Recensione: Wake Up Call

Di Francesco Maraglino - 8 Dicembre 2010 - 0:00
Wake Up Call
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Genere:
Anno: 2010
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65

La Svezia rock’n’roll propone un nuovo supergruppo dalle intense tinte hard-rock, denominato Hardcore Circus.

Il progetto è nato nel 2009 per iniziativa del batterista Joakim Bloohm (Randy Piper’s Animal) e del cantante-chitarrista Jorgen “Jojje” Bolmstad (Surround), ai quali si sono successivamente uniti Nalley Pahlsson (Treat, Therion, Last Autumn’s dream, Vindictiv) al basso e Carl Jonas Grimmark (Full Force, Narnia, Rob Rock) alla chitarra. Mats Levén (Yngwie J Malmsteen, Therion, Treat, Swedish Erotica) ha poi aggiunto un tocco d’armonia in più prestando la sua voce per rafforzare i cori.

“Wake Up Call” è il debut-album del combo così adunato, ed esibisce senza remore l’amore dei musicisti che lo hanno registrato per quel party-rock duro, gaudente e stradaiolo che negli anni Ottanta vedeva gente come Motley Crue, Ratt ed altri tra i principali numi tutelari.
Proprio la band di Vince Neil rappresenta il dichiarato punto di riferimento degli HC, come dimostrano brani di hard-rock robusto e scalciante, a tratti “sporco” e sleeze, quali “She Goes Down”, carica, grintosa grazie ad una voce graffiante ed una chitarra al fulmicotone, e “Queen Of Dirt”, r’n’r tosto e scorticato.

L’atmosfera non è tutta ottantiana: molto spesso le songs subiscono un trattamento di modernizzazione con iniezioni non trascurabili d’influenze post-grunge, evidentemente per solleticare gli languori dei fans di Alter Bridge e Nickelback. Ne rappresentano chiari esempi quella sorta di “Creed meets Ratt/Motley Crue” che sono “Who I Am” e “Hardcore Circus”.
Il melange così prodotto, se da un lato rende il prodotto più appetibile alle nuove generazioni di rockers, dall’altro spersonalizza un tantino il suono del gruppo, rendendo meno focalizzati gli obiettivi sonori ed artistici di Bolmstad, Bloohm e soci.

“Wake Up Call” è però marchiato nella press release con l’appellativo di “melodic hard rock”, e, in effetti, alcune canzoni presentano un buon tasso di melodia e di ritornelli catchy.
E’ il caso della title-track, nella quale confluiscono echi di “euro-rock”, e della eccellente “Under My Skin”, forse la canzone più riuscita di questa set-list, con la sua chitarra che scarica riff come staffilate e le accattivanti melodie dei cori e della voce solista, che ci fanno rimembrare pure del primo Bon Jovi e dei Lynch Mob.

A conti fatti, questo primo full-lenght degli Hardcore Circus si presenta dunque come un buon esordio, gradevole ed idoneo a soddisfare i gusti di chi ama un rock’n’roll divertente, aggressivo e senza fronzoli.
Risulta però penalizzato da un certo “cerchiobottismo” stilistico, teso a strizzare l’occhio ad inclinazioni degli ascoltatori, diverse, ma non sempre del tutto conciliabili.
C’è da dire comunque che se “Wake Up Call” non esibisce picchi di particolare rilievo (salvo la “Under My Skin” di cui sopra), neanche ci affligge, d’altro canto, con significativi cali di tensione.

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Tracklist:

01. She Goes Down
02. Queen Of Dirt
03. Under My Skin
04. Who I Am
05. Life
06. Hardcore Circus
07. Wake Up Call
08. Pain
09. Tattooed Junkie
10. Miracle

Line Up:

Jorgen “Jojje” Bolmstad (Surround) – Voce / Chitarre
Joakim Bloohm (Randy Piper’s Animal) – Batteria
Nalley Pahlsson (Treat, Therion, Last Autumn’s dream, Vindictiv) – Basso / Cori
C.J. Grimmark (Full Force, Narnia, Rob Rock) – Chitarre
Mats Levén (Yngwie J Malmsteen, Therion, Treat, Swedsh Erotica) – Cori
 

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