Recensione: Renaissance

Di Giorgio Massimi - 8 Novembre 2020 - 12:00
Renaissance
Band: Eternal Idol
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Power  Symphonic 
Anno: 2020
Nazione:
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83

Se c’è un nome che per importanza e qualità può rappresentare la scena metal italiana nel mondo è proprio quello di Fabio Lione. Gli Eternal Idol sono una delle sue ultime creature musicali e rappresentano pienamente quello che il cantante italico propone ormai da molti anni, un epic metal melodico e sinfonico di stampo classico. Già noti con il debutto The Unrevealed Secret, questa volta in line-up la voce femminile è quella di Claudia Layline e dietro le pelli troviamo Enrico Fabris. Per stessa ammissione della band il concept racchiuso dal platter, pur trattando i soliti temi della fenomenologia fantasy, si lega agli eventi tragici che stiamo vivendo e cerca di dare un messaggio di speranza in questo momento buio.

L’apertura di Renaissance è di grande effetto, il brano di partenza “Into The Darkness”    raccoglie tutti i cliché del genere  con atmosfere che riportano chiaramente alla mente i Rhapsody of Fire e la voce di Lione che ricama, su partiture a lui ben note, melodie teatrali; questo potrebbe sembrare un male e invece non lo è, il pezzo funziona benissimo e ci regala momenti  intensi. Tiratissimo il ritornello che sembra creato ad hoc per futuri live, buona anche la prova della nuova cantante Claudia Layline che con la sua voce lirica e delicata si combina con la potenza e l’ugola di Lione. “Black star” è un altro affresco epico, meno riuscito rispetto alla prima traccia, ma comunque d’impatto con i suoi barocchismi e le atmosfere fiabesche.

A sorpresa fanno capolino i Depeche Mode nell’intro di “Dark Eclipse” un mid-tempo dove spicca il lavoro di Nick Savio alle tastiere con le quali riesce a dare quei cambi di atmosfera che in un concept come questo sono fondamentali; le voci, stavolta all’unisono, disegnano un chorus molto pop fondendosi bene tra loro. Ancora l’ombra dei Rhapsody of Fire incombe su “Withou fear” che si presenta con un incedere marziale e l’assolo di chitarra di Savio a  spezzare il dominio del duo vocale. “Away from Heaven” è l’immancabile ballad che una prova davvero maiuscola di Lione salva dall’ anonimato, anonimato dal qual non esce invece la seguente “Not The Same” nonostante un finale dove l’ascia di Savio ci regala forse il miglior solo del disco.

La successiva “The Edge” vede protagonista la brava Claudia Layline: il pezzo, seppur molto lineare è ben riuscito, con delle soluzioni minimali in fase di arrangiamento che ne esaltano la parte melodica. Meno brillante invece è “Flying Over You” che vanta però un altro ritornello tormentone che in sede live farà sicuramente  la sua bella figura. Ma è con gli ultimi due brani “Lord Without Soul” e “Renaissance” che gli Eternal Idol cambiano finalmente marcia e alzano il livello della loro musica. La prima mette in luce tutte le doti del combo nel creare pezzi epici e trascinanti con quel gusto sinfonico tanto caro a chi ama questo genere; la title-track, di più di nove minuti, lascia finalmente libera la sezione ritmica di esprimersi in piena libertà su tutta la durata del pezzo che alterna momenti epici a parti più dolci e melodiche per sfociare in un rabbioso cantato di Lione, il tutto arrangiato e suonato in maniera davvero impeccabile. Insomma, un gran finale d’opera.

In sostanza gli Eternal Idol non colpiscono certo per originalità o nuove idee, tantomeno è loro intenzione farlo. Guidati da un ottimo Fabio Lione, ripropongono forme e suoni già noti a ogni ascoltatore di questa musica, ma lo fanno in maniera davvero convincente regalandoci un disco che tutti gli amanti del genere apprezzeranno.

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