Recensione: Nil Recurring

Di Nicola Furlan - 14 Aprile 2008 - 0:00
Nil Recurring
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2008
Nazione:
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70

Dopo l’ennesimo successo discografico, ottenuto con “Fear of a Blank Planet”, i Porcupine Tree pubblicano “Nil Recurring”. Si tratta di un EP di soli quattro brani che contiene materiale registrato in contemporanea con il full-length precedente, ma escluso per problemi di spazio. Inizialmente infatti la band di Steve Wilson non aveva previsto una vera e propria release, visto che l’album era stato stampato dalla loro etichetta personale, la Transmission, con una tiratura di sole cinquemila copie.

Il successo e l’apprezzamento ottenuto da questa edizione limitata del disco ha fatto sì che la Peaceville se ne sia interessata e abbia investito su “Nil Recurring” ristampandolo. Questo insolito modo di procedere porta necessariamente con sé diversi interrogativi sull’effettiva utilità di questo secondo EP, visto che i suoi brani avrebbero potuti essere inclusi in un secondo CD al momento dell’uscita di “Fear Of A Blank Planet”.

 

A parere di chi scrive, la scelta di non accorpare tutti i pezzi in un unico album è stata giustificata da diverse valide ragioni: se da un  lato il songwriting si rifà ai capitoli iniziali della vita artistica dei Porcupine Tree, dall’altro i testi di questo nuovo EP appaiono strettamente legati alle tematiche trattate da “Fear Of A Blank Planet”.

Le ritmiche appaiono più complesse e caratterizzate da un sottofondo quasi ruvido e tribale. Elemento ulteriore che ne differenzia gli aspetti è un atteggiamento diretto e potente nell’interpretare certi break. Le atmosfere musicali appaiono così di grande impatto ed evidenziano la volontà di porre l’accento più sull’aspetto emotivo che su quello puramente tecnico.

Come mostrano i precedenti lavori, i Porcupine Tree ci hanno abituati a continui riferimenti alla scena progressive psichedelica e ai suoi indiscussi maestri. Parlo in primis di “What Happens Now?”, che richiama istantaneamente l’era Pink Floyd nata con “Up The Downstair”, e che ha trovato in “The Sky Moves Sideways” il riferimento più prossimo. Quello che però distacca maggiormente il quartetto britannico dal suo passato è un approccio compositivo più nervoso e aggressivo, dove le ritmiche sono complesse ma, allo stesso tempo, riescono a mantenere un atteggiamento diretto, seppur sperimentale e caotico. Allo stesso tempo sono anche numerosi gli intermezzi dilatati e di ampio respiro, come il tappeto ritmico steso sulla title track da un ispirato ospite dal nome altisonante: Robert Fripp (storico fondatore dei King Crimson), valore aggiunto di invidiabile caratura.

 

I brani in questione non costituiscono certo composizioni musicali scadenti, volutamente non inserite nell’EP “Fear of a Blank Planet”: se si presta più attenzione durante l’ascolto, si comprende facilmente che anche queste composizioni, ricche di significato, sono frutto di una intensa ricerca interiore, tipica della produzione di questo grande gruppo. È questo un altro episodio che costituirà molto probabilmente il ponte di transizione verso il prossimo capitolo discografico. Restiamo impazienti ad attendere. Nel frattempo godiamoci “Nil Recurring”; ne vale davvero la pena.

 

Nicola Furlan

 

Tracklist:

01 Nil Recurring

02 Normal

03 Cheating the Polygraph

04 What Happens Now?

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