Recensione: Reqviem for the Oppressor

Di Nicola Furlan - 16 Agosto 2025 - 3:40
Reqviem for the Oppressor
Band: Xenos A.D.
Etichetta: My Kingdom Music
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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77

Il terzo album in studio dei thrasher siciliani Xenos A.D. si presenta come un concentrato di thrash metal moderno e consapevole, capace di coniugare energia, precisione tecnica e un’ispirazione compositiva fuori dall’ordinario. Le canzoni, strutturate con cura chirurgica, si muovono a tratti sul confine del technical thrash, evocando gli Annihilator di metà carriera (quelli immediatamente successivi a “Set the World on Fire” per intenderci) e, per certi passaggi, l’approccio colto e intricato dei Coroner, con cui condividono la capacità di bilanciare aggressività e intelligenza musicale nonché l’impatto che band come Machine Head sono riusciti ad iniettare in un genere che a metà anni Novanta se l’è vista brutta. Ma sono proprio le caratteristiche di questa evoluzione che troviamo oggi qui, in questo album decisamente interessante.

Le architetture dei brani alternano riff granitici a cambi di tempo fluidi e sorprendenti, mantenendo costante la tensione emotiva e catturando l’ascoltatore fino all’ultima nota. È un disco che coinvolge perché evita la prevedibilità, che si lascia godere grazie a una scrittura sempre funzionale e che, soprattutto, soddisfa per la compattezza e la non ordinarietà delle soluzioni adottate. L’album regala quel senso di completezza che raramente si incontra, frutto di un lavoro in cui ogni dettaglio è stato pensato e calibrato.

Gli assoli di Roy Zappia sono un ulteriore punto di forza: non esibizionismi fini a sé stessi, ma interventi mirati che contribuiscono a dare identità a ciascun brano, aggiungendo colore e profondità. È il tipo di chitarra solista che non si limita a “riempire” uno spazio, ma lo arricchisce e lo fa diventare memorabile.

La masterizzazione, affidata a Simone Mularoni dei Domination Studios, è un marchio di qualità immediatamente riconoscibile. Lo stesso tocco che ha reso brillanti i lavori di DGM, Eldritch, Ancient Bards, Elvenking, Trick or Treat e Vision Divine qui esalta ogni elemento: la chitarra suona piena e precisa, la sezione ritmica è compatta e incisiva, le voci emergono con la giusta potenza senza mai sovrastare il resto.

Con “Reqviem for the Oppressor“, gli Xenos A.D. centrano in pieno l’obiettivo che molte band faticano a raggiungere al terzo capitolo discografico: confermare quanto di buono fatto in passato e, al tempo stesso, alzare l’asticella. In tre dischi in cinque anni hanno dimostrato costanza, visione e un’identità ben definita. Adesso, con un lavoro così convincente, hanno tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento del thrash metal italiano e, perché no, un nome capace di attirare attenzione anche oltre i nostri confini. Molto, molto bene!

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