Recensione: Sweet coma

Di Claudio Casero - 22 Maggio 2006 - 0:00
Sweet coma
Band: Burning Seas
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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67

I Burning Seas, band pugliese formata da Gianluca Farina (chitarra), Domenico De Cesare (basso), Daniele Rini (voce) e Andrea Pascalli (batteria) ci propone il loro nuovo lavoro intitolato “Sweet coma”. Il combo di brindisi si forma nel 2003 suonando un thrash metal moderno caratterizzato da numerose influenze da parte di gruppi più blasonati ed esperti.

Si parte un po’ in sordina con brani come “Threads of Life” e “The key” che, pur viaggiando in territori nu metal mancano di quella carica e potenza che contraddistingue la maggioranza delle band che suonano questo genere. Sono evidenti, in questo caso, riferimenti a band come Machine Head e ai Pantera più moderni soprattutto con la voce di Daniele che ricorda da vicino quella di Rob Flynn.
Decisamente diverso è invece il discorso che deve essere fatto per “Watch me dying” e “Grey”, due brani di grande impatto sonoro che riescono a convincere grazie all’accostamento di riff granitici ed estremamente potenti con la voce “marcia” al punto giusto che conferisce maggior bellezza al tutto. Con queste canzoni ci spostiamo, per quanto riguarda il sound verso un thrash metal più vicino a quello della Bay Area, con alcuni frangenti che ricordano i buon vecchi Testament.
Il miglior brano di tutto il cd è sicuramente la title-track “Sweet coma”, brano che riesce ad unire in maniera pressoché impeccabile energia e melodia grazie a passaggi di chitarra molto gradevoli che si trasformano, al momento giusto, in un’esplosione di violenza che rasenta il death metal più violento.
Punto debole di tutto il lavoro è invece la voce di Daniele quando si tratta di cantare pulito; è il caso di “Everything is dead” in cui le stonate si sprecano diventando, in svariati momenti, anche fastidiose. A completare tutto questo abbiamo un giro di chitarra tanto banale quanto noioso.

Questo “Sweet coma” è quindi la prova del nove da parte dei Burning Seas, che dopo un inizio problematico, anche a causa dei cambi di line-up, riescono finalmente a trovare una formazione stabile ed un sound personale. Il cd si lascia ascoltare abbastanza piacevolmente eccezion fatta per i momenti maggiormente melodici che devono essere rivisti e studiati a fondo, soprattutto per quel che riguarda la linea vocale. Per il resto mi sento di dire che le idee ci sono e, spesso, vengono anche sviluppate in maniera più che accettabile. Sicuramente con una maggior cura degli arrangiamenti e dei suoni si potrà arrivare ad avere un prodotto veramente valido sotto tutti gli aspetti.

TRACKLIST
1. Threads of life
2. The key
3. Watch me dying
4. Grey
5. Bed of orchids
6. Inner Sabbath
7. Sweet coma
8. Everything is dead
9. Crawling shadow
10. Enter the cathedral
11. Every dawn I saw
12. Sunset is me
13. Apocalypse…and beyond
14. 5 a.m.

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