Recensione: Sons Of The Wicked

Di Luca Trifilio - 27 Dicembre 2010 - 0:00
Sons Of The Wicked
Band: S.L.U.G.S.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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55

Gli S.L.U.G.S. danno buona parte delle informazioni per inquadrarli musicalmente, quando citano i gruppi dei quali proponevano cover nella fase immediatamente successiva alla loro formazione e nei loro primi live: S.O.D., Venom, Exciter, Celtic Frost, Motorhead. Questa serie di nomi è l’imprinting stilistico della band di Latina, volta a composizioni tendenzialmente semplici e che cercano l’impatto più che la ricercatezza. L’obiettivo, tuttavia, non è pienamente raggiunto in virtù di alcuni difetti di forma e di sostanza che ci accingiamo ad analizzare.

Attivi sin dal 2004, gli S.L.U.G.S., il cui nome deriva dal videogioco “Metal Slug”, si propongono come band a cavallo tra thrash e death metal, ma in realtà tra le loro influenze c’è sicuramente un gusto chitarristico e vocale più prossimo al black. Più quello «rolleggiante» che quello definito dai pionieri norvegesi, e una buona dose di thrash-core; che si manifesta in particolare in episodi ironici fin dalle liriche come “The Ballad Of Dead Chickens” e caratterizzati da un incedere che ricorda in larga misura tanto i S.O.D. quanto, per fare un altro nome, i Municipal Waste.
Come già accennato, non mancano brani dalle sfumature estreme e «blackeggianti» e “Rise” rappresenta l’esempio più lampante in tal senso: ritmiche serrate, suoni impastati – volutamente o meno – e vocal in screaming, altra caratteristica che contraddistingue la proposta musicale dell’ensemble laziale. A giustificare il fatto che l’uscita sia stata inquadrata nel filone thrash, tuttavia, ecco scatenarsi in tutta la loro foga brani come “Haemorrhage”, cui fa da contraltare la lenta e pesante title-track.
Insomma, la proposta degli S.L.U.G.S. è un variegato calderone d’influenze che non assume una connotazione nuova o una vera miscela: ci troviamo di fronte, infatti, a una collezione di brani tenuti insieme da un’unità stilistica dettata dalla produzione; abbastanza potente ma non particolarmente definita nei suoni e nel missaggio, ma che per il resto è un po’ disomogenea.
Dal punto di vista tecnico è chiaro, dal principio, che non si ha a che fare con un gruppo interessato ai virtuosismi e valutando strettamente le composizioni presenti in “Sons Of The Wicked”, non sembrerebbero nemmeno esserci le carte in regola per presentare o soluzioni particolarmente elaborate o raffinate – anche nei soli. Ma, d’altronde, non è quello lo scopo degli S.L.U.G.S. che, invece, puntano su tutti quelli che devono essere stati i loro miti adolescenziali e che provano a seguire la lezione di Venom e S.O.D.; offrendo brani brevi, diretti, senza fronzoli, in molti casi ripetitivi. Se è vero che a volte questi possono essere punti di forza della proposta musicale di un gruppo, nel caso in esame si rivelano essere invece dei demeriti, perché l’ascolto del full-length autoprodotto scorre senza lasciare molte tracce del suo passaggio.

Sembra quasi di percepire la volontà di questi ragazzi di suonare e di divertirsi a proporre i generi musicali che più amano, ma da qui a offrire un lavoro d’interesse o qualità ce ne passa.

Luca “Nattefrost” Trifilio

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Tracklist:
1. The Beginning 1:13
2. Satanist’s Dream 3:48
3. Messiah 3:00
4. The Ballad Of Dead Chickens 3:24
5. Bleaching Human Carcass 1:33
6. Rise 5:12
7. Screaming Caterpillar 3:02
8. Vendetta 1:17
9. Haemorrhage 3:28
10. Sons Of The Wicked 4:59

All tracks 29 min. ca.

Line-up:
Massi – Voce e basso
Davide MotörCörpse – Chitarra
Angelo Zintuné – Chitarra
Thrasherdemo – Batteria
 

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