Recensione: Ripples
Gli Aspera sono una nuovissima band norvegese, proveniente da Skien, formata da cinque musicisti appena ventenni, che si affaccia con grinta e determinazione nell’affollato mondo del progressive metal con il primo full-lenght intitolato Ripples, uscito per la prestigiosa label specializzata InsideOut. In attività dal 2005, gli Aspera hanno realizzato col monicker Illusion una manciata di demo-EP, per poi farsi le ossa, come si suol dire, sul versante live calcando i palchi della Norvegia come supporters per gente come Tarja Turunen (ex Nightwish), Circus Maximus, Pagan’s Mind al altri.
I brani di Ripples sono stati registrati presso il loro home-studio, per essere poi messi nelle sapienti mani di Jens Bogren, già produttore, tra gli altri, per Opeth, Symphony X, Hammerfall e Paradise Lost, il quale li ha mixati e lucidati in Svezia nei Fascination Street Studios.
L’album mostra una band già consapevole e determinata, malgrado la giovane età, rispetto ai propri obiettivi sonori, caratterizzati da notevole freschezza d’ispirazione.
Se dunque i modelli di riferimento degli Aspera sono evidenti – Dream Theater, naturalmente e soprattutto, ed ancora Pain Of Salvation, Symphony X e Pagan’s Mind – la loro proposta sonora riesce tuttavia ad apparire non derivativa proprio grazie al palese entusiasmo ed al grande feeling che traspare vigorosamente dalle loro esecuzioni.
In particolare, il dinamismo del loro sound, le intricate e frastagliate elaborazioni tipiche del prog metal riescono in Ripples quasi sempre a non sconfinare nello sterile tecnicismo in cui talora questo genere si perde, grazie a robuste iniezioni di melodia e di passione.
Il platter è aperto dalle misteriose atmosfere della Intro di tastiere, pianoforte e voci recitanti, per poi immergere l’ascoltatore nelle tipiche situazioni progressive della title-track: una cavalcata sonora fatta di tastiere epiche, cambi di ritmo repentini tra accelerazioni e rallentamenti, vorticoso inseguirsi di tastiere e chitarra, ma con una voce che spesso si muove su percorsi melodici e quasi AOR, e con una propensione di fondo molto rock’n’roll.
Anche la seguente Do I Dare? vede il proprio impeto progressive metal, fornito dal violento impatto di chitarra/basso/batteria, stemperato dall’accessibilità dall’avvincente cantato, così come Remorse alterna incandescenti passaggi sinfonici ed hard rock a più quieti ed evocativi vocals, ed è impreziosita da un pregevole assolo dell’axeman Robin Ognedal, anch’esso a forte componente melodica.
Between Black & White è un’altra traccia eccellente, che più delle altre propone, pur in un contesto contemporaneo, riferimenti al prog degli anni Settanta, dai Gentle Giant ai Goblin, da Rick Wakeman a Mike Oldfield, nonché alla musica classica (Chopin, evidentemente molto amato dal tastierista Nickolas Main Henriksen).
Catatonic Coma alterna esplosioni melodrammatiche e barocchi fuochi d’artificio a sviluppi più distesi ed avvolgenti, mentre Torn Apart e The Purpose ci aprono impetuosi squarci sinfonici, epici e magniloquenti.
Ove Traces Inside ci conduce attraverso scenari abbastanza consueti e già dipinti dai Dream Theater, Reflections è invece un momento di tregua acustica acquerellato da voce, pianoforte e chitarra debitrice nei confronti di Steve Howe (Yes, Asia).
In conclusione Ripples è un ottimo esordio di una band da tenere d’occhio,le cui doti artistiche ed il cui temperamento avranno molto da offrire al panorama musicale progressive metal, soprattutto se sapranno svincolarsi ancor di più dalle sonorità delle band che l’hanno evidentemente ispirata.
Francesco Maraglino
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Tracklist:
01. Intro
02. Ripples
03. Do I Dare?
04. Remorse
05. Between Black & White
06. Catatonic Coma
07. Torn Apart
08. Traces Inside
09. Reflections
10. The Purpose
Line-Up:
Atle Pettersen – Vocals
Robin Ognedal – Guitars
Rein T. Blomquist – Bass
Joachim Strøm Ekelund – Drums
Nickolas Main Henriksen – Keyboards