Recensione: Time And Tyranny

Di Manuel Gregorin - 8 Gennaio 2023 - 23:02
Time and Tyranny
Band: Konquest
Etichetta: No Remorse
Genere: Heavy 
Anno: 2022
Nazione:
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83

Ormai già da qualche anno ha preso piede la cosiddetta NWOTHM, sigla che sta a indicare new wave of traditional heavy metal. Come il nome lascia facilmente intuire, ci troviamo di fronte ad una corrente di band, di formazione relativamente recente, che pescano a piene mani dalle sonorità d’annata. Un movimento che prende fortemente ispirazione dalla NWOBHM ed altre metal band attive in quegli anni.
Oltre alle sonorità spesso vengono riproposti anche il look di quel periodo con lunghe criniere, chiodi borchiati, magliette assortite e giubbotti di jeans ricoperti con toppe raffiguranti i loghi dei gruppi più disparati. In pratica magnifici anni 80. Gli anni del benessere sociale e consumismo, figli diretti della crescita economica delle decadi precedenti. L’epoca in cui, dopo aver duramente sgobbato negli anni successivi al dopoguerra, la società voleva, e finalmente poteva, iniziare a godersi i frutti di tanto lavoro. Anche il metal di quel periodo ha vissuto una sua Belle Époque. Prendendo spunto dalle molte cose buone uscite dai creativi anni 60 e 70, si è riusciti a creare una formula fresca ed ispirata, toccando alti livelli qualitativi tanto che non sono pochi quelli a ritenere quel periodo fra i più prolifici in materia di metallo pesante.
Senza però, perderci in ulteriori romantiche nostalgie, torniamo ai giorni nostri con i Konquest, la band che andremo a scoprire oggi. Una formazione che arriva da dietro l’angolo, dalla Toscana, Prato più precisamente. Sotto a questo moniker più che una vero sodalizio si cela il nome del polistrumentista Alex Rossi, mastermaid ed unico membro del progetto Konquest, essendo lui stesso impegnato alla voce oltre che in tutti gli altri strumenti.
Dopo l’esordio The Night Goes On del 2021, eccolo tornare ad ottobre di quest’anno con il nuovo Time And Tyranny.
Come facilmente intuibile, anche in quest’ultima fatica ci viene proposto un heavy metal classicissimo che si rifà a nomi quali Heavy LoadAngel WitchDiamond HeadSaxon ed Iron Maiden. Roba da far venire l’acquolina in bocca a tutti i defender , che vengono subito saziati già dalle prime note di Relativity. Una cavalcata strumentale che con i suoi due minuti scarsi ha l’incarico di scaldare i motori prima della title track. Time And Tyranny si apre con un arpeggio che cede  il passo ad un pezzo hard n’heavy dalle tonalità epiche e maestose. Un brano di questo tipo avrebbe potuto tranquillamente trovare posto all’interno della discografia degli svedesi Heavy Load, riuscendo a guadagnarsi un posto di rilievo.
Something In The Dark inizia con classicissimo attacco di batteria in quattro quarti che, in tutta la sua semplicità riesce ad essere d’effetto. Anche qui restiamo sui canoni del heavy epico con ritmi vivaci ma mai eccessivi. Prima dell’assolo trova spazio anche uno stacchetto in stile primi Running Wild.
Si tira un po’ il freno con As The Light Fades. La canzone, inizia come una ballad non molto distante da qualche episodio più tranquillo degli Strana Officina, altri grandi toscanacci del metallo. Il brano procede con una ritmica moderata intervallata da fraseggi di chitarra per circa tre minuti. Al momento dell’assolo poi accelera assumendo più brio sul finale.
Il suono di questo disco, è volutamente molto grezzo ed essenziale per dare un sapore retrò. Confesso che se avessi ascoltato questo nuovo lavoro targato Konquest senza nessuna informazione a riguardo della band lo avrei datato non più tardi del 1987.
L’esecuzione di Alex Rossi è molto convincente e credibile. Certo, trattandosi di metal anni 80, i pezzi non sono eccessivamente intricati con elaborate evoluzioni strumentali. E probabilmente non era quello a cui puntava il musicista toscano. Le canzoni sono dirette ed immediate, nelle quali Rossi dimostra di saperci comunque fare con gli strumenti in mano. Infatti, nonostante sia lui l’unico esecutore materiale dei pezzi, riesce a fornire una prestazione molto completa, non facendo mai sentire la mancanza di una vera band in studio. Le canzoni inoltre godono di un buon songwriting, proponendo sempre soluzioni interessanti e belle melodie coinvolgenti.
Ancora heavy metal ottantiano con forti richiami agli Heavy Load con A Place I Call Home. Stesso discorso per il mid tempo The Traveller, con tonalità trionfali sempre protagoniste. Curioso poi, il passaggio che trova spazio all’interno dell’assolo di chitarra: una melodia che ricorda il Rondò alla Turca di Mozart nella versione proposta dai tedeschi Stormwitch sul loro Eye of the Storm.
Dopo Enter The Warrior – un breve intermezzo musicale con richiami agli Iron Maiden di Somewhere In Time – ci addentriamo nell’ultimo brano di questo disco. Warrior From The Future World è una cavalcata di otto minuti con la quale Alex Rossi chiude l’album macinando qualche cambio di tempo, un paio di assoli ed armonizzazioni alla Iron Maiden.
Alex Rossi con il progetto Konquest ha realizzato veramente un ottimo disco che ha concluso il 2022 con i fuochi d’artificio. Un prodotto che sa essere esplosivo e coinvolgente. Forse a qualcuno potrà sembrare arcaica e un po’ fuori luogo la scelta di optare per un suono molto semplice e ruvido. Soluzione questa  che, se da un lato dona al disco un sapore molto vintage, dall’altro usata al giorno d’oggi, può sembrare un po’ inappropriata e magari penalizzare i brani. Lasciando che questo dibattito si svolga in altre sedi, ci limitiamo a decretare che con  Time And Tyranny, Rossi riconferma le ottime qualità già messe in mostra con l’esordio The Night Goes On.
Un lavoro consigliatissimo a tutti gli amanti del heavy metal classico che si sentono orfani degli anni 80.
Poi, se i Konquest siano destinati a restare una one man band o a diventare un gruppo a tutti gli effetti al momento non è dato sapere. Sicuramente quello che speriamo, è di sentire ancora parlare di loro.

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