Recensione: Turning To Ashes

Di Andrea Bacigalupo - 7 Gennaio 2021 - 8:30

It’s Only Rock ‘N’ Roll … sicuramente l’anima degli Hearts & Hand Granades è piena di Rock ‘N’ Roll, vista l’attitudine ribelle e sfrontata che la contraddistingue.

Di Buffalo, NY, la band è nata nel 2012 dall’incontro di Stephanie Wlosinski (voce e basso) con Mike Bress (chitarra), rispettivamente Maestro di Karate e proprietario di un Dojo (palestra di arti marziali, ‘Karate Kid’ insegna) ed allieva, ora anche compagni nella vita.

Completata la formazione coinvolgendo Tom Lafferty (batteria) e Kenny Blesy (chitarra solista) la band ha cominciato a farsi conoscere in giro suonando cover.

Ed è durante il concerto che hanno tenuto di supporto all’Alt-band Go Go Dolls nel 2019, durante l’evento benefico ‘Variety Kids Telethon’, che hanno conosciuto il suo leader Robby Takac che, rimasto ben impressionato, gli ha proposto di registrare dei pezzi originali presso i suoi GCR Studios.

Incidono così l’EP di debutto, composto da quattro canzoni scritte quasi di getto e reso disponibile da luglio 2019.

Da lì la band continua a comporre e comincia a sostituire sui palchi le cover con i propri pezzi originali.

Totalizzato un buon numero di nuove canzoni entra nuovamente ai GCR Studios, dove incide ‘Turning To Ashes’, prodotto, mixato e masterizzato da Justin Rose (Goo Goo Dolls, James Taylor, Spyro Gyra), che verrà pubblicato e distribuito dall’8 gennaio 2021 dalla Eclipse Records.

Il loro è un Hard Rock diretto ed elettrico, con più di un riferimento al passato, ma anche con un buon taglio moderno. E’ coinvolgente e dinamico, improntato principalmente sulla versatilità della voce, bella ed intrigante, di Stephanie, a volte determinata e grintosa, altre melodica o disperata ma comunque sempre colma di quella sana e viscerale energia che contraddistingue chi il rock ce l’ha nelle vene.

Turning To Ashes’ fa da colonna sonora a chi lotta indomabile nella vita, prendendole anche, a volte, ma sempre senza arrendersi.

Racconta dei momenti difficili in cui si decide di risalire dal basso e si comincia a faticare per farlo, come quando si decide di disintossicarsi (‘Nothing Left’) o su cosa si prova quando non si riesce ad adattarsi o ci si sente diverso (‘Turning To Ashes’). Parla anche di argomenti più distensivi, come la voglia di stare sul palco e di esibirsi dal vivo che appassiona il quartetto (‘Adrenaline’).

Qualunque sia il contenuto viene affrontato seriamente e con vigore per mezzo di brani dinamici ed orecchiabili, di quelli che si stampano in testa tirando fuori la carica ribelle che ognuno di noi ha dentro.

L’utilizzo di accordature grevi dà una buona densità al sound, che è corposo, massiccio e ruvido quel tanto che basta per risultare schiettamente genuino e fottutamente Rock ‘N’ Roll.

Quando Stephanie non canta è la chitarra di Kenny a proseguire il suo racconto, penetrando nell’anima con assoli di buona fattura, trascinanti e ben collegati con la struttura della canzone.

Gli Hearts & Hand Grenades non si perdono in chiacchiere, sono proprio come il loro nome (cuori e bombe a mano): emozionanti ed esplosivi.

Lo dimostrano ‘Turning Ashes’, energica e melodica al contempo, ‘For The Weakened’, dura e rabbiosa, con un interludio volto al psichedelico, ‘Daggers’, veloce e scalmanata, con una punta di alternative, ‘I Hide’ prima sofferente e poi più ritmata, giusto per citare le prime.

Particolarmente efficace è ‘The In Crowd’: schietta e decisa con le sue accelerazioni improvvise. E’ un brano che esce con violenza dal contesto dell’album e per questo lo valorizza.

Chiude ‘My Sickness’, pezzo dal tenore metallico e graffiante.

Tirando le somme, ‘Turning To Ashes’ è un album onesto, soprattutto vivo. Qua e là si percepisce qualche sbavatura, che però non lo sminuisce, anzi … lo rende ancora più vero.

Il debutto degli Heart & Hand Grenades crea buone aspettative. Aspettiamo … non ci deluderanno.

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