dalla Graham Bonnet Band il 29 Agosto 2024 presso il celeberrimo Whisky a Go Go, sul Sunset Strip di Los Angeles, luogo mitico del rock e simbolo della sua decadenza colorata e slabbrata negli anni Ottanta.
Va detto che il risultato che ho tra le mani (digitali) è di tutto rispetto: non soltanto la band interpreta splendidamente i brani immortali che Bonnet ha avuto la buona sorte di interpretare (alla grande), ma il tutto è reso particolarmente piacevole da una registrazione davvero live e una produzione che probabilmente si è limitata a limare qualche suono qua e là. Insomma, ascoltando Lost In Hollywood Again, sembra di stare lì, sotto il palco del Whisky a Go Go in quella calda sera d’agosto dell’anno scorso.
Va da sé che non abbia senso commentare la qualità dei pezzi. Quando una scaletta include brani come Eyes Of The World, All Night Long, Love’s No Friend, Making Love e Since You’Ve Been Gone, tutti dei Rainbow, il vecchio rocker finisce per commuoversi e ritrovarsi nostalgico di un tempo che, lo sa, non tornerà.
E che dire di una dinamicissima Lazy (dei Deep Purple, per chi, sciaguratamente, lo ignorasse), o di Too Young To Die, Too Drunk To Live (Alcatrazz) e Desert Song, o Assault Attack (MSG)?
Accanto a questi mastodonti, riescono a non sfigurare i pezzi della Graham Bonnet Band, come le belle Imposter e, soprattutto, Into The Night. E questo è un bel segno della vitalità della produzione di un artista che ha saputo sopravvivere ai decenni della propria carriera.
In conclusione, Lost In Hollywood Again è un piacevole salto nel passato, con qualche sussurro di presente. Ascoltatelo in auto, su un treno, o mentre rassettate casa: vi troverete ad ammirare per l’ennesima volta melodie che sono incastonate sulle pietre miliari dell’heavy rock e vi considererete fortunati ad aver incocciato un tizio di nome Graham Bonnet nella vostra vita.
