Recensione: Twisted Wires & The Acoustic Sessions

Di Francesco Maraglino - 30 Luglio 2011 - 0:00
Twisted Wires & The Acoustic Sessions
Band: Tesla
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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77

Personalmente ho sempre adorato il momento in cui i veri rockers staccano la spina dei propri amplificatori, imbracciano le chitarre acustiche e si lanciano in versioni unplugged delle loro canzoni più o meno celebri.
Per un certo periodo la realizzazione di un album acustico era quasi un must per ogni band che si rispettasse (peraltro era anche un ottimo modo per far venir fuori un album nuovo che perlomeno incuriosisse il pubblico senza scrivere neanche una canzone nuova).
Il diversivo del disco “con la spina staccata”, però, riesce solo se i rockettari di turno riescono a non diventare melensi o tediosi, mantenendo comunque un’autentica tempra e tensione rock’n’roll pur in assenza d’elettricità.

Tra coloro ai quali questo gioco è certamente riuscito in passato vanno annoverati i Tesla.
Anzi, la band californiana è stata tra i pionieri di queste operazioni, grazie al celebre live del 1990, “Five Man Acustical Jam”.
Oggi i Tesla ritentano la carta della rilettura in chiave acustica dei loro brani con “Twisted Wires & the Acustic Sessions”, in uscita per Scarlet Records, che propone per metà brani incisi con l’attuale line-up, e per metà brani suonati nel 2005, quando con loro c’era ancora l’axeman Tommy Skeoch.
Il progetto però questa volta non vede i Tesla scegliere i brani più famosi del loro repertorio, ma optare altresì per la valorizzazione, attraverso una rivisitazione spesso scarna ed impreziosita da un mood in chiave roots, dalla limpidezza delle chitarre e dalla voce graffiante di Jeff Keith, di canzoni più oscure, alle quali si aggiungono un paio d’inediti ed una cover della Climax Blues Band.

Particolarmente affascinante appare in tale rielaborazione “Changes”, introdotta da un suggestivo pianoforte e da una cristallina chitarra acustica che ci introducono ad una melodia avvincente ed orecchiabile. Si tratta probabilmente della traccia più memorabile di “Twisted Wires”.
Emozionanti appaiono anche in tale veste, combinante i crismi della più pura american music con echi rollingstoniani, le cadenzate ballate “Hang Tough” e “Shine Away”.
E se ovviamente lo slow rappresenta il genere dominante del full-length, qualche sprazzo d’elettricità riemerge in “Edison’s Medicine” e nel solo di chitarra della “I Love You” ripresa dal repertorio della Climax Blues Band.

Di buona qualità anche i due inediti – non certo scarti ripescati per caso, dunque: “2nd Street” si caratterizza, infatti, per una la performance sofferta e trascinata della voce e per un chorus comunque accattivante, mentre “Better Off Without You” ripercorre i sentieri di un suono dagli echi country.

“Twisted Wires & the Acustic Sessions”, con il suo suono riecheggiante le radici acustiche del classic rock e con le sue atmosfere da frontiera assolata, appare un album idoneo a costituire la colonna sonora dei nostri viaggi estivi condotti attraversando strade arroventate, ma pure ad essere usato come sottofondo per le più fresche serate che andranno a portare sollievo alle nostre membra provate dal calore e dal sole del giorno.

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Tracklist:

01. Into The Now
02. Hang Tough
03. 2nd Street
04. Edisons Medicine
05. What You Give
06. Better Off Without You
07. Shine Away
08. I Love You
09. Changes
10. A Lot To Lose
11. Caught In A Dream
12. Song And Emotion

Line up:

Jeff Keith – Voce
Frank Hannon – Chitarra
Dave Rude – Chitarra
Tommy Skeoch – Chitarra
Brain Wheat – Basso
Troy Lucketta – Batteria

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