Recensione: Worlds Collide

Di Alberto Biffi - 17 Ottobre 2010 - 0:00
Worlds Collide
Band: Unruly Child
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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85

Ok, tagliamo subito la testa al toro.
Non facciamo gli ipocriti ignorando la trasformazione di un uomo, non mentiamo a noi stessi ripetendoci come un mantra che la sola cosa importante è la musica. Signori, la musica è creata dall’uomo, dalla sua sensibilità segnata e forgiata dalla propria vita e dalle proprie esperienze. Non ignoriamo il percorso umano di questo grande artista, mancheremmo di rispetto alla nostra intelligenza e soprattutto alla sensibilità di una persona che ha vissuto questo passaggio in modo comprensibilmente sofferto e tormentato (non a caso, “Tormented” è il suo secondo album solista, pubblicato dalla tedesca Long Island Records, nel 1996).
Il cambio di sesso di questo superbo cantante non è la cosa più importante e vitale per questa recensione, ma è la Stele di Rosetta per comprendere la sensibilità e le vibrazione del disco che andremo ora ad “ascoltare”.
Stiamo parlando ovviamente del singer conosciuto un tempo come Mark Free, ex King Cobra e Signal.

Marcie Michelle Free, questa ora la sua identità, torna sul mercato con i suoi (o meglio, di Mark) Unruly Child, illuminando il cielo dell’hard rock melodico con un lampo, che porta nel suo tuono il rimbombo di un nome: “World Collide”.
Entrati ormai nella terza fase delle reunion, ovvero, dopo lo stupore, il sospetto, ed ora semplicemente la rassegnazione ad un trend imperante, ci accingiamo ad ascoltare un cd che, sin dalla copertina, ci lascia ben sperare.

La traccia d’apertura, “Show Me The Money”, conferma la nostra fiducia, dimostrandosi il brano maggiormente adatto ad aprire il disco del “bimbo indisciplinato”, del monello.
Una breve sequenza d’effetti, breve quel tanto che basta per non annoiarci, lascia spazio ad uno splendido guitar work, e finalmente, alla voce di Marcie.
La voce della singer si staglia sopra un arrangiamento di chitarre eccellente ed un drumming instancabile che quasi passa in secondo piano, eclissato da un chorus “maledetto”, che riecheggerà nella nostra testa per diversi giorni.
Con il secondo brano, “Insane”, vengono evocati come degli spiriti i nomi dei Badlands e del compianto Ray Gillen, al quale possiamo accostare Marcie, per la loro capacità di esprimere sentimenti ed emozioni anche nelle note alte, dimostrando che il cantato high pitch non è, e non deve essere solo una mera dimostrazione tecnica.
“When We Where Young”, mostra il lato maggiormente commerciale dei “Child”, in cui però non viene mai meno lo spiccato spirito rock e l’eccellente lavoro delle chitarre, che mai ci abbandonerà per l’intera durata del cd, facendo meritare a Bruce Gowdy ben più di un plauso.
“Tell Another Lie”, è uno splendido pezzo lento, in cui la voce di Marcie Michelle è libera di sfogare la sua espressività ed il suo calore.
“Love Is Blind”, è praticamente il singolo che il buon Giovanni Bongiovanni non trova da anni (che rima!), con quel suo groove tipicamente “bonjoviano” e il coro e le armonizzazioni che fecero scuola in quel capolavoro chiamato “Slippery When Wet”.

La title track, è un mid-tempo in cui la chitarra acustica danza con la sua controparte elettrica, in un alternanza di sensazioni, sempre e comunque, guidate dalla splendida voce della cantante.
La successiva “Talk To Me”, è una canzone lenta, bella ma forse piazzata in modo sbagliato nella tracklist dell’album.
“Life Death”, apre in modo decisamente hard, con un riffing splendido, semplice ed efficace, che porta con se reminiscenze esotiche. Ottimo il break strumentale, con una chitarra supportata magnificamente dalle tastiere di Guy Allison, che anticipa un’accelerazione, che “morirà” lentamente in un classico fade-out
Protagonisti assoluti della nona traccia, sono gli arrangiamenti vocali, lo splendido tappeto pianistico e il solo di chitarra, ispirato, melodico, assolutamente pregevole nel suo bilanciare gusto, passione e tecnica. “Read My Mind”, termine in modo dolce e suadente, con un pianoforte che sembra davvero toccare i tasti dell’anima.
Il trittico finale, non lascia spazio e sorprese, facendoci intuire di come i pezzi maggiormente “spinti” siano stati utilizzati in apertura del cd, colpendoci come farebbe un bimbo dispettoso, per poi venire ad abbracciarci, per farsi perdonare e coccolare con gli ultimi brani: mid-tempo melodici, in cui arrangiamenti vocali, cori e chitarre acustiche sono onnipresenti.

Le foto promozionali, non possono lasciarci indifferenti, Mark, ora Marcie, somiglia ormai a Loretta Goggi, anni luce distante dall’immagine del rocker, così com’è cambiata la sua voce, meno potente e limpida, ma capace sempre e comunque di illuminarci con i colori del suo spettro vocale.
Abbiamo perso un grande cantante, ne abbiamo trovata un’altra.
Addio Mark, benvenuta Marcie Michelle e…bentornati Unruly Child.

Un disco splendido.

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Tracklist:

01.    Show Me The Money
02.    Insane
03.    When We Were Young
04.    Tell Another Lie
05.    Love Is Blind
06.    When Worlds Collide
07.    Talk To Me
08.    Life / Death
09.    Read My Mind
10.    Neverland
11.    Very First Time
12.    You Don’t Understand

Line Up:

Marcie Michelle Free – Voce
Bruce Gowdy – Chitarre
Guy Allison – Tastiere
Larry Antonino – Basso
Jay Schellen – Batteria

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