Recensione: Magic Moments

Di Fabio Vellata - 26 Maggio 2020 - 20:38
Magic Moments
Etichetta: Pride & Joy Music
Genere: AOR 
Anno: 2020
Nazione:
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75

È la stagione.
Belle giornate, clima tiepido, luce radiosa.
La voglia di tornare ad assaporare un po’ di vita e serenità dopo uno dei periodi più neri della nostra storia recente.
Un mood ideale per continuare a concentrare la nostra attenzione sulle meraviglie sonore che può offrire un mondo magico come quello dell’AOR.

Nel nostro intenso peregrinare alla ricerca di “good vibrations” – come solean dire i cari, vecchi Beach Boys – c’è capitato d’imbatterci in un gradito come back, quello dei Sapphire Eyes.
Band effettivamente poco conosciuta ma dotata di qualche buon numero, li ricordavamo per un debutto “caruccio” edito nel remoto 2011 e per un secondo capitolo uscito in tempi più recenti. Era il 2018.
Svedesissimi nell’impostazione (seppur guidati al microfono dal finlandese Kimmo Blom), ai Sapphire Eyes è sempre stato facile accomunare Urban Tale, Alyson Avenue e Second Heat. Band appartenenti ad un circuito endemico della terra scandinava con cui condividere stile e musicisti: un modo d’intendere il rock melodico che spesso abbiamo potuto definire Scandi-Aor. Luminari del settore e probabile termine di paragone ultimo (e difficilmente eguagliabile), i Work of Art.

Senza possibilità di sconfinare in territori che non siano quelli d’origine, anche per il terzo cd edito in quasi due lustri di carriera, il canovaccio è, insomma, bello che definito.
Melodia, tanta. Cori, quanto possibile orecchiabili. Un po’ di zucchero seminato tra le pieghe di canzoni mai aspre. E soprattutto un approccio che offre sempre l’idea di un ampio sorriso rivolto ad una bella giornata di sole.
Magari non di quelle torride vissute su di una spiaggia Californiana. Piuttosto, legate ad atmosfere più tiepide, tipiche di un’estate nordica.
Non manca poi una bella produzione, con suoni levigati e ben definiti, elemento irrinunciabile per qualsiasi fautore del tipico sound nord europeo.

Non brillano per idee di caratura realmente superiore ne per una personalità tanto accentuata da farli indicare come dei fuoriclasse. Però la loro positività, questa carica di energia benevola che si spande ascoltandone le canzoni, non tarda a farli piacere. A renderli una compagnia molto gradita e spensierata.
Brani dalla facile assimilazione come “Still Alive”, “I Never Meant to Hurt You” e “Bring Back The Night” (con l’ospitata di Anette Olzon, pure lei ex degli Alyson Avenue) lasciano una buona sensazione di amichevole leggerezza che ben si lega ad un clima finalmente rassicurante come quello di questa estate anticipata.
Non è nulla che cambi la vita. Tuttavia, vuoi per i suoni ben confezionati, vuoi per le canzoni che spesso riescono a farsi apprezzare in virtù di armonie fresche e vitali, anche questo terzo album dei Sapphire Eyes va in archivio con buona soddisfazione ed una bella pacca sulla spalla.

Se ne può fare a meno. Ma qualora capiti l’occasione, un ascolto lo si da ben volentieri.

 

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