Recensione: Victory Songs

Di Federico Vicari - 3 Ottobre 2008 - 0:00
Victory Songs

Victory Songs segna il ritorno e la rivincita di un gruppo che rischiava di rimanere perso per strada.
Abbandonati da Jari Mäenpää, singer storico e songwriter talentuoso, gli Ensiferum hanno mantenuto solo Toivonen come membro della formazione originale e a lui è spettato comporre praticamente tutta la musica contenuta nel platter, sulle sue spalle il peso di scrivere questo nuovo capitolo della saga dei finnici. Rispetto ad Iron, si sente un ritorno neppure tanto in sordina di notevoli sezioni corali ed è una rinnovata aggressività a farla da padrona; un’aggressività ben domata da melodie prepotentemente catchy, un songwriting intuitivo e quadrato per un sound tutto sommato leggero, che non lascia scampo e cattura con facilità.

Va detto che forse qualcosa insieme al vecchio Jari è rimasto davvero indietro, l’atmosfera scandinava che permeava il sound dello splendido debut è andata scemando fino a scomparire quasi del tutto; l’album non presenta grandi picchi di originalità e per molti un problema potrebbe risiedere nella longevità effettiva di un lavoro che pur non esente da difetti è sicuramente tutt’altro che un brutto disco. Sì, perché nonostante l’evidente alleggerimento dei toni, va subito detto che Victory Songs è senza dubbio un album ottimo, ben strutturato e molto coinvolgente.

Ad aprirlo un rumore di zoccoli, il vento tra le fronde degli alberi e lo scrosciare della pioggia; effetti sonori presto soffocati da un’introduzione sinfonica trionfale, dall’eloquente titolo latino, Ad Victoriam, verso la Vittoria. Un’introduzione che viene ripresa a sorpresa in coda all’album da Victory Song, che nel riproporla nelle sue strofe e soprattutto nel suo memorabile chorus, dona all’album un senso di circolarità che lo rende ancora più compatto. Victory Song si snoda lungo dieci minuti di grande epicità ed intensa carica emotiva, in un crescendo che lascia senza fiato, mentre l’harshing di Lindroos narra di battaglie e di ribellioni, con un’ispirazione che pur restando vaga lascia spazio alla fantasia, e potrebbe spaziare dal fantasy più puro alla storia. Ci sono cori epici, nenie in finlandese, cornamuse malinconiche che sbiadiscono insieme alla stessa pioggia che ha aperto il disco: non manca assolutamente niente. Nessuna canzone di Victory Songs può vantare un minutaggio pari alla title track, ma dalla title track tutte possono essere ben rappresentate. Caratterizzate da un Horror Vacui che le riempie di tastiere e cori a profusione, i brani godono di grande immediatezza e orecchiabilità, con melodie molto accentuate che non scadono però in una ridondanza che le possa rendere troppo stucchevoli. Il tridente formato da Deathbringer from the Sky, Ahti e One More Magic Potion lascia senza fiato tanta è la carica di feroce aggressività e allegria che offre; ritornelli semplici e potenzialmente devastanti in sede live, folk frenetico e solare e un Petri Lindroos che non fa rimpiangere più di tanto il vecchio Jari. La sua è una voce profonda, dall’inglese vibrante di accenti finlandesi, si fa notare particolarmente nell’unico brano bonus, una splendida cover degli Uriah Heep: una Lady in Black che viene estratta dal suo contesto settantiano e riproposta in quello Power Folk dei cinque di Toivonen: un nuovo contesto a cui il poetico brano di Hensley aderisce perfettamente. Questa versione di Lady in Black è una cover notevole, che ricalca l’originale senza scordare di caratterizzarla, nel frattempo, al punto da non far neppure sospettare che si possa trattare di un brano non scritto ad hoc per il sound della band. All’interno dei dieci brani che compongono il platter sembra non mancare proprio niente ed esserci un po’ di tutto: ci sono brani particolarmente graffianti e feroci, come la notevole Blood is the Price of Glory e brani più malinconici e melodici, in particolare Wanderer, un riuscitissimo incrocio tra ballata e mid-tempo. Ciò che accomuna le dieci canzoni è una certa omogeneità qualitativa, che non lascia spazio a fillers di sorta.

E’ anche per questo che Victory Songs si conferma, da titolo, una Vittoria, un colpo perfettamente centrato, un disco in cui gli Ensiferum riscrivono e semplificano il loro sound, rendendo la loro proposta più accessibile pur rimanendo allo stesso tempo coerenti con loro stessi. E per un gruppo come gli Ensiferum, specialmente se devastato da defezioni importanti, dopo un silenzio durato tre anni, non potevano esserci canti più vittoriosi di questi.

Tracklist:
01. Ad Victoriam
02. Blood Is the Price of Glory
03. Deathbringer from the Sky
04. Ahti * MySpace Music *
05. One More Magic Potion * MySpace Music *
06. Wanderer
07. Raised By The Sword
08. The New Dawn
09. Victory Songs
10. Lady in Black (bonus track)