Recensione: Torrent of Illusion

Di Andrea Bacigalupo - 27 Dicembre 2022 - 8:30
Torrent of Illusion
Band: Split Image
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Crossover  Hardcore 
Anno: 2022
Nazione:
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70

Torrent of Illusion’ è l’EP con cui i californiani Split Image hanno debuttato a livello discografico, autoprodotto e disponibile dal 1 giugno 2022.

Sono 21 minuti di un Hardcore Punk della Vecchia Scuola, crudo e diretto, mischiato con altri generi, a loro volta ispirati dall’Hardcore stesso: il Thrash, il Groove ed il Death Metal più qualche sonorità del meno convenzionale Alternative, giusto per non farsi mancare niente.

I sei brani che formano l’EP non sono nulla di trascendentale, però sono carichi di sana energia e sprizzano insofferenza e ribellione da tutti i solchi. Inoltre le linee progressive lungo le quali corrono li rendono vari, ne aumentano l’intensità e danno un giusto tocco di personalità ai suoi fautori.

E’ un crossover, in pratica, che, pur non mettendo in campo nulla di nuovo, risulta  abbastanza imprevedibile.

Socialized Crucifixion’, che apre il lavoro, parte con ritmi frenetici disturbanti che, improvvisamente, si appesantiscono fino a diventare soffocanti.

Justified Suicide’ inizia con uno stridore di chitarre che crea oscurità e terrore, ma poi esplode violentemente: influenze di Anthrax e Suicidal Tendencies emergono in grandi quantità legandosi con la furia del Death Metal.

In ‘Room With A View’ tra le note punk salta fuori il Thrash infernale degli Slayer, mentre in ‘Blank Shots’ il Groove esplosivo dei Pantera.

Facades’ è classicamente Punk ‘N’ Roll: furia e disagio allo stato brado, mentre i ritmi pesanti della conclusiva ‘Mirrorstains’ fanno calare le tenebre prima dell’esplosiva accelerazione.

Concludendo, mettere assieme tanti elementi diversi nella stessa beuta può portare ad esplosioni disastrose.

In questo caso, devo dire che gli Split Image riescono bene: tra i vari passaggi e collegamenti l’attitudine Hardcore non viene a mancare, anche quando l’estremo è un po’ meno estremo. Cantato e musica emanano sofferenza e disagio, rafforzando il senso dei testi, basati anche su proprie esperienze: quanto può farti impazzire un giudizio sbagliato, il suicidio, le condanne ingiuste di un sistema giudiziario che può sbagliare, l’indecisione e la pressione delle scelte, la sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (condizione che provoca distorsione nella percezione), l’odio verso se stessi e la depressione … tutti temi intrinseci e negativi della società attuale.

Cosa interessante: per promuovere l’album, ed anche se stessi, gli Split Image hanno ripreso alcuni momenti del loro tour con gli Psycho Mantis, portandoli su un video documentario dove dimostrano il loro valore dal vivo.

Tale video è stato diretto da Dylan Baumgartner (Reelverse Productions) e prodotto dallo stesso Dylan e Chris Sia (Low Budget Productions).

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