Recensione: So it goes

Di Gianluca Fontanesi - 2 Maggio 2021 - 8:30
So It Goes
81

Tagliamo subito la testa al toro: questo è un disco stratosferico. Il Sudamerica spesso sogghigna, ma quando batte un colpo seriamente è in grado di tirare fuori dal cilindro perle di rara bellezza, e So It Goes dei Demoniac è una di queste. La  band cilena, qui alla seconda prova in studio, fa il botto con un disco che difficilmente scontenterà qualcuno, a patto di saper accettare qualche compromesso.

Il genere proposto da Demoniac è un thrash suonato a velocità da denuncia, alla Pleasure To Kill per intenderci, e dall’ottimo tasso tecnico. Qui le lezioni dei mostri sacri sono state apprese alla perfezione e si porta anche avanti un certo tipo di discorso in particolar modo con l’entrata in gioco del clarinetto. Sì. avete capito benissimo: dopo aver tolto dal muro anche le ragnatele, la terza traccia del disco cambia totalmente genere e sembra di essere in Costiera Amalfitana davanti a un piatto di cozze; il tutto si brutalizza un po’ creando un ossimoro interessante e che non viene tirato troppo per le lunghe. La seguente Equilibrio Fatal si rivela ben presto il momento migliore dell’album e mette in risalto uno dei suoi punti di forza maggiori: gli assoli. Sono uno più bello dell’altro e in questo brano si rasenta la perfezione, esempio perfetto di come inquadrare un pezzo senza dover per forza sbrodolare note a caso alla massima velocità possibile. Provare per credere.

So It Goes è un’opera che dura una quarantina di minuti e scorre in maniera esaltante senza mai stancare; merce rara, soprattutto in virtù del fatto che la titletrack dura venti minuti! E’ una suite ben concepita che arriva a anche a sfiorare stilemi progressivi e offre il ritorno del clarinetto, qui ottimo attore non protagonista. I Demoniac offrono un sunto delle loro capacità con un brano di certo non immediato come gli altri ma di livello comunque molto alto. Una volta entrato in circolo anche questo il cerchio si chiude e l’ascoltatore applaude pienamente soddisfatto e appagato.

Non abbiamo a questo punto nulla da eccepire né da criticare; funziona persino il cantato bilingue (spagnolo, inglese) e non inficia in nessun modo il risultato finale. So It Goes a nostro avviso finirà meritatamente in parecchie top ten di questo 2021 e verrà consumato da parecchi lettori cd e giradischi.

Se pensate che il thrash non abbia più nulla da dire, fate un giro da queste parti, non ve ne pentirete.

 

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