Recensione: The Forbidden Knowledge
Un altro disco di puro thrash metal invade il mercato europeo supportato dalla EBM Records, label che punta dritto su un roster ben poco originale per proposte musicali, ma che sa regalare ai puristi una gamma di pubblicazioni, vecchio stile quanto si vuole, ma spontanee come non si sentiva da tempo. Il disco in questione si intitola “The Forbidden Knowledge” ed è l’esordio dei thrash metaller australiani Randomorder. In verità il disco è uscito in forma indipendente già nel 2011 e questa altro non è che la release sotto etichetta discografica.
Che dire, musicalmente l’approccio della band è assai diretto, senza orpelli vestiti d’arrangiamento o ricercatezze a livello di struttura compositiva. Il sound è grezzo, l’attitudine feroce. Nel complesso, non si sbaglia se si ipotizza che un disco del genere sarebbe stato un gran bel platter se la data di uscita stesse nel range 1985-1990. Nulla di male. Per come la vedo, suonare thrash metal da ‘arraffone’, strumentalizzando il melodic death piuttosto che il metalcore (e chi più ne ha, più ne metta), è più additabile rispetto a chi opera un copia/incolla dal passato. Tanti (troppi al giorno d’oggi) considerano il revival uno stratagemma di basso livello. Personalmente, non la vedo proprio così. Chi copia con anima è in grado di regalare ancora qualche emozione. E, comunque, chi copia con anima, regala sempre un po ‘di se stesso, e propone, sebbene rosicata, un briciolo di originalità, o personalità se preferite. Questi sono i Randomorder. Certo, il contesto sociale in cui operano non è più lo stesso, i tempi sono cambiati, ma voglio continuare a credere che i Nostri abbiano davvero interiorizzato l’anima del thrash metal degli esordi.
Ascoltando questi tre quarti d’ora di musica, vengono alla mente gruppi storici come Sodom e Tankard, ma non solo. La peculiarità che garantisce gusto a questi dieci brani è l’armonia di fondo che addolcisce i tratti acuti di una produzione minimale, di un songwrintig filo-teutonico e di un cantato veemenete e graffiante. Una melodia che ricorda l’approccio classico della NWOBHM, non tanto sulle aperture dei brani, quanto ad intramezzo o ad anticipazione delle sezioni soliste dell’ispirato Sean Kelleher. Quindi, nel complesso il disco suona come un fottuto disco thrash deve suonare, ma con quel qualcosa in più che lo rende (relativamente) originale. Certo, sicuramente il cantanto poteva essere più espressivo, forse un po’ più di cura in certi passaggi poteva esser posta in essere ma, nel complesso, “The Forbidden Knowledge” è davvero godibile. Nella sua semplicità è anche più efficace di tante release di mostri sacri ancora osannati, ma che al lato pratico, altro non fanno che portare avanti, di volta in volta, trascinandosi su percorsi patinati, un impegno contrattuale pluri-disco con la propria etichetta. Siamo certi che in futuro la sopravvivenza del thrash metal sarà nuovamente in mano all’undreground e questo disco, come altri, ne è l’ennesima conferma. Avanti così.
Nicola Furlan
Parliamone sul forum, nel topic ufficiale!
Tracce:
01. Desecration Is Your Name – 03:48
02. Bloodlust – 04:28
03. Forbidden Knowledge – 04:43
04. Caught In The Crossfire – 05:36
05. Salvation – 04:08
06. Exiled – 05:23
07. The Dark Science – 06:41
08. Bleeding Misery – 03:32
09. Forgive Me For My Hatred – 04:30
10. Ghost Demons – 02:38
Durata: 45 minuti ca.
Formazione:
Justin Wilton: Basso
Matt Bicket: Batteria, Voce
Gabe Latham: Chitarra ritmica, Voce
Sean Kelleher: Chitarra solista