Recensione: Permanent Damage

Di Silvia Graziola - 3 Marzo 2009 - 0:00
Permanent Damage
Band: Stamina
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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78

Gli Stamina sono un giovane gruppo proveniente dalla provincia di Salerno nato nel 2001 dalla voglia del chitarrista Luca Sellito di trovare altri ragazzi con cui suonare assieme. L’intento iniziale è quello di proporre un power metal di stampo neoclassico a fianco del tastierista Andrea Barone e, una volta completata la formazione, viene scelto il nome Eternal Flame. Il primo anno di vita della band è quello più tumultuoso e vede il succedersi di numerosi cambi di lineup e di intenzioni, che culminano nell’estate 2002 con l’ingresso del bassista Roberto Chiumiento e del cantante Giorgio Adamo. Con loro viene accarezzata l’idea di proporre un nuovo genere musicale, più personale e aperto a ogni tipo di sperimentazioni, caratterizzato da una base AOR ancorato in molti casi agli anni Ottanta, su cui si innestano contaminazioni di ogni tipo come jazz, hard rock, progressive metal e fusion.

Questa fase di cambiamento porta anche con sé un nuovo moniker, Stamina, ovvero la forza di resistenza necessaria a chi vuole proporre agli altri la propria passione, ovvero la propria musica, andando sempre avanti, nonostante tutto. È proprio con questo intento che nel Febbraio 2003 viene registrato il primo demo, The Demo Songs, seguito l’anno dopo da Here To Stay ed entrambi raccolgono molti consensi da parte della stampa e dai siti specializzati. La crescita artistica continua negli anni successivi, al punto di permettere al quintetto di aprire un concerto napoletano della band inglese di prog/thrash tecnico dei Biomechanical nel 2006 e, forte dell’ingresso in formazione del nuovo batterista Francesco Coppola Bove al posto di Luigi Di Bernardo, il gruppo lavora al suo primo album, Permanent Damage.

Il disco di esordio degli Stamina esce nel 2008 e include alcuni dei brani a cui il complesso ha lavorato negli anni precedenti. Si tratta di dieci tracce di un fresco AOR/rock melodico ispirato agli anni Ottanta che ama fare incursione all’interno di altri generi musicali, riuscendo nel difficile intento di rubare a ognuno di essi la propria essenza. È in questo modo che ci si imbatte in brani ricchi di energia e piacevolmente orecchiabili come l’apertura dell’album Tell The Truth, che sembra condividere molto con i primi Europe, o come la successiva Waiting For You che, dietro a un’introduzione dal sapore quasi fusion, nasconde un animo hard rock energico e affascina con il suo ritornello così facile da ricordare.

Se con What Do You Think About It? il quintetto inizia a mostrare il suo animo più complicato proponendo soluzioni musicali meno immediate ma altrettanto interessanti, dando sfogo a intermezzi che toccano anche il jazz, la canzone successiva, Nothing At All, sembra effettuare incursioni in lidi più progressive metal. Particolarmente azzeccate in questo contesto appaiono gli intrecci delle linee vocali maschili e femminili, prestate da Ilaria Adamo, in grado di ricordare gli Ayreon di The Human Equation.

Con la successiva Wild Against The Flow gli Stamina mettono ancora una volta in mostra il loro lato più squisitamente melodico, proponendo un brano semplice ma allo stesso tempo di grande impatto. Qui, come nel resto del disco, la voce di Giorgio Adamo risulta essere cucita bene intorno alla musica, graffiante e grintosa al punto giusto, mentre un’ulteriore conferma di questo è percepibile tra le linee di cantato molto alte di Seven Sins. Invece, con gli ultimi tre brani dell’album, Trapped In The Lion’s Cage, Mr. Sonne e Here To Stay proseguono le sperimentazioni musicali del quintetto salernitano, dando vita a brani strutturalmente complessi, ricchi di cambi di tempo e di divagazioni strumentali, portando in scena ritmiche funky, fusion, hard rock e persino la comparsa di un sassofono.

Il disco di esordio degli Stamina non può quindi che lasciare sensazioni positive per il modo con cui il gruppo ha saputo giocare con un grande numero di generi musicali e mettere insieme con grande disinvoltura il meglio che ognuno di essi potesse offrire.

Una nota negativa va però all’artwork, che appare banale nel disegno di copertina e un po’ troppo dozzinale nella grafica e contrasta enormemente con il suo contenuto, così raffinato e curato nei dettagli.

Silvia “VentoGrigio” Graziola

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Tracklist:

01. Tell The Truth
02. Waiting For You

03. What Do You Think About It?
04. Nothing At All
05. Wild Against The Flow
06. It Takes a While
07. Seven Sins
08. Trapped In The Lion’s Cage
09. Mr. Sonnie
10. Here To Stay

Lineup:

Luca Sellitto: chitarra
Andrea Barone: tastiera
Giorgio Adamo: voce
Roberto Chiumiento: basso
Luigi DiBernardo: batteria

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