Recensione: Ruler of the Wolves

Di Stefano Ricetti - 5 Settembre 2025 - 11:28
Ruler of the Wolves
Band: Hunger
Etichetta: Jawbreaker Records
Genere: Heavy  Speed 
Anno: 2025
Nazione:
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68

Fra le numerose falangi delle nuove band proponitrici di heavy metal classico che più classico non si può da oggi si possono annoverare anche gli iberici Hunger, fondati nel 2022. Il complesso è composto da due ragazze, Vick Rodríguez (basso) e Jara Solís (chitarra) oltre a due ragazzi, Rudolf V. (chitarra) e Dizzy D. Duarte (voce). Alla batteria, in veste di special guest, l’italianissimo Fabio Alessandrini (Enforcer, Bonfire, Annihilator).

Ruler of the Wolves è il loro biglietto da visita sotto forma di Ep, un prodotto contenente sei canzoni per poco meno di venti minuti di musica griffato Jawbreaker Records. Ad accompagnare la sua uscita in Cd – esiste anche in musicassetta – vi è un libretto di dodici pagine con tutti i testi, varie foto della band, disegni a tema e le note tecniche di rito.

L’abbigliamento del gruppo, fra cuoio, borchie e catene, non lascia alcun dubbio riguardo la proposta fornita: HM dalle radici anni Ottanta che si permette le dovute svisate in termini Speed alla bisogna.

Le danze, si fa per dire, prendono inizio con la strumentale, sferragliante “Descent Into Abyss” che già fornisce un’idea di massima sulle intenzioni bellicose degli spagnoli, che poi si palesano appieno nel momento in cui partono le prime note di “Hunger”, un brano rozzo e massiccio a metà fra Exciter e Running Wild che fornisce la misura del credo metallico della band: strabordante!

La title track, cadenzata, si rivela un vero e proprio tributo alla scuola tedesca, nella fattispecie con gli Unrest in prima fila seguiti a ruota dall’accoppiata costituita da Running Wild e X-Wild. Situazione che si replica con “Sabotage”, la traccia numero 4, con la variante del piede perennemente sull’acceleratore come, prima degli Hunger, hanno insegnato in terra iberica i grandi Muro. L’ulteriore, breve strumentale “Evil Omen” scorre senza lasciare traccia e L’Ep si chiude con “Beware the Demons”, oscuro brano griffato Stormwitch che curiosamente non fu mai inciso in nessuna pubblicazione ufficiale della band tedesca ma solo proposto in sede live.

Tirando le somme Ruler of the Wolves sprizza energia siderurgica da tutti i pori e la freschezza degli Hunger risulta tangibile, tanto da farli annotare a pagina uno del taccuino delle giovani band di heavy metal tradizionale e senza fronzoli da tenere d’occhio, al netto di una cover e due strumentali su sei canzoni in totale, invero un po’ pochino per una valutazione definitiva. Al di là di questo potenzialità ve ne sono a iosa, ignoranza – in senso ultra-stra-positivo, of course – ce n’è da vendere, non manca quindi nessun ingrediente per poter fare il botto con il debutto su full length, che si spera avvenga senza dover troppo attendere.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti          

 

 

 

 

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