Recensione: Nemofilista

Di Daniele D'Adamo - 16 Ottobre 2025 - 16:00
Nemofilista
Band: Tanvald
Genere: Black 
Anno: 2025
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
73

Nemofilista, cioè una persona che ama e apprezza i boschi e le foreste. Così è il titolo del debut-album dei Tanvald, band costituita come da tradizione da un solo attore che si occupa di tutto, Somnium.

Tradizione specificamente rivolta al black metal ma, soprattutto, al suo sottotipo atmosferico. Che, nel caso in ispecie, assume i connotati di una sorta di pietra miliare che delinea in tutto e per tutto i dettami di base del suddetta tipologia artistica. Sì, perché “Nemofilista” è un ottimo raccoglitore di racconti che si odono sussurrare dalla Natura nelle sterminate, fredde foreste della Cechia. Musicati da morbidi, immaginari paesaggi rupestri resi vivi dall’ambient, elemento imprescindibile nel modo più assoluto quando si tratta di atmospheric black metal, appunto.

Il black c’è, ovviamente, ma spesso dirada il suo fragore per far posto alla calma, alla riflessione, alla nascita di domande senza risposta se non coadiuvate dall’essenza del male di vivere, che accompagna passo dopo passo lo scorrere del tempo all’interno del full-length. La vicinanza al depressive black metal se non addirittura al suicidal è davvero minima, anzi si può azzardare che l’atmospheric sia figlio dei due.

Definizioni a parte, “Nemofilista” è sorretto da una produzione minimale, tale da rendere difficile la piena comprensione dei brani, pure manovrando l’equalizzatore del lettore utilizzato. Anche in tal caso si tratta di un accorgimento voluto, allo scopo di attivare le zone del cervello deputate alle visioni lisergiche che la musica ambient riesce a materializzare. Ecco che, allora, si dipanano davanti agli occhi alte vette dalle cime innevate, ricche di alberi e piante, coperte da boschi e foreste in cui è pauroso addentrarsi.

Il disperato screaming di Somnium, come ben si può prestare orecchio nella title-track, tuttavia, suggerisce un malessere interiore tale da spingere l’anima proprio dentro quella fitta vegetazione come se essa si volesse nascondere agli occhi di un Mondo ormai cupo e malato. Vincendo il timore della solitudine e dei rischi derivati dalla presumibile presenza di animali selvatici.

La melodia è presente, come del resto accade spesso in questi casi, ma non è invadente o, peggio, di facile presa. Anch’essa segue la natura intrinseca del disco, manifestandosi raramente e con poca intensità. Del resto “Nemofilista” è improntato su una percezione acustica come se fosse riprodotto a centinaia di metri di distanza, passando in mezzo alle fronde di una fitta selva oscura (“Otupĕlý“).

Ponendo l’attenzione su ogni dettaglio, invero, a poco a poco si scopre la matrice di base che regge l’impalcatura sulla quale è appoggiato il platter. Posto e considerato che l’ambient la fa da padrone ovunque, dello screaming del Nostro s’è detto. Oltre a esso, compare a volte una chitarra distorta con il classico – per il black metal – timbro zanzaroso, ben supportata dai morbidi giri del basso, questo percepibile con chiarezza. Anche le partiture della batteria vagano qua e là per il lavoro, tenendosi sempre su ritmi piuttosto rallentati, a parte l’eccezione che conferma la regola in “Vztek“, ove si scatena la furia dei blast-beats. Gli arpeggi di chitarra, sostenuti dal vacuo suono delle tastiere, regalano un tocco di malinconia al tutto, rammentando che, in primis, i Tanvald declinano per natura verso sentimenti profondi come la tristezza e la nostalgia.

I brani, di lunga durata, non si rivelano ai primi passaggi ma offrono le loro fattezze compositive solo dopo aver metaforicamente camminato per giorni e giorni nelle foreste così tanto amate da Somnium. Il tutto si svolge in un’atmosfera rarefatta ma tangibile, prova che il Nostro è riuscito nel suo intento di dare alla luce un’opera che attragga chi ascolta, poco alla volta, ad addentrarsi in ciò che non conosce ma che lo porterà alla pace dei sensi e, forse, all’oblio.

Nemofilista” è un buon LP di atmospheric black metal, dotato di un altrettanto buon songwriting. Inutile dire che la sua inascoltabilità tecnica lo rende un prodotto adatto ai soli appassionati di questo meraviglioso sottogenere del nero metallo. Questo è un po’ un peccato, poiché si sarebbe potuto cogliere di più, dalle mani di Somnium.

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Tanvald

Band: Tanvald
Genere: Black 
Anno: 2025
73