Recensione: Shadows

Di Stefano Ricetti - 11 Gennaio 2023 - 11:06
Shadows
Band: ExpiatoriA
Etichetta: Black Widow records
Genere: Doom  Heavy 
Anno: 2022
Nazione:
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75

La storia dell’heavy metal italiano è spesso foriera di situazioni intriganti, come quella che riguarda gli Expiatoria, nati a Genova nel 1987 ma che giungono al debutto ufficiale su full length solamente nel 2022, grazie a Black Widow Records e Diamonds Prod.

Shadows è il titolo del loro lavoro, disponibile oltre che nella versione Cd (oggetto della recensione), anche in due differenti livree su vinile: classica e limited marbled. Quella in dischetto ottico si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi riprodotti sopra ottime foto cimiteriali o dall’allure gotica, con le due centrali dedicate a un iconico scatto in bianco e nero dedicato alla band al completo, circondata da candelabri e croci in marmo personalizzate, totalmente in linea con lo spirito sepolcrale del progetto.

Vale la pena ripassare a grandi linee le tappe che dai lontani anni ’80 hanno portato alla realizzazione di Shadows. La band fu fondata dai fratelli Massimo e Giambattista Malachina (Chitarra e Basso) insieme con  Massimo Cottica (ex Mad Poltergeist, voce, chitarra e basso), nel 1987. Gli anni ’90 sono segnati dall’uscita di due demo: Tribute to Death e Symphonies of Decomposed Human Flesh, rispettivamente del 1991 e 1992, che danno seguito al debutto omonimo di due pezzi degli esordi. E’ del 1992 l’inclusione del brano “Suffering Days” all’interno della compilation Nightpieces pubblicata dall’etichetta Dracma Records. Il susseguirsi di svariati cambi di formazione negli anni successivi minò gli equilibri interni del gruppo che si sciolse nel 1998.

La resurrezione avvenne nel 2010, accompagnata dall’uscita di due Ep, Return to Golgotha dello stesso anno, contenente sei canzoni, e Crimson Evil Eyes, di soli tre brani, del 2016. Quest’ultima pubblicazione vide il ritorno in formazione di Giambattista Malachina al basso e l’ingresso di Jason Ulfe (Winternius) alla voce. E veniamo ai tempi recenti, segnati dal consolidamento della line-up a sei elementi attorno alle figure di Massimo Malachina (chitarra), Giambattista Malachina (basso), David Krieg, iconica e vecchia triglia dell’HM tricolore (Tony Tears, Neith ed ex Malignance) alla voce, Edoardo Napoli (ex Damnation Gallery) alla chitarra e alle tastiere, Massimo Messina alla batteria e Fulvio “Flux” Parisi (Tony Tears e Tenebrae, turnista dal vivo per gli Abysmal Grief) alle tastiere.

Shadows consta di sei pezzi totalmente inediti di recente composizione ed è il prodotto finale del loro connubio artistico, prodotto che si avvale della partecipazione in veste di special guest di artisti quali Lisa Peretto (backing vocals), Diego Banchero (fondatore e bassista dei compagni di etichetta il Segno del Comando, band dark e prog) e  Edmondo Romano (strumenti a fiato per innumerevoli progetti e band) in “Asylum of the Damned”,  Raffaella Cangero (voce della band heavy folk prog La Janara) in “Ombra – Tenebra Part 2” e Freddy Delirio (tastierista nella band horror di culto Death SS) in “Seven Chairs and a Portrait”. Le parti di batteria su “When Darkness Falls” sono state registrate da Stefano Caprilli.

La carica ossianica in possesso degli Expiatoria straborda lungo i solchi del brano di apertura “When Darkness Falls”: un heavy massiccio e cadenzato obbediente alle linee guida imposta da Krieg, uno specialista in materia. La lingua italiana conferisce ulteriore fascino ai chiaroscuri emanati dalla stentorea “Ombra (Tenebra pt. 2)”, ove le parti di organo e la voce di Raffaella Cangero costituiscono ulteriori sferzate cariche di brividi doom. Se in “The Wrong Side of Love” gli Expiatoria richiamano i Type O Negative, “Seven Chairs and a Portrait” costituisce il classico brano che ci si attende da un gruppo come il loro: un superbo organo apre le danze che poi si sviluppano attraverso un incedere lamentoso e recitativo. La strumentale “The Asylum of the Damned” (innervata dalle sapienti note del sax di Edmondo Romano) conduce poi a “Krieg (My Last Song)”, posta in chiusura, a serrare i ranghi di un album carico di pathos e di quella vena tipicamente italiana che fanno dell’heavy doom di casa nostra un qualcosa di peculiare, se prodotto con i sacri crismi, come dimostrato dagli Expiatoria, una band decisamente esperta in materia.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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