Recensione: The Calling

Di Francesco Maraglino - 21 Ottobre 2012 - 0:00
The Calling
Band: Neil Schon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

Neil Schon è noto al volgo per essere il formidabile axeman della più grande band melodic-rock del globo terracqueo: i Journey.Ma la carriera del chitarrista della San Francisco Bay Area lo ha visto protagonista anche di altre imprese musicali, in ambito hard rock ed AOR, tutte più o meno memorabili: basti pensare ai Bad English, ai primi Hardline, agli HSAS, ai Soul Sirkus.

Agli esordi, ed in particolare nei primissimi anni Settanta del secolo scorso, come molti sanno, Schon si destreggiava però con i Santana, dunque in ambiti molto diversi da quelli in cui navigano i Journey (che peraltro nei primi album proponevano un sound molto più vicino al prog ed alla fusion che al rock melodico) e, in qualità di solista, ha già al suo attivo album solisti strumentali collocabili in ambito jazz-fusion e talvolta blues come un paio di album con Jan Hammer (1981 – 1982) e, più di recente “Blues Piranha” (1998). La voglia di musica strumentale era peraltro molto evidente anche negli ultimi due full-length della band di Don’t Stop Believin’, ciascuno ingemmato da una traccia priva di parti vocali.

Ecco che il 2012 vede nascere,dunque, un nuovo full-length del maestro della sei-corde, interamente strumentale e notevolmente focalizzato sulle esperienze musicali extra-Journey del nostro. Il lavoro, inevitabilmente, va collocato non nello scaffale (fisico o digitale) in cui si classificano gli album AOR, ma in quello in cui si archiviano le opere di gente come Joe Satriani e Steve Vai o, in parte, Mahavishnu Orchestra e primi Santana. L’album s’intitola “The Calling”, giunge molti anni dopo il precedente “I On You” (2005), e si apre proprio con l’omonima traccia; il brano in questione ci introduce nel territorio di un hard rock (comunque catchy) staffilato dai riff di chitarra e condotto da un possente drumming a cura di quello Steve Smith che pure ha militato dietro i tamburi dei Journey.

E’ Carnival Jazz, subito dopo, ad introdurre un vero e proprio mood fusion, ovviamente incentrato sulla chitarra, ma pure ornato da in pianoforte che disegna un pregevole assolo jazz su una base ritmica elegante ma sempre possente. Six String Waltz, invece, è una sorta di power-ballad ingentilita dalla una limpida sei-corde, ascoltando la quale ti aspetti che Steve Perry o Arnel Pineda entrino a cantare da un momento all’altro. Dopo Irish Field, un breve e cristallino frammento strumentale, ecco giungere Back Smash, che trascina l’ascoltatore in un turbine sonoro collocato tra hard e fusion, fregiato da un interessante assolo d’ascia e da spunti sinfonici. Fifty Six (56) offre ancora fusion, questa volta con i tasti d’avorio sugli scudi, ma pure spunti ed  influenze world e mediorientali (e sempre ascendenze world, stavolta dagli echi che sanno d’Africa, risuonano più avanti nella ritmatissima Primal Surge).

Un dinamico e scattante jazz-rock, macchiato dagli schizzi del moog dell’ospite Jan Hammer, traspare parimenti da Tumbleweeds, e poi ancora dalla più dura Transonic Funk.

La lirica ed emozionante True Emotion, e la ballad Blue Rainbow Sky ci riportano, invece, verso climi più sentimentali, lenti e delicati.

L’album si chiude degnamente con Song Of The Wind II, proposta come una sorta di parte seconda di una più mossa song dei Santana di “Caravanserai”, anche se qui siamo alle prese ancora una volta con unoslow intenso e di squisita fattura.

The Calling è, a conti fatti, un’opera che propone atmosfere non inconsuete per lavori strumentali di questo genere, ma che è, in ogni caso, carico di gradevolezza e di raffinatissime soluzioni strumentali che gli conferiscono le potenzialità per piacere non solo ad un pubblico di axemen a caccia di funambolici virtuosismi.

 

Discutine sul topic relativo: Journey

Line Up:

Neal Schon: chitarre

Steve Smith: batteria

Igor Len: tastiere

Ospite:

Jan Hammer: Moog

 


Tracklist:

  1. The Calling;
  2. Carnival Jazz;
  3. Six String Waltz;
  4. Irish Field;
  5. Back Smash;
  6. Fifty Six (56);
  7. True Emotion;
  8. Tumbleweeds;
  9. Primal Surge;
  10. Blue Rainbow Sky;
  11. Transonic Funk;
  12. Song Of The Wind II.

Ultimi album di Neil Schon

Band: Neil Schon
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
77
Band: Neil Schon
Genere:
Anno: 2012
78