Recensione: Metal! Live In Bahrain Vol. 1

Di Roberto Castellucci - 5 Agosto 2021 - 22:20
Metal! Live In Bahrain Vol. 1
Band: AA. VV.
Etichetta: Studio 77
Genere: Vario 
Anno: 2019
Nazione:
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71

Esterno notte, dehor di un pub immerso nel verde. Tre amici raccontano le loro esperienze estive in una di quelle serate settembrine, fresche ma non fredde, in cui si può ancora restare in maniche corte ben oltre la mezzanotte:

  • Com’è andata al Wacken?’ – ‘Spettacolo puro, fantastico. Un mucchio di gente, tutti amici, tutti ubriachi, nemmeno una rissa, commovente’.
  • ‘E tu, all’Hellfest?’ – ‘Che casino, mamma mia, mai visti tutti ‘sti metallari messi insieme‘.
  • E tu?’ – ‘Io sono stato a Manama a godermi i migliori concerti Metal di tutto il Regno del Bahrain, infiammandomi la gola tra un concerto e l’altro nelle gloriose serate Karaoke al Diggers Pub del Delmon International Hotel’.

Roba da tirarsela per mesi senza timore di venir superati. Questa sì che sarebbe un’estate alternativa, la Nuova Frontiera dopo lunghi anni di giganteschi festival open air tutti uguali. Aver recensito il secondo volume della serie “Metal! Live In Bahrain” mi ha permesso infatti di individuare un nuovo obiettivo: una settimana di headbanging sfrenato a Manama, capitale del Regno insulare del Bahrain, e inoltre, con un po’ di fantasia, probabile futura capitale mediorientale del Metal in tutte le sue declinazioni. Quando si dice un’isola felice…e infatti, non appena mi sono reso conto che un viaggio in quelle zone sarà piuttosto difficile da organizzare con moglie e figli al seguito, ho deciso di seguire un sentiero già battuto in più occasioni: ho cercato in rete il primo volume della serie per prolungare la bella esperienza. La formula è pressochè identica a quella incontrata nel Vol. 2: il “Vol. 1” raccoglie le registrazioni dal vivo di quindici canzoni facenti parte del repertorio di quattro interessanti gruppi, più una bonus track di una quinta band estratta da un EP di recente pubblicazione. La produzione sonora, anche in questo caso, porta la firma dell’ottimo Hani Taqi dello Studio 77: esattamente come nel “Vol. 2″ il buon lavoro dietro al mixer riproduce fedelmente i suoni degli strumenti e gli sforzi dei cantanti. Volendo essere sinceri, ad un ascolto attento, in questo disco si percepisce la volontà di mantenere nel risultato sonoro finale una sottile patina grezza, capace di calare gli ascoltatori nell’atmosfera di locali notturni esotici e sconosciuti. Hani Taqi ha registrato le performance dei gruppi di “Metal! Live In Bahrain – Vol.1” nel Republiq Lounge, nel Polo Lounge e nel già citato Diggers Pub, tutti situati a Manama: è innegabile come la singolare apertura nei confronti del Metal da parte di questi locali abbia favorito l’inaspettata fioritura di musicisti e gruppi di buon livello, dimostrando per l’ennesima volta come la dimensione live sia indispensabile per la nascita e lo sviluppo di scene musicali sane e vivaci. Senza ulteriori indugi proseguiamo con l’esplorazione di questa ricca scena analizzando le bands presentate in “Metal! Live In Bahrain – Vol.1”.

 

BLOODSHEL

I Bloodshel, quartetto nato nel 2012, presentano cinque canzoni estratte dal loro primo full-lengthPhase One”, uscito nel 2018. Il loro pesante Hard Rock si lascia ascoltare volentieri grazie a riff e suoni di chitarra talmente orecchiabili e profondi da avvicinarsi con disinvoltura alle incarnazioni più groovy del Metal dell’ultimo decennio: non siamo ai livelli degli svizzeri Pure Inc. ma ci andiamo molto vicino. Il timbro graffiante del cantante in qualche occasione mi ha pericolosamente ricordato Masaki Yamada, voce dei Loudness nel loro album omonimo del 1992: lo si consideri pure come un grande valore aggiunto.

 

MOTÖR MILITIA

Il richiamo ai Motörhead e ai Metallica di “Motorbreath” e “Metal Militia” è più che altro da intendersi come un omaggio alla Storia del Metal, dal momento che ci si  limita ai vocaboli usati nella composizione del monicker. Il quintetto, attivo dal 2001 e con all’attivo ben tre album, propone infatti un solido Thrash Metal molto vicino al Death, arricchito da numerose ed efficaci suggestioni Hardcore, soprattutto nella voce del cantante e nei devastanti cori che, come nel brano “Ascendancy”, rendono l’esperienza live sicuramente accattivante e godibile. Nei quattro brani dei Motör Militia scelti per “Metal! Live In Bahrain – Vol.1” si avverte talvolta qualche richiamo a certi lavori dei Soulfly, principalmente in “Supremacy”, sesto brano della compilation. Promossi senza riserve.

SMOULDERING IN FORGOTTEN

Chi ha letto la recensione di “Metal! Live In Bahrain – Vol.2” probabilmente ricorderà il nome del chitarrista Omar Zainal, citato nella formazione degli Hellionight, gruppo Speed/Thrash indicato come il side project di questo musicista. Gli Smouldering In Forgotten rappresentano la sua prima band, attiva dal 2005 con alle spalle la pubblicazione di tre album; pur non essendo più accreditato nella formazione del gruppo gli riconosciamo il merito di aver contribuito a creare un robusto combo autore di brani rocciosi e coinvolgenti. La band costruisce i suoi brani partendo da solide fondamenta Black Metal con un piede, pardon, uno zoccolo saldamente piantato nel Death anni ’90. Prendete quest’affermazione con le dovute molle, ma il disco che la musica degli Smouldering In Forgotten ha subito richiamato alla mia memoria è “Dark Endless”, storico primo album dei Marduk: per lo meno vi potete fare un’idea della libidine a cui rischiano di andare incontro le vostre orecchie…

CREATIVE WASTE

I Creative Waste sono l’unica band presente nella serie “Metal! Live In Bahrain” a non essere figlia del dinamico Regno insulare. Il quartetto, nato nel 2002 in Arabia Saudita e dedito alla produzione di un Grindcore affilato e violento, si è reso protagonista di un evento a suo modo epocale che vale la pena di essere ricordato. I Creative Waste sono il primo gruppo più o meno Metal ad aver suonato in pubblico in Arabia Saudita nel 2019, dopo ben dieci anni di scomparsa della musica estrema dai riflettori. Uno spiacevole evento accaduto dieci anni prima, infatti, ha costretto la scena Rock/Metal saudita a rifugiarsi interamente nel sottobosco underground: nel 2009 un grande concerto tenutosi nella capitale saudita Riyadh, sovraffollato probabilmente a causa dell’incauta vendita di troppi biglietti, divenne così turbolento da provocare un intervento piuttosto muscolare da parte della polizia, con tanto di arresto dei due organizzatori. Un gruppo dal vissuto così particolare avrebbe meritato forse un po’ più di spazio: purtroppo troviamo soltanto due brani di questa band nella compilation, ed è un peccato perché lo stile musicale dei Creative Waste è fluido e molto divertente. I quattro furibondi sauditi, complice anche l’inusuale minutaggio di uno dei brani selezionati, “Defeatist”, talvolta sembrano andare oltre le consuetudini del genere musicale di appartenenza, scivolando spesso in un Thrash Metal evoluto e completamente sotto steroidi: i lettori curiosi sappiano che l’ascolto dei loro due full-length può regalare parecchie soddisfazioni. Per amor di cronaca, parlo di “Slaves To Conformity” del 2012 e dell’ultimo “Condemned”, uscito nel 2020. Sicuramente un gruppo da tenere d’occhio.

La traccia posta in chiusura di “Metal! Live In Bahrain – Vol.1” è infine “Away From The Dark” dei MUST!. Unico brano di questa band accolto alla fine della raccolta, viene indicato come bonus track: la canzone difatti non è una registrazione dal vivo ma un estratto dall’EP omonimo, pubblicato nel 2020. Spiace dirlo ma il brano è la proverbiale mosca bianca, non solo per il fatto di non essere frutto diretto dell’attività live: la canzone rimane negli angusti confini di un Rock melodico che, per dirla sinceramente e in modo altamente professionale, non è né carne né pesce. L’ascolto di “Away From The Dark” viene reso ancora più difficile dalla mediocre voce del cantante Ali Alasfoor, il che rappresenta un motivo in più per fermarsi alla precedente traccia n° 15 del disco, la movimentata “Overdose” dei Bloodshel. Da segnalare la presenza dietro alle pelli dei MUST! di Ryan John, batterista della band Lunacyst, i cui brani confluiti nel volume 2 della serie “Metal! Live In Bahrain” risollevano notevolmente l’onore di questo onesto e capace batterista.

Eccezion fatta per lo scivolone rappresentato dalla scelta della bonus track, le restanti quindici  tracce meritano l’attenzione di tutti coloro che, rimasti sorpresi come me dalla qualità del secondo volume di “Metal! Live In Bahrain”, desiderano approfondire ulteriormente l’indagine di una delle più sorprendenti realtà underground contemporanee. Buon ascolto a tutti e…forza Studio 77, aspettiamo il terzo volume!

 

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