Recensione: Untamed

Di Manuel Gregorin - 21 Gennaio 2023 - 0:01
Untamed
Band: BlackRain
Etichetta: SPV / Steamhammer
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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70

Nuova fatica in studio per gli sleazer BlackRain, che a novembre 2022 hanno immesso sul mercato il nuovo Untamed.
Ad un primo approccio credevo di trovarmi di fronte una formazione scandinava al suo album d’esordio, invece questi quattro rocker vengono dalla Francia e questo nuovo platter non è il primo ma bensì il loro settimo disco. Attivi dal 2001, dopo l’esordio nel 2006, i BlackRain iniziano un attività musicale che li porterà a dividere il palco con nomi prestigiosi quali Europe, Alice Cooper, Scorpions, Steel Panther e Kissin`Dynamite. Con questi ultimi inoltre, nascerà anche un rapporto di amicizia e collaborazione, tant’è che per questa nuova fatica in studio, i BlackRain si sono avvalsi proprio della presenza di Hannes Braun al banco del mixer. Firma, quella di Braun, che in effetti  non passa inosservata ai più attenti, visto che nel suono del nuovo Untamed, ci sono non poche similitudini con quello dei tedeschi Dynamite,

Le danze si aprono con il riff elettrico della title track, un hard rock adrenalinico con cui i quattro francesi partono subito con i motori a pieni giri. Di seguito, un  intro di sintetizzatori ci introduce alla successiva Kiss The Sky, un mid tempo sanguigno e ruvido con la giusta dose di melodia nel ritornello. All The Darkness, come suggerisce il titolo, presenta un rock dalle atmosfere più tenebrose mentre con Deamon si torna su territori più solari, trattandosi di un pezzo easy listening con facili melodie. Non a caso infatti il brano è fra quelli scelti per la realizzazione di un video promozionale.

Arriva il momento degli ospiti con Neon Drift impreziosita dall’assolo a Jim Müller dei loro amici tedeschi Kissin Dynamite. Anche se sinceramente, a parte la presenza del axeman teutonico, il brano non dice niente di particolare. Un pezzo di un certo interesse invece, è Down Of Hell, con un riff di chitarra semplice ma deciso filtrato da un effetto box tolk . Il brano si presenta come un hard rock più maturo con cui i nostri  mettono a segno uno dei colpi più riusciti di questo disco.

Sette album non certo sono pochi, e Swan Hellion, Max 2, Matthieu De La Roche Frank F dimostrano di aver maturato una certa esperienza con il passare degli anni. Una parte del merito va anche al lavoro di Braun al mixaggio, grazie al quale il combo francese sembra aver trovato i giusti binari da percorrere.

Set The World Of Fire si apre con un suono sitar dal sapore orientale per cedere poi il passo ad un brano arcigno sul quale la voce ruvida di Swan Hellion ricama liriche graffianti. Di tutt’altro aspetto invece Summer Jesus, che si presenta come un divertente party song che rimanda alle atmosfere scanzonate della Sunset Strip di Los Angeles0.
Un riff veloce dal sapore heavy  dà il via a Blade Of Love, che però non tocca chissà quali elevati picchi qualitativi. Stesso discorso per Raise Your Glass che dopo un buon riff iniziale si rivela un brano standard, ascoltabile ma niente di più.

Shut Down rimane più o meno sulle stesse coordinale con le quali i BlackRain riescono a portare a casa una sufficienza minima. In chiusura troviamo The End, una ballata elettrica che anche senza tirare fuori nessun particolare colpo di genio, riesce comunque a risollevare la media qualitativa del disco prima di portarlo alla conclusione.

Tutto sommato un buon lavoro di hard rock-sleaze che pesca sia dalle fonti americane, che da quelle nord europee, proponendo canzoni energiche con qua e là qualche spruzzata di suoni synth a dare più colore.
Un lavoro nel quale i BlackRain dimostrano di avere esperienza e buona padronanza tecnica. I brani presenti in Untomed sono abbastanza buoni e d’effetto, ma in alcuni casi, va detto, non riescono sempre a brillare di una vera luce propria.
E poi manca il pezzo forte. L’anthem che ti si stampa in testa e te lo canticchi per giorni. Deamon prova a ricoprire questo ruolo ma ci riesce solo in parte. Sul finale poi arrivano una manciata di canzoni passabili ma niente di più che minano un po’ la stabilità di questo prodotto.

Untamed rimane comunque un disco dignitoso, un prodotto al quale tutti gli appassionati del genere possono fermarsi a dare un ascolto. Si sarebbe potuto fare di più. Ma poteva anche andare peggio. Per il momento guardiamo il bicchiere mezzo  pieno. Anche tre quarti, volendo…
In futuro poi si vedrà.

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