Recensione: Seduction

Di Matteo Lavazza - 12 Gennaio 2003 - 0:00
Seduction
Band: Gothic Fate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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50

Esordio sulla lunga distanza per i tedeschi Gothic Fate, formatisi ad Amburgo nel 1998 ed autori di 2 demo tape, uno datato 1999 intitolato “Red Alert”, ed uno uscito nel 2000.
Il genere che ci propongono i 5 tedeschi è un classico Power Metal tedesco, che però non riesce ad evitare il tranello del “già sentito” come troppo spesso accade per dischi di questo genere.
Dopo la solita intro il gruppo parte con “Never Forget”, buon esempio di Metal teutonico, ma, come ho già detto, il gruppo non fa assolutamente niente per cercare di distaccarsi anche solo un minimo dai canoni del genere, finendo così per assomigliare ad altri 200 gruppi.
È incredibile come il gruppo riesca a ricordare i gruppi più svariati ogni canzone, basta ascoltare infatti un pezzo come “Black Night”, dove le influenze si chiamano Virgin Steele ed Hammerfall, oppure “Angel of Sin” per sentire come hai Gothic Fate piacciano parecchio gli Stratovarius. Io non sono uno di quelli che cercano l’innovazione a tutti i costi, però mi piace sentire delle canzoni in cui il gruppo metta in mostra la sua personalità e la sua idea della musica, mentre qui ci troviamo di fronte ad un gruppo che, a mio parere, non fa altro che riciclare idee già sfruttate da altri.
La cosa che più infastidisce è che il gruppo in alcuni momenti, come le belle “Down on your Kness”, “Absolute Horror” o “The Healer”, riesca a tirare fuori qualcosa di personale, niente di sconvolgente per carità, ma almeno il tentativo è da apprezzare.
Le canzoni proposte non sono comunque malaccio, si lasciano ascoltare con piacere e, se si riesce a passare sopra ai difetti che ho riscontrato, potrebbe anche piacere agli appassionati del genere.
Altro difetto del disco è secondo me il fatto che non ci siano canzoni che spiccano, il disco è fatto da pezzi discreti, ma difficilmente vi ricorderete un ritornello alla fine dell’ascolto, e questo, per me, è un difetto gravissimo per un gruppo che propone questo tipo di metal melodico, basato in egual misura sulle chitarre e sulle tastiere.
I 5 musicisti dimostrano di saperci fare con gli strumenti e la produzione, pensando al fatto che si tratta comunque di una produzione minore, è decisamente buona, con tutti gli strumenti che riescono a trovare il loro giusto spazio all’interno delle varie canzoni.
Per concludere direi che si tratta dell’ennesimo disco Power inutile che serve solo, a mio parere, ad inflazionare un mercato già di per sé saturo di gruppi.
Se proprio siete dei fan scatenati di certe sonorità magari potrebbe anche piacervi, ma se volete sentire qualcosa di anche solo minimamente originale, lasciate perdere.

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