Recensione: Tyrannicide

Di Andrea Bacigalupo - 9 Settembre 2022 - 20:10
Tyrannicide
60

Tyrannicide’ è il primo album degli Australiani Asylum, ennesima band che ha scelto questo nome.

Il loro è un Thrash Metal base, senza optional, che trae influenza da Slayer, Exodus, Testament e dai loro conterranei Hobb’s Angel of Death, da questi ultimi in modo molto marcato direi, quasi con un po’ di imbarazzo.

L’album è composto da nove pezzi suonati bene, con ritmiche corpose, veloci e taglienti, buoni riff e melodie, un tupa-tupa martellante, una voce incisiva e autoritaria ed assoli ricercati ed energici.

Un Thrash come concepito agli inizi, senza fronzoli e direttamente tirato ‘in your face’ senza starci molto a pensare.

Cosa c’è che non va? Non il sound tremendamente Old School, fin qui ci può stare, ma la totale anonimia degli Asylum, purtroppo uguali ad altre millecento band che sono o sono state in giro.

Non è che si pretenda di trovare i nuovi Metallica, in questi quarant’anni circa è stato fatto talmente tanto che ciò è praticamente impossibile, ma qui, purtroppo si esagera. Non si percepisce il tentativo di distinguersi, manca la personalità.

Se poi aggiungiamo un songwriting piuttosto limitato, con brani che poco si discostano uno dall’altro, tanto che se, in alcuni momenti, ci si distrae non si sa più che pezzo si sta ascoltando, quello che rischia questo ‘Tyrannicide’ è di finire nel mare dei CD che si dimenticano, con la possibilità di essere riscoperto solo quando si spolverano gli scaffali oppure quando, ogni tanto, si ripristina il rigoroso ordine alfabetico con il quale quasi ogni Metallaro fanaticamente archivia.

Pure la copertina non aiuta, non brutta ma banalotta, anche lei come tante.

Quanto detto sembra affossante. Nella realtà parecchie band iniziano così, un po’ in sordina, per rivelarsi poi dei veri geni con gli album a venire.

A mio parere gli Asylum sono tra queste: il potenziale c’è ed è alto, lo si percepisce dalla cura con la quale le canzoni vengono eseguite, comunque ineccepibile.

Ci vuole solo un po’ di evoluzione stilistica ed il coraggio di correre qualche rischio ed i risultati arriveranno. Noi attendiamo fiduciosi, esprimendo comunque, per ‘Tyrannicide’, un giudizio sufficiente.

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