Recensione: Oceanic

Di Xtatrank - 30 Giugno 2003 - 0:00
Oceanic
Band: Isis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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75

L’oceano è una delle più grandi forme di energia della Terra, e l’uomo di fronte ad esso è totalmente impotente. Ascoltare “Oceanic” degli Isis è come sedersi su una scogliera ed osservare i movimenti del mare: onde, spruzzi, tempeste, ma anche calma piatta e tranquillità totale. Un vortice di emozioni forti, ora violente ora appena percettibili, un lungo viaggio in un mondo parallelo in cui l’acqua è l’elemento dominante. Questo è “Oceanic”, metaforicamente parlando. La musica degli Isis viene spesso descritta con una serie di etichette come post-core, stoner rock, sludge. Molti vedono somiglianze con gruppi come i Neurosis, Melvins, Breach o Earth. A mio parere tali classificazioni sono totalmente inutili, vista e considerata l’originalità e la personalità di questo lavoro. Partititure molto complesse fatte di riff di chitarra malati e meravigliosamente incastonati fra loro si alternano di continuo a momenti di quiete e rilassamento. Molta atmosfera, nessuno schema precostruito. L’album è estremamente difficile da assimilare, proprio a causa della sua particolarità, ma dopo parecchi ascolti si giunge alla conclusione che si ha tra le mani un disco unico, che smuove emozioni uniche che è difficile riscontrare da altre parti. Io stesso ora considero “Oceanic” un capolavoro, ma ai primi ascolti ho faticato parecchio per capire il significato del disco e soprattutto per non addormentarmi. L’effetto soporifero dell’album è innegabile, ma non si tratta di mera noia: se vi addormenterete significherà che il disco è riuscito a diventare una parte di voi, senza esservene resi conto. Veniamo ad una descrizione dei contenuti del disco. Un riassunto molto esemplificativo dell’album intero si può avere con l’opening track “Beginning And The End“: i riff di chitarra sono minimali e secchi, le parti cantate (un growling molto particolare, non gutturale, ma tagliente e raggelante) sono ridotte all’osso e gli stacchi atmosferici abbondano. A ogni suono corrisponde un’emozione precisa, indescrivibile a parole, la quale trasporta letteralmente l’ascoltatore in un altra dimensione. Si possono citare come esempi di brani d’atmosfera la traccia numero 5 (senza titolo) oppure “Maritime“, un brano quasi new age. L’album riesce ad essere rilassante e disturbante allo stesso tempo, cosa che non ho mai riscontrato in nessun altro disco. Non mi dilungherò a descrivere “Oceanic” traccia per traccia. Sarebbe un impresa ardua, e soprattutto inutile. Rivelare in anticipo i particolari sarebbe deleterio per chi fosse anche lontanamente interessato all’acquisto. Si può solo dire che questo disco può essere visto sia come un capolavoro, sia come un buon disco, sia come una ciofeca. Sta unicamente a voi decidere da quale lato vederlo. In definitiva, è impossibile dire se questo disco vi piacerà prendendo spunto dal genere di metal che apprezzate di più. Un’esperienza da provare assolutamente. Non fate caso al voto e all’etichetta che sono costretto ad affibbiare. Per me questo 75 vale almeno venti punti in più, per altri vale venti punti in meno. 

 Tracklist:

1. Beginning And The End
2. The Other
3. False Light
4. Carry
5. [untitled track]
6. Maritime
7. Weight
8. From Sinking
9. Hym

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