Recensione: The Great Apocalypse

Di Fabio Vellata - 15 Giugno 2025 - 21:42
The Great Apocalypse
Band: Insania
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: Power 
Anno: 2025
Nazione:
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71

Tra i gruppi più datati della scena power metal europea, si possono sicuramente menzionare gli svedesi Insania.
Con il nuovo album intitolato The Great Apocalypse la band recupera ulteriormente un po’ del tempo perso dopo una pausa di quattordici anni, interrotta solo con il lavoro precedente V (Praeparatus Supervivet) del 2021.

Formatisi nel 1992, dopo un primo periodo passato a suonare cover di Helloween ed Iron Maiden, la band ha poi iniziato a comporre brani propri finché, nel 1999, arriva l’esordio World of Ice. Dopo 33 anni, una serie di album (sei in totale), ed alcuni cambiamenti nella formazione, arriviamo ai giorni nostri, con il combo svedese alle prese con un disco nuovo di zecca. La line up odierna, vede schierati i due membri storici Mikko Korsbäck alla batteria e Niklas Dahlin alle chitarre; ad affiancarli il cantante Ola Halén, ed il nuovo entrato Erik Arkö al basso. Come il precedente V, anche The Great Apocalypse esce sotto il marchio Frontiers, etichetta con la quale gli Insania sono ripartiti dopo quattordici anni di silenzio.
Il genere proposto si concentra sempre su di un power metal melodico, che guarda ai nomi più noti del genere, Helloween su tutti. La copertina raffigura una coppia di cervi che vagano attraverso una città abbandonata, un’illustrazione che lascia intuire un messaggio dal forte impatto ecologico.

Una voce che scandisce alcune frasi dal tono ammonitorio, anticipa l’opener The Trinity: un power metal gioioso con melodie di facile ascolto. Il tutto sorretto da una martellante ritmica in doppia cassa. Indestructible segue le stesse coordinate con melodia immediata sempre protagonista e partiture sympho a fare da contorno. Leggermente più articolata No One’s Hero con la parte centrale incentrata sull’assolo; singolare l’accenno di canto popolare russo Katjuša. Dopo essersi presentata leggermente più aggressiva nelle battute iniziali, Afterlife va a confluire nel classico ritornello costruito sulla base di un coretto gioioso.

Revolution di presenta come un pezzo epico impregnato dai toni pomposi e melodie eroiche, a cui si aggiungono un paio di passaggi di pianoforte che paiono voler omaggiare i Queen.
Più ragionata la successiva The Prophesier, mentre si torna a pigiare sull’acceleratore con Fire From Above, un power metal arrembante sempre con atteggiamento glorioso e le solite partiture sinfoniche di contorno.
Underneath The Eye si apre con delle tetre note di pianoforte, prima di sfociare in un pezzo decisamente più sostenuto rispetto alla media e nell’ennesimo ritornello spensierato.

In conclusione, come da tradizione di buona parte degli album power metal, arriva la suite di chiusura. The Great Apocalypse (When Hell Is All Around) comincia con un bisbiglio inquietante, seguito dall’ingresso di note acustiche che accompagnano la voce di Halén nella parte iniziale del brano.Successivamente la traccia assume la forma di una cavalcata epica che si evolve tra cambi di tempo, accelerazioni, rallentamenti, assoli limpidi e passaggi soft.

The Great Apocalypse é un disco manieristico che pesca a piene mani dagli insegnamenti dei nomi più noti della scena power. Il risultato è godibile e piacevole all’ascolto, nonostante una manifesta inconsistenza in termini di personalità in fase compositiva. Non di rado infatti, si ha l’impressione di stare ascoltando idee già sviluppate da altri, poi profumate con elementi sinfonici disseminati per tutta la durata del disco.
Gli Insania fanno il giusto indispensabile per raggiungere la sufficienza. Potrebbe anche bastare a conti fatti. Gli elementi per compiacere gli estimatori del power metal, bene o male, ci sono tutti; va detto però, che un po’ di inventiva in più non avrebbe guastato.

https://www.facebook.com/InsaniaStockholmOfficial

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