Recensione: Send them to Hell

Di Stefano Ricetti - 9 Febbraio 2015 - 9:56
Send them all to Hell
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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70

Della serie: cosa non si fa per colmare i tempi morti…

Herman Frank e Stefan Schwarzmann, rispettivamente ascia e batteria degli Accept si inventano un nuovo gruppo, chiamato Panzer o, per essere ancor più precisi The German Panzer, dopo aver ricevuto l’ok all’operazione da parte di Marcel Schirmer, meglio conosciuto come Schmier, bassista e cantante dei truci thrasher Destruction. D’altronde le lunghe pause dal gruppo principale in un certo qual modo dovevano essere riempite, da parte del binomio a libro paga della premiata ditta Hoffman&Baltes. Ciliegina sulla torta, poi, il fatto di accasarsi sotto l’ala protettrice della Nuclear Blast, già chioccia sia per Accept che per Destruction. Qualche settimana negli studi di questi ultimi et voilà, Send them all to Hell, disco con in il famosissimo cingolato teutonico in copertina, opportunamente “metallizzato” da una cabina a forma di teschio.

Come da premesse, Niente di nuovo sul fronte Occidentale, d’altronde davvero poche sorprese poteva riservare un lavoro nel quale si cimentano tre mazzuolatori provetti rispondenti ai nomi di Herman Frank, Stefan Schwarzmann e Marcel “Schmier”. A ben vedere, l’unica voce fuori dal coro – si fa per dire… – poteva essere rappresentata proprio dal mastermind dei Destruction, dimenticandosi dei suoi trascorsi negli Headhunter, combo do fottuto HM di stampo teutonico, autore di quattro album fra il 1990 e il 2008.   

Dieci i pezzi proposti dalla versione basic di  Send them all to Hell, con l’apertura affidata a Death Knell, un mix micidiale fra Grave Digger e Primal Fear dalla potenza devastante, tanto per sgombrare l’ultimo granellino di dubbio riguardo una formazione composta da un trio di Panzer dell’Acciaio. Da lì in poi è un susseguirsi di bordate degne del più classico dei festival del cliché made in Germany: velocità assassine in Temple of Doom, Freakshow, Mr. Nobrain e Bleed for Your Sins, possenti chitarrone a sorreggere Hail and Kill (forte di chorus a metà fra Accept e Destruction, guarda caso…), pesantezza assortita in Roll the Dice, autoreferenzialissima la traccia che porta il nome del progetto. Unica concessione ad ambientazioni un poco diverse è l’oscura Why?              

Send them all to Hell: un disco che solo tre crucchi purissimi come Frank, Schwarzmann e Schmier potevano concepire.

Panzer: una band da tenere d’occhio per i prossimi festival estivi.   

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

 

 

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