Recensione: The Dawn of Ares

Di Andrea Bacigalupo - 24 Giugno 2021 - 6:00
The Dawn of Ares
Band: Xenos
Etichetta: Iron Shield Records
Genere: Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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82

A volte ritornano” … sì, per continuare a prenderci a putrellate nelle gengive.

I Siciliani Xenos fanno questo di ‘mestiere’: ci hanno colpito duramente con ‘Filthgrinder’, album d’esordio uscito all’inizio del 2020, quando ancora il mondo girava normale e ora, quasi un anno e mezzo dopo, quando siamo tutti in astinenza da concerti, ci ripercuotono con ‘The Dawn of Ares’, secondo platter reso disponibile dal 25 giugno 2021 via Iron Shield Records.

Forte del detto ‘squadra che vince non si cambia’ il granitico trio è rimasto lo stesso: Ignazio Nicastro al basso ed alla voce, Danilo Ficicchia alla batteria, già assieme negli Eversin e maestro Giuseppe Taormina alla sei corde, dando conferma di quanto dichiarato dallo stesso Ignazio nell’intervista tenuta in occasione del debutto: “Posso affermare che gli Xenos NON sono un progetto bensì una vera e propria band”.

La coesione palpabile in ‘The Dawn of Ares’ lo conferma.

Il nuovo lavoro è il giusto proseguimento del già valido ‘Filthgrinder’: sta sulla stessa scia ma è un po’ più in tutto. Il songwriting mantiene lo stesso carattere istintivo ma è più maturo ed identitario, c’è stata una maggiore attenzione nella cura dei dettagli in fase di arrangiamento, la produzione è migliore senza risultare troppo cristallina (come piace a noi che abbiamo superato gli ‘anta’) e tutto quel che ne consegue … in poche parole gli Xenos sono cresciuti esponenzialmente senza sconfessare la loro natura: essere degli irriducibili metallari legati alla Golden Age, ma anche dotati di quel naturale talento che li porta a proseguirne la storia e non solo a farne materia nostalgica.

Facciamola ancora più semplice: ‘The Dawn of Ares’ è un ottimo lavoro che richiama alla mente la malvagità sarcastica dei Venom, la ferocia degli Slayer, la cattiveria dei Metallica, la tecnica dei Megadeth ed anche certe atmosfere create dagli Iron Maiden, ma che è anche parecchio personale: gli Xenos non nascondono le loro influenze, ma hanno una loro identità.

Il tratto più distintivo della band è il taglio delle chitarre: ricco di soluzioni penetranti e potenti, lo stile di Giuseppe Taormina è sofisticato, elaborato e protagonista senza cadere nel prolisso. Riff taglienti s’intersecano con melodie coinvolgenti, fraseggi ed assoli esplodono dagli spartiti rafforzandone la storia … un lavoro detonante che mette in luce il talento fuori dal comune di questo nostro musicista.

Lavoro ben supportato dalla sezione ritmica: quella composta da Ignazio e Danilo è una macchina da guerra ben oliata ed inarrestabile, che rende il ‘wall of sound’ della band corposo ed indistruttibile.

Aggiungiamo una voce ringhiosa, perennemente incazzata, e la partecipazione di ospiti illustri come Tony ‘Demolition Man’ Dolan dei Venom Inc. che duella ferocemente con Ignazio in ‘Interceptors’ e Josh Christian degli statunitensi Toxik, che suona la chitarra sull’opener ‘I’am the Machine’, ed il gioco è fatto: ‘The Dawn of Ares’ è un album di alti livelli.

Le tracce sono nove, essenzialmente tirate e con alcune soste di cupa atmosfera qua e là.

Non c’è spazio per sperimentazioni o contaminazioni, l’album è piazzato lungo la linea di crinale che separa l’Heavy Metal ‘tradizionale’ dal più incazzoso Thrash, con un buon gusto progressive, nel senso che gli spartiti, generalmente, crescono d’intensità e potenza man mano che si sviluppano, con buoni intermezzi emotivi che ti tengono per il collo.

Ne è un esempio proprio la Title-Track, la cui anima battagliera è frammentata da un momento di strana tranquillità che fa prendere un po’ di fiato prima della violenta ripresa delle ostilità.

Parlando velocemente di qualche altro brano, ‘I Am the Machine’ è un rullo compressore, determinato e concreto, con una melodia di chitarra che sega in due, un refrain autoritario che inchioda ed un assolo fuori dalle righe.

All Shall Fall’ è cattiveria al 100%, non risparmia nessuno, ‘Circle of Lies’ è stata incisa nei meandri più profondi dell’inferno e gronda malvagità da tutti i solchi, la coinvolgente ‘Interceptor’ è un martello che batte sull’incudine a rapida sequenza e la potente cadenza di ‘Still To The Front’ la rende scura ed impenetrabile come la più buia delle notti.

Termina l’album l’attacco Thrash di ‘The Healer’.

Chiudiamo: bel passo in avanti quello degli Xenos, che dimostrano di avere un talento artistico di alto lignaggio.

Primo album buono, secondo album ancora meglio … se la storia si ripete, come diceva il Macchiavelli, aspettiamo con ansia il terzo. Grandi Xenos.

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