Recensione: Venetian Dark

Di Daniele D'Adamo - 26 Ottobre 2025 - 12:00
Venetian Dark
Band: Pridian
Genere: Metalcore 
Anno: 2025
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Debutto per gli estoni Pridian. “Venetian Dark” è il loro primo full-length ed è uscito per la Century Media Records, etichetta che al momento è una delle più attive nonché importanti nel campo del metal & co. Un’osservazione, questa, che lascia già intuire la qualità tecnico-artistica dei signori suddetti.

I quali, nemmeno a dirlo, si assestano su un livello di assoluta predominanza nel campo del metalcore internazionale. E questo poiché, in primis, il disco è innovativo quel tanto che basta per segnare un passo avanti nell’evoluzione naturale del genere menzionato.

La base è sì il metalcore melodico, per essere maggiormente precisi, ma da essa si sviluppa un’intelaiatura assai articolata, elaborata sui suoi dettami classici principali, incrociati con cospicui elementi di elettronica. I quali non deformano assolutamente l’ambito di azione dei Nostri, anzi ampliandolo per poter osservare nuovi orizzonti, più estesi di quelli derivanti dall’ortodossia del terzo millennio.

Venetian Dark“, il cui titolo è stato ispirato da un colore di vernice rimasto impresso nella mente del chitarrista Jörg-Erik Hanikat, non è solo una percezione luminosa di una tonalità cupa, buia, che si accorda per bene con l’umore dell’LP. Ma, anche e soprattutto, un’idea da cui partire per imbastire sia lo stile della band, sia le song del disco stesso.

Lo stile, pertanto, è piuttosto articolato presentando, fra l’altro, sfumature di post-hardcore, djent e nu-metal. Elementi simili fra loro ma che aiutano il combo dell’Estonia a delineare una modalità di espressione assai personale, e qui è la parte difficile, coerente con se stessa in tutti i momenti. Come dire, un suono complicato e tentacolare, un grande rischio di sfilacciatura, che purtuttavia resta invariato per tutta la durata dell’album. Un risultato di eccellenza che rende onore al talento di Laur Lindmäe e compagni, e che spiega, inoltre, l’interesse della label citata all’inizio.

Proprio Lindmäe si rivela essere il pilota dell’astronave Pridian grazie a un’interpretazione vocale senza alcun difetto, precisa e decisa nell’alternare aspro, durissimo inhale a scatti furiosi di growling da sfondare le vene della gola. Ovviamente non c’è solo lui, sul ponte di comando, giacché anche gli altri tre elementi della formazione svolgono irreprensibilmente il proprio compito, svelando un’anima professionale di tutto rispetto.

Estremamente varie le canzoni, che passano dalla classica, meravigliosa capacità espressiva del metalcore melodico quando si alza il livello del contenuto armonico per dar vita a chorus da leggenda, ed è questo il caso della bellissima, leggendaria “DINY“. Accanto a essa, scorrono via via brani uno per l’altro decisamente interessante per via di una disuniformità compositiva che li rende tutti diversi, sebbene immersi nella medesima matrice fecondante.

Tornando al suono, non si può dimenticare che la sua proporzione è massiccia e la sua consistenza granitica. Anche negli episodi più avulsi dalla norma (“Synthetic Salvation“) la forza della musica non viene mai meno, dando vita così a una spina dorsale robusta, integra, sebbene assai ramificata. Come dimostra per esempio “Out for Blood“, dall’incedere possente, intriso di elementi ambient e melodici elettronici inseriti dal taglio cinematografico, che svela un’attitudine verso il metal estremo che comunque non si può estirpare, in “Venetian Dark“. In cui coesistono pure mazzate tipo “Darker Tides“, che fanno venire in mente addirittura i Fear Factory (sic!), accanto a tremendi breakdown da spaccare le ossa (“idoldust“).

Insomma, la sorpresa che si manifesta nel passaggio fra una traccia e l’altra è ben viva, e induce chi ascolta a non potersi aspettare qualcosa di prevedibile. Il che segna, da parte dei Pridian, l’ottenimento di un grande risultato. Che si aggiunge a quelli seguiti in precedenza. “Venetian Dark” è allora un’opera che va oltre gli schemi conosciuti che, per essere compresi in toto, necessitano di un’apertura mentale a 360°.

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Pridian

Band: Pridian
Genere: Metalcore 
Anno: 2025
80