Recensione: The Bastard Tracks

Di Andrea Bacigalupo - 24 Novembre 2021 - 8:30
The Bastard Tracks
Band: Death Angel
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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85

 

Scott ‘Not’ Ian, nel podcast ‘No Fuckin’ Regrets With Robb Flynn’, ha recentemente elogiato gli Exodus considerandoli alla pari dei Big Four (Metallica, Slayer, Megadeth ed Anthrax).

Lasciando da parte la questione numerica (Four, Five, Six … ma chi se ne frega!), negli anni ’80 le band essenziali per la crescita della scena Thrash sono state ben più di cinque, magari alcune nate dopo, sulla scia di chi questo genere lo ha proprio creato, ma comunque diventate importanti, ciascuna con la propria personalità distintiva ed il proprio bagaglio tecnico culturale.

Senza scomodare il panorama europeo, per non dover dividere questa recensione in più puntate, si pensi, ad esempio, ai Testament, agli inizi sensibilmente influenzati dai Metallica, come si sente in ‘The Legacy’ (dal nome del primo nucleo della band) del 1987, ma che poi hanno preso la propria strada (con le sue salite e le sue discese). O che dire degli Overkill ed i loro tre bei centri consequenziali (‘Feel the Fire’ del 1985, ‘Taking Over’ del 1987 ed ‘Under the Influence’ del 1988) o dei Flotsam And Jetsam e la loro incredibile tecnica od, ancora, dei feroci Dark Angel, che ci hanno fatto sprofondare nell’inferno con ‘Darkness Descends’ del 1986 e …… naturalmente degli straordinari Death Angel.

The Ultra-Violence’ del 1987 è una pietra miliare. Mi ricordo benissimo: all’epoca, tra amici, ci dividevamo gli acquisti dei costosi vinili d’importazione per poi scambiarci le registrazioni su cassetta, però l’album di debutto di questa incredibile band proveniente da San Francisco, ma di origine filippina (… e tutti imparentati …) lo abbiamo comprato tutti, custodendolo ancora oggi gelosamente dentro una teca sotto vuoto come la ‘numero 1’ di Paperone.

Sono passati quasi trentacinque anni da allora, i Death Angel ne hanno passate di tutti i colori: hanno corso il rischio di sperimentare all’interno di un genere che i fans del periodo volevano incontaminato, si sono sciolti, riformati, sciolti di nuovo ed ancora riformati, forgiando il loro carattere ed arrivando ad essere, oggi, la macchina da guerra ben oliata e letale che conosciamo. Dei cinque giovani degli inizi sono rimasti solo Mark Osegueda e Rob Cavestany, ma l’attuale formazione è stabile fin dal 2010 e le onde d’urto provocate dalle loro ultime tre bombe sganciate hanno inferto alle nostre orecchie parecchi danni irreparabili. ‘The Dreams Call For Blood’ del 2013, ‘The Evile Divide’ del 2016 e ‘Humanicide’ del 2019 sono, in una sola parola, devastanti.

Anno Domini 2020: dilaga la pandemia di covid-19, con le conseguenze che ben conosciamo. Il mondo si blocca e si comincia a vivere nell’incertezza, nell’angoscia e nella paura.

In particolare, il mondo dell’arte subisce un duro colpo: gli spettacoli che richiamano bagni di folla sono sospesi, i concerti, i tour, anche le semplici serate si fermano e non si sa come andrà a finire.

Bisogna reagire, non solo per cercare di tamponare il problema economico, ma anche per il morale: c’è la rete, bisogna sfruttarla. I musicisti cominciano a suonare nelle proprie case riunendosi virtualmente grazie alla moderna tecnologia. Nascono delle jam session solo qualche mese prima impensabili, tutti suonano con tutti e si abbattono tanti muri. Ne è un esempio la raccolta ‘Silver Linings’ di Charlie Benante, alla quale partecipa anche Mark Osegueda.

Si deve andare avanti e si passa ai concerti in streaming, nei quali gli artisti, pur di raggiungere i propri fan, forzatamente seduti a casa, si esibiscono rinunciando al calore del pubblico sotto il palco. Non è facile, ma è la strada da percorrere.

I Death Angel suonano il loro concerto il 22 maggio 2021 al Great American Music Hall, nella loro città natale di San Francisco. L’evento viene trasmesso subito dopo ed ha un buon riscontro, per cui si decide di farlo diventare l’album ‘The Bastard Tracks’, disponibile dal 26 novembre 2021 tramite Nuclear Blast.

The Bastard Tracks’ è una raccolta di brani facenti parte del repertorio della band, ma suonati poco o mai suonati on stage, estratti essenzialmente dalla discografia che va dal 2008 ad oggi, più quattro pezzi storici dai primi ‘Frolic Through the Park’ ed ‘Act III’.

Vengono trascurati completamente ‘The Art of Dying’ del 2004 ed il già citato ‘The Ultra – Violence’.

Sono brani che non sono secondi a nessuno, non si tratta di rimasugli o filler buttati lì a formare un album che deve uscire per questioni di marketing. Il termine ‘tracce bastarde’ è quanto mai inappropriato: ogni canzone è figlia legittima dei Death Angel, ne testimonia il carattere e tutte assieme formano una miscela esplosiva che non lascia scampo.

L’estrema prepotenza di ‘Lord of Hate’ (da ‘Killing Season’ del 2008), il Thrash ‘N’ Roll rocambolesco di ‘Where They Lay’ (da ‘Relentless Retribution’ del 2010), la compatezza di ‘Why You Do This’, che evidenzia il lavoro che stavano facendo i giovani Death Angel nel 1988 per trovare la loro personalità, la marcia inarrestabile della cadenzata ‘Absence of Light’ (ancora da ‘Relentless Retribution’), la malinconia che si trasforma in rabbia smodata nella doppietta ‘Execution – Don’t Save Me’ (da ‘The Dreams Call Blood’ del 2013), ed ancora la violenta drammaticità di ‘It Can’t Be This’ (da ‘The Evile Divise’ del 2016) sono alcuni esempi che rappresentano la potenza devastante che sprigiona ‘The Bastard Tracks’, il quale comprende anche episodi di natura più versatile, come le acustiche ‘Faded Remains’ (dall’EP ‘Under Pressure’ del 2020) e ‘Volcanic’ (altro estratto da ‘Relentless Retribution’), brani melodicamente ‘tranquilli’ nelle quali l’Angelo della Morte posa la sua spada e la cover di ‘Falling Off the Edge of the World’, brano dei Black Sabbath contenuto nel mitico ‘Mob Rules’ del 1981, che i Death Angel hanno suonato nel 2016 durante il loro tradizionale Another Death Angel Xmas Show. Non è la prima volta che Mark Osegueda si confronta con l’eterno Ronnie James Dio, lo aveva già fatto cantando ‘Heaven and Hell’ in  ‘The Dreams Call Blood’ … bisogna dire che se c’è uno che ha il talento per farlo con una certa disinvoltura è proprio lui. Gran versione.

Parlando della performance, la band si mostra compatta ed in gran forma, nonostante il periodo di forte tensione. Ogni musicista lavora alla grande, mettendo in luce la particolarità di questo ‘live’ non completamente ‘live’, figlio di questi tempi folli nel quale la mancanza del coinvolgimento del pubblico è però sopperita dall’esecuzione: i Death Angel che suonano in presa diretta, senza le normali sovra incisioni che permeano un po’ tutti i lavori in studio (se non quelle degli attacchi introduttivi), con le chitarre che si sentono distintamente una per cassa, inducono parecchia emozione.

The Bastard Tracks’ sarà disponibile, oltre che in CD ed in vinile, anche nel formato BluRay con ulteriori contenuti.

Testimonianza dei tempi del coronavirus, non può mancare nelle nostre discografie, gran bel lavoro.

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